Quando mancò un minuto al suono della campanella, non esitai un secondo. Infilai alla rinfusa le mie cose nello zaino e pescai dal fondo della tasca le cuffie, per poi metterle con velocità. Le cuffie Bluetooth ti toglievano da ogni impiccio e litigate continue con i fili. Feci partire la musica e la campanella suonò alla fine della lezione. Mi precipitai all'uscita, e presi un grosso respiro. Me ne pentii: fuori puzzava di chiuso e studenti disperati per via delle lezioni, peggio di dentro dove si sentivano i pensieri dei miei compagni uscire dalle loro menti. Eravamo solo al terzo del mese e stavamo per esplodere tutti, uno ad uno. Scossi la testa e mi lasciai martellare il cervello dai ritmi latini di Tini, la mia seconda salvezza musicale dopo Ariana Grande. Al terzo c'erano gli Arctic Monkeys con il loro rock alternativo. Dal quarto in poi i generi variavano, ma rimanevo fedele al pop e alla musica anni novanta la quale mio fratello mi aveva incollato da quando ero piccola. Una cosa buona, ogni tanto, la faceva.
Quella mattina, però, l'unica cosa che cambiò fu l'assenza di Harry. Non andammo a scuola insieme, non gli diedi i vestiti vecchi di Liam, non ci fu nessun risveglio rilassante, niente sesso mattutino, nessuna colazione fredda ad aspettarmi, ma solo il profumo del riccio impregnato sulle mie lenzuola e la sua maglietta adagiata accanto al vassoio della colazione fumante sul materasso. Mi ritrovai un suo biglietto, aveva una bellissima calligrafia, e capii che non ci sarebbe stato un momento noi, solo dopo aver letto il messaggio sul tovagliolo. Era alternativo, mi fece sorridere:Buongiorno principessa, scusa se non sono lì a coccolarti o viziarti. Mamma ha richiesto la mia presenza a casa con una certa urgenza (trenta messaggi e dieci chiamate). Ci vediamo dopo, H.
E, anche se lui non era lì, la mia stanza urlava Harry da tutte le parti. Appesi, quindi, il tovagliolo sulla bacheca accanto alle nostre poche foto stampate e iniziai la giornata senza di lui, con la mia solita routine. Portai anche Leila a scuola, dopo aver fatto colazione al Martin (avevamo entrambe lezione alle nove) e dissi a Luke di raggiungermi dopo le due a scuola. Infatti, appena chiuso l'armadietto ed aver recuperato i libri per quel pomeriggio, lo vidi entrare nell'atrio della scuola, notai gli occhi delle ragazze di tutti gli anni fissarlo come se fosse un dio. Beh, lo era e ammetto a me stessa che la sua bellezza faceva a pugni con quella di Harry. Non sapevo decidere chi fosse il più bello, il più affascinante, carismatico, e divertente: erano quasi uguali su tutto, tranne per il colore dei capelli, degli occhi e dei dieci centimetri di altezza. Harry aveva un corpo più delineato, pieno di particolari, non come quello di Luke: aveva, sì, le spallone larghe, una postura perfetta, muscoli scolpiti nel marmo, un bellissimo lato B il quale perdevo ore e ore a fissarlo, e delle gambe che- okay, il corpo di Harry era da urlo, ma Luke era più massiccio e più alto con meno addominali e muscoli duri come roccia. Ma neanche il suo bellissimo culo non scherzava, soprattutto quando metteva i pantaloni stre- Kendall, contegno.
<<Buongiorno, capo>> Luke mi fece tornare con i piedi per terra, scossi la testa e lo guardai tutto sorridente. Ringrazio al cielo che non aveva il potere di leggermi nella mente.
<<Kendall o Kenny. Non essere formale, Lucas>> lo canzonai, rimettendo lo zaino sulle spalle una volta infilata la giacca di pelle. Lui scosse la testa divertito, passando una mano tra i ricci e lasciando a bocca aperta tutto il genere femminile -e una buona parte maschile- con un semplice gesto. Ecco, i suoi ricci mi piacevano di più di quelli di Harry perché erano ben delineati, lasciati liberi e profumavano sempre di Australia. Non avevo niente in contrario in quelli di Haz, anzi mi andavano più che bene quando solleticavano per puro caso le mie cosce mentre affondava con la li- Kendall, contegno.
<<Allora, capo, cos'abbiamo in serbo per oggi?>> portò un braccio intorno le mie spalle, stringendomi leggermente e infilò la mano libera nella tasca dei jeans mentre ci incamminavamo verso l'uscita. Sentii un brusio in sottovoce, le ragazze parlavano e -non me lo inventai- sentii un ragazzo esclamare un ragazzo ''Prima Styles, poi Hercules! Che combo la Payne!''. Da una parte mi sentivo fortunata ad avere un ragazzo così bello come Harry, e uno altrettanto come Luke per amico. Dall'altra, mi dava fastidio che le ragazze guardassero Harry ancora con quello sguardo da falchi assassini e affamati nonostante passavamo l'ora di pranzo assieme, attaccati come cozze e delle volte ci scappava il limone tattico tanto da scappare via in uno sgabuzzino per passare a toccarci senza andare oltre. Mancava solo che pensassero che Luke fosse il mio nuovo ragazzo, e avrebbero riempito Harry di messaggi scottanti su Instagram. Una volta una ragazza di secondo anno gli mandò una sua foto in intimo, e dovetti rimanere calma, mentre lui se la rideva, per non mandarle un audio. Ma mi vendicai il giorno dopo, a scuola, scrivendole un bel messaggio e infilandoglielo nell'armadietto: delle mutandine in pizzo con attaccato un foglietto di carta con su scritto ''tutte brave con i ragazzi degli altri!''. Inutile dire che questa venne di corsa da me in lacrime per chiedermi scusa, che avrebbe fatto di tutto per non starmi tra i piedi. Io ed Harry continuavamo a ridere per quella storia.
<<Dovremo iniziare con il capanno, ricordi? Non possiamo avere due posti, dobbiamo avere tutti sotto controllo>> avere due capannoni non era il massimo. Luke annuì con approvazione, e mi passò il casco una volta raggiunta la sua moto. La sua Aston Martin brillava, scommetto che l'aveva lavata da poco perché il dolce profumo di mela verde mi invase le narici.
<<Certo, tuo padre è d'accordo nel renderlo più ospitale?>> mi domandò, salendo per primo sulla moto e accendere il motore. Mi diede la mano e la presi per poi mettermi dietro di lui. La sua moto era più alta della mia, solo di poco.
<<Non gliel'ho ancora chiesto, ma non ci sono problemi. Prima è meglio chiedere ai tuoi, non credi?>> lui annuì conoscendo i suoi ragazzi. Avevano un carattere particolare, non si arrendevano facilmente e nel nostro clan prendevano solo ordini da Luke, da me si chiedevano consigli, ma non andavano mai da Harry. Li capivo, era difficile cambiare capo clan da un momento all'altro, ma la sfida l'aveva vinta Harry con correttezza e dovevano iniziare a farsi l'abitudine. Strinsi le braccia attorno al corpo di Luke ed uscimmo dal vialetto della scuola per poi imboccare la strada.
Quando arrivammo al locale dei Jones, l'aria diventò pesante. Non era per l'odore nauseabondo delle fognature, non era per il fango ormai onnipresente dopo gli acquazzoni notturni e non era nemmeno per la puzza di cipolla che proveniva dalla cucina sul retro. Era il mio sesto senso che urlava pericolo in tutte le lingue. Forse sarà la stanchezza post scuola, o per la fame che mi metteva in testa strane idee, ma appena scesi dalla moto mi guardai intorno in modo da tenere sotto controllo la situazione. Luke sembrò notarlo, una volta entrati nel locale e, messi ad un tavolo, me lo chiese.
<<Tutto bene? Sembri un cane da caccia pronto a prendere un tacchino appena morto>> strana la sua descrizione, ma era proprio quello che ero in questo momento. Non smettevo di fissare punti indefiniti del locale e fuori sembravo un segugio con l'olfatto alle stelle. Il sesto senso femminile era un tornado di emozioni, inarrestabile e nessuno poteva fermarlo finché il villaggio dei dubbi non diventava polvere. Feci un cenno a Jonny, il cameriere che era solito a servirci, e guardai Luke sospirando.
<<Ho una brutta sensazione, forse è la fame>> alzai le spalle e guardai Jonny, il quale aveva un sorriso stampato in faccia, un taccuino nella mano destra e una penna in quella sinistra. Era sempre stato gentile con me, e i ragazzi, quando venivamo qui per mangiare.
<<Jon, due panini belli farciti per la ragazza. Per me il solito. Da bere, sai bene cosa portarci>> il ragazzo scrisse veloce e sorrise ad entrambi, facendo un inchino verso di me con il suo solito sorriso perfetto. Aveva difficoltà a parlare con le ragazze, ogni volta che mi vedeva diventava un peperone e parlava a gesti. Tipo in quel momento: il suo inchino era un segno di rispetto per il suo nuovo capo clan. Mi ricordava un po' Raj di The big ben theory, il quale aveva bisogno di bere prima di parlare con una ragazza. Sarà che me lo ricordava anche per le sue origini indiane, da parte di sua madre.
<<Ha una cotta per te>> mi canzonò Luke, riportandomi nella realtà e farmi notare che le ordinazioni erano appena arrivate. Due panini stesi su un mare di patatine fritte, due vasetti pieni di salse e, per completare il tutto, il mio bellissimo bibitone greco: coca-cola con ghiaccio e limone.
<<Non essere esagerato>> risposi a Luke, alzandomi le maniche dopo aver tolto la giacca di pelle. <<Sai bene che ha problemi a parlare con le ragazze>> alzai le spalle e presi tra le mani il primo panino per poi darci un morso. Inutile, Bob sapeva come procurare un orgasmo con una farcitura degna di cinque stelle. Il Mc non era niente in confronto a quel ben di dio.
<<Ma parla con i ragazzi, e ti assicuro che l'hai incantato con le tue prestazioni. Sei una rubacuori, mia cara>> per poco non mi affogai con l'insalata. Bevvi un lungo sorso dalla cannuccia e mi pulii le labbra, dovevano smetterla di farmi passare la fame con certi argomenti.
<<Fatto sta, mio caro, che io ho occhi solo per il mio ragazzo>> gli risposi, immergendo una patatina nelle salse e addentarla mentre guardavo lo schermo del cellulare illuminarsi sul tavolo. Ecco che parlavi del diavolo...
<<Cosa dice, il tuo ragazzo?>> ammetto che provava un po' di astio verso i suoi confronti, ma non posso farci niente se Harry mi ha letteralmente fottuto il cervello. E non solo quello, mia cara rubacuori.
<<Dobbiamo urgentemente andare al capannone>> gli risposi, guardando prima lui e poi il piatto non finito. Avevo ancora fame, non avevo praticamente mangiato nulla. Luke annuì, fece un cenno a Jonny e in due minuti mi ritrovai sulla moto con il biondo che sfrecciava sulla strada e il pranzo, infilato in un sacchetto, il quale sarebbe diventato la mia cena. Il mio sesto senso urlò pericolo, ancora più forte.
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Dangerous Woman
Fiksi Penggemar[COMPLETA] Dopo quattro anni a guardarla tra i corridoi della scuola, ad osservare i suoi movimenti durante le corse, a sentire la sua risata e la sua voce confondersi con quelle dei suoi amici, Harry ebbe la possibilità di conoscere Kendall solo l...