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Quando aprii la porta d'ingresso, l'aria umida di Londra mi invase il corpo facendomi respirare a fondo quel dolce profumo di pioggia misto a quello strano di Harry. Aprii gli occhi, ritrovandomelo tutto in tiro con giacca di pelle e i ricci tenuti a bada da una bandana bianca, gli skinny neri erano un figurino sulle sue gambe e la camicia bianca era un bel vedere. Sorrisi leggermente, fermandomi sul pianerottolo di casa per vederlo meglio. Gli occhi verdi brillavano sotto le lucine appese alla tettoia e le labbra curve in un sorriso mi stavano mandando a puttane lo stomaco. Perché doveva essere così perfetta la sua innocenza?
<<Come siamo eleganti>> lo presi in giro, portando le mani nelle tasche della gonna muovendo i pollici fuori esse. Lui rise, imitando i miei gesti per poi guardarmi da capo a piede. Non mi sentii a disagio, i suoi occhi erano pieni di dolcezza che sentii andare a fuoco le guance. Questo ragazzo mi rammolliva come un biscotto lasciato nel latte.
<<Posso dire lo stesso di te... Hai solo abiti scuri nell'armadio?>> mi chiese e colsi il suo tono scherzoso. Alzai le spalle, scendendo di un gradino in modo da essergli vicino e uguale di altezza.
<<Non ti piaccio così, Harry?>> sussurrai, sorridendo leggermente mentre poggiavo le mani sulle sue spalle. Arrossì per la mia domanda e il gesto inatteso da parte mia, ma non esitò a portare le mani sui miei fianchi e avvicinarmi di più a lui. I gesti non erano forzati, come quella mattina con Louis, ma voluti.
<<Non ho detto ciò>> mormorò, muovendo piano le mani sulla stoffa della gonna. Sentii comunque il suo tocco come se fosse sulla pelle, tanto che mi vennero i brividi al sol pensiero di avere un momento con lui, come quello di stamattina con Lou. Morsi il labbro, girando le dita nei ricci dietro la sua nuca e lo guardai, piegando la testa di lato mentre aspettavo che continuasse.
<<Però mi piacerebbe vederti con un altro colore, tipo il rosa. Starebbe bene con la tua carnagione olivastra>> mantenne la voce bassa, tirandomi a lui dai fianchi in modo da avermi più vicino. Morsi di più il labbro e annuii lentamente, spostandogli una ciocca di capelli nella bandana sorridendo.
<<Di rosa ho solo un completo di Victoria>> ed era vero, dato che era un regalo di Chanel dello scorso Natale. Notai un leggero scintillio nel suo sguardo, le sue mani mi strinsero di più sui fianchi lasciandomi sfuggire un mugolio dalle labbra.
<<Dovrò aspettare per vederlo, allora>> sussurrò, baciandomi la guancia per poi guardarmi sorridendo. Annuii soltanto, poggiando la fronte sulla sua spalla mentre sospiravo. Mannaggia a me.

Poggiai il bicchiere sul tavolo, portando una mano sulla pancia e la schiena sul divanetto di pelle. La pizza di Mario era un qualcosa di fenomenale, imbattibile. Harry aveva appena finito la sua cena, fece un sorso dalla cannuccia della propria bibita e portò dietro la schiena, sorridendo mentre mi guardava. La serata era filata liscia, trascorse senza problemi e mentre camminavano per raggiungere la pizzeria, mi chiese delle mie sorelle. Vedevo nei suoi occhi come in poche ore si era affezionato a quelle due pesti, e mi scappò il piccolo dettaglio che Joe non faceva che chiedermi di lui.
Allora prese il mio cellulare, in modo da mandarle una foto e appena rispose glielo ripassai così che potesse salutarla. Inutile dire che, mentre aspettavamo le nostre ordinazioni, entrambi si divertirono a scriversi o prendermi in giro. Non mi diede fastidio, come di solito succedeva quando uscivo con qualcuno, ma con Harry le cose sembravano semplici. Era come avere un secondo Niall nel giro di un anno. Ero a mio agio senza preoccupazioni, se non quella stabilita due giorni fa con il suo migliore amico. Scacciai via quel pensiero dalla testa e mi concentrai sul ragazzo di fronte a me. Era indescrivibile, i toni chiari e scuri si alternavano perfettamente sulla sua pelle. Era strabiliante come fossero dolci i suoi lineamenti, se non ricordo male assomigliava più alla madre e, li stessi segni del viso di lei, erano stampati sul volto di Harry. La cosa che mi piaceva di più, dopo i suoi occhi, era la mascella marcata e delineata perfettamente. Era inumano.
«Allora, cosa c'è da sapere su Harry Styles?» domandai, cercando di distogliere i pensieri su lui stesso. Alzò un sopracciglio, confuso sulla mia domanda mentre continuava a lasciare delle carezze sul dorso della mano. Rabbrividii per quel gesto e presi il bicchiere dalla coca cola per distrarmi dal suo tocco. Iniziai a torturare la cannuccia con i denti.
<<Cosa vorresti sapere?>> domandò, passando le dita sul polso con lentezza. Lo girai lentamente, seguendo i suoi movimenti e mi ritrovai i brividi sulla pelle per via delle sue carezze sulle vene. Sospirai, alzando le spalle e rispondendo con la prima cosa che mi venne in mente.
<<Fidanzate?>> mormorai, poggiando di nuovo la guancia sulla mano per poterlo guardare. Scosse la testa, facendo dei cerchi sulla pelle mentre iniziava a parlare.
<<Una storia andata male, nulla di serio>> alzò le spalle facendomi un cenno con la mano per incitarmi a parlare. Le mie storie d'amore? Oh, no Harry, hai toccato un tasto dolente.
Tirai indietro la schiena e la poggiai al divanetto per poi guardare il braccialetto al polso. Dire che mi mancava era poco, ma non potevo farci niente: preferivo averlo lontano e felice, che vicino e sofferente.
<<Non sono tipa. Preferisco le avventure, o star sola>> sussurrai, guardandolo impassibile mentre prendevo la mia bevanda.
<<Chi è solo delle volte soffre>>
<<Meglio soffrire soli, che in due>> sussurrai, e la conversazione finì lì.

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