30. Youngblood

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Guardai mamma, sembrava me quando avevo di fronte un panino di Bob nel piatto. A differenza mia, però, lei si stava ingozzando di carote, insalata e olive. Guardai le mie lasagne, ripiene del mondo intero e di besciamella. Affondai la forchetta in quella delizia e mugolai, sentendo il sapore della carne macinata sciogliersi in bocca. Quella incinta ero io, non mamma.
<<Kendall, contegno>> mi ammonì lei, riferendosi ai miei rumorini strani i quali, notti fa, sentii da lei stessa mentre mio padre la- ripresi a mangiare le lasagne di Anne.
<<Scusami, ma questo è il paradiso. Anne, grandissima cuoca comunque!>> alzai i pollici e sorrisi alla madre del mio ragazzo, il quale ridacchiò sedendosi al fianco di mia madre. Anne era tutta Harry, occhi e sorriso erano suoi. Aveva i lineamenti dolci della madre, lui non mi ascoltava e si gongolava di essere un uomo duro. Era un cretino, ecco cosa.
<<Sono felice che ti piacciano, Harry mi ha detto che sei di buona forchetta>> sorrise ancora, somigliando ancor di più a suo figlio. Harry le parlava di n- aspetta, lui parlava di me con sua madre? In che senso?
<<Oh...sono felice che le voci girino>> sussurrai, pulendomi le labbra con un tovagliolo e sospirando. Perché mi sentivo una diciassettenne alle armi con il primo amore? Perché avevo diciassette anni e amavo il ragazzo al mio fianco che diventò un peperone. Lui? Lui che arrossisce? Oddio, era così...carino.
<<Sono contenta per voi due, nevvero Elizabeth?>> mio padre era infatuato di Harry, niente da dire o aggiungere. Lo notai la prima volta che entrò in casa con i ragazzi, quando andammo alla festa con loro e mi toccò baciare Chanel. La mia bisessualità quella sera andò alle stelle, grazie Louis.
<<Sì, finalmente un ragazzo d'oro>> rimasi un attimo con la forchetta vicino la bocca, guardai mia madre che sgranocchiava le sue carote e faceva finta di niente. Un secondo, le piaceva Harry? Addentai le mie lasagne e scossi la testa sentendo la mano del ragazzo sulla mia coscia.
<<A quando il matrimonio?>> cercai di non sputare il pranzo dal naso, prendendo un tovagliolo e portandolo in faccia per non far andare le lasagne su mia madre. Harry per poco non sputava l'anima. Non l'acqua, l'anima.
<<Scusate, ho una seduta spiritica con Satana>> annunciai, alzandomi dalla sedia e raggiungendo il salotto per poi uscire nel giardino degli Styles. Anne aveva chiesto ad Harry di invitarmi a pranzo da loro quella domenica, e mia madre ebbe occasione di sfoggiare il suo bellissimo fisico -nonostante fosse incinta di due mesi- e il suo abito domenicale. Era incorreggibile.
<<Avevi in mente qualche data per la cerimonia?>> mi voltai, guardando Harry e per poco non gli lanciavo la scarpa. Ridacchiò, portando le mani sui miei fianchi e guardandomi dall'alto col sorriso divertito. Era un demente, ma lo amavo così.
<<Non parlarmi di matrimonio. Ieri ho sentito abbastanza da Maya e Liam>> poggiai la testa sul suo petto e mi lasciai cullare dalle sue braccia. Il sabato lo passai con i futuri sposi, le voglie strane di mia madre, mio padre che cercava di capire come si fosse rotta l'anta della mia doccia, e le mie sorelle che si urlavano contro per chi doveva guardare i cartoni per prima. L'idea di rimanere a casa, senza i ragazzi ed Harry, svanì quando mia madre mi urlò: PORTAMI DELLE FRAGOLE. Dove cazzo le trovavo le fragole a novembre!?
<<Hanno deciso il giorno?>> domandò lui, prendendomi in braccio e portandomi con lui sul prato. Si sedette sotto l'albero all'angolo del giardino, e mi sistemai a cavalcioni per poi guardarlo. Era così bello, e il verde nei suoi occhi viveva e brillava. Ero fusa.
<<Sono indecisi del mese, più del giorno>> erano convinti che sposarsi dopo tre mesi di fidanzamento sarebbe stato facile. Illusi. Maya era indecisa sul vestito, mamma continuava a cambiare le disposizioni dei tavoli e i loro nomi, papà impazziva con Liam sul suo di vestito e la madre della sposa non faceva altro che discutere col marito per la scelta della chiesa. Il problema più grande sorse ieri quando, dopo la voglia di fragole di mamma, Maya chiese a Liam: ma ci sposeremo qui, o in America? E calò il silenzio, creando un altro problema.
<<E dimmi, la testimone dello sposo ha già un accompagnatore?>> dimenticavo del mio più uno, messo nel dimenticatoio come se fosse un qualcosa di inutile. Guardai Harry, sorridendo leggermente e gli accarezzai le spalle coperte da un maglione grigio. Aveva qualcosa di diverso oggi, era più raggiante e i suoi capelli cresciuti gli davano l'aria di essere un ragazzo tenero fino infondo. Ma, a mia discolpa, potevo dire che aveva due personalità contrastanti tra di loro.
<<Fammi pensare...potrei chiedere a Luke>> scherzai su, facendoli cambiare espressione e ricevere un pizzicotto sul capezzolo. Ahi! Mi portai una mano sul petto e lo guardai male, alzando una mano per dargli un colpo in testa, ma nessuno batteva i suoi riflessi. Mi afferrò il polso e con un movimento mi ritrovai sotto di lui con le mani bloccate sulla testa. Ciao, è stato un piacere.
<<Fallo, e ti ritrovi col culo a macchie viola per due settimane>> mormorò, roco e col fare possessivo mentre stringeva di poco la presa alle mani. L'idea di un lui dominante con me piegata sulle sue ginocchia, invase la mia perversa immaginazione. Cazzo, porca puttana.
<<Magari passiamo dopo al sadomaso, ma ora gradirei baciare il mio paggetto>> mormorai, e lui sorrise per poi premere le labbra sulle mie.

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