19. Batman and Robin

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<<Dovresti trattarla meglio>> lo guardai, accarezzandogli piano i capelli mentre si metteva tra le mie gambe. Lui alzò le spalle, portando le mani dentro la maglia e sfiorandomi i fianchi con le nocche. Era congelato, mugolai sottovoce sollevandomi contro le sue mani e il suo bacino facendogli mordere il labbro. Avevamo fatto pace da soli due giorni, mi aveva spiegato ogni singola cosa ed eravamo tornati come quelli di prima, nascosti da tutti. Nessuno doveva sapere, tanto meno i ragazzi...anche se parlare con Zayn mi faceva sempre bene. Lui capiva, e lo ringraziai mille volte per non avermi giudicata per le scelte che facevo.
<<Preferisco esser gentile con te>> sussurrò, baciandomi le spalle scoperte. Chiusi gli occhi, lasciandolo fare, e passando una mano sulla sua schiena nuda. Sorrise, inarcando piano le spalle salendo di più con le mani dentro la maglia, sfiorando con le dita le curve dei seni. Arrossii sulle guance, per il calore che mi stava provocando e per il suo sesso premuto contro mio. Era strano contenersi fino a tanto, date le circostanze e il costante essere eccitati.
<<Harry...sai che non possiamo>> mormorai, accarezzandogli piano la guancia con le nocche. Lui annuì, baciandomi piano le labbra e sospirando rimettendo le mani sui miei fianchi per poi poggiare la testa sul mio petto. Girai le dita tra i suoi ricci, lasciandomi accarezzare da lui mentre passavo le unghie sulle sue spalle. Lo sentii rilassare, baciandomi delle volte il petto da sopra la maglia e guardandomi dal basso con un sorriso sulle labbra. Si poggiò col mento tra lo spazio dei seni, alzando la mano per passare le nocche sulla mia mascella. Mi lasciai cullare da quel gesto dolce, spontaneo, sincero, e sorrisi di poco.
<<Quanto deve passare?>> mormorò, scivolando con le dita sul lato del collo. Sospirai, sollevandomi sui gomiti per guardarlo meglio.
<<Una settimana, più o meno>> annuì e basta, tenendosi sulle mani per poi baciarmi piano sulle labbra muovendosi contro di me di poco. Sospirai sulle sue labbra, portando una mano tra i suoi ricci stringendoli piano nelle dita. Non avevo il ciclo, glielo dissi solo per sicurezza e, cosa più importante, perché non mi fidavo totalmente di lui. Non ancora.

L'acqua era bollente, la palla magica si era ormai sciolta. Portai la testa verso dietro, poggiandola sulla vasca e fissando il soffitto. Era sbagliato baciare un ragazzo già impegnato? Si, lo era, ma lo faceva anche lui perciò che c'era di male? Scossi la testa, cercando di rilassare i muscoli massaggiandomi le cosce. Mi faceva male il corpo, forse mi stava veramente venendo il ciclo. Perché gli avevo detto che lo avevo? Perché era impegnato, mi ricordò la mia testa facendomi sospirare, quasi sbuffare, e mi concentrai sul soffitto.
Avevo deciso di tornare da lui solo se mi avesse detto che cosa stesse succedendo con Jack e company, lui non esitò per un secondo e ci mettemmo su quel divano a parlare. La voglia di alzarmi e andarmene da lui era tanta, ma rimasi perché mi mancava.
La questione era abbastanza complicata: Jackson non voleva uccidermi o altro, voleva proteggermi dal capo clan degli Hagrid. Risi, dato che la squadra era fanatica di Harry Potter e, per sembrare innocui, scelse un nome dei personaggi più gentili del film. Continuò a raccontare, dicendomi che questi clan avevano un conto in sospeso con Jack e il capo dei Jones, assieme a tutto il suo gruppo. C'entrava la scommessa tra i capi clan, quella di mettere le ragazze in palio come premio delle gare. Rimasi senza parole quando la scommessa partì da un accordo con Jackson e il capo dei Jones, Edward. Tutto quello che sapevano Luke e Clay, era solo di dover vincere la gara per avere me e Nora come proprie fidanzate. Il patto si spezzò una volta che io stessa decisi di abbandonare il gruppo e lasciare Luke per starmene tranquilla. L'avessi mai fatto che Jackson dovette abbandonare la città, la moglie e il figlio in grembo per mantenere la pace tra i tre clan. Come sorte voleva, però, la pace scemò subito dopo che la maggior parte dei ragazzi del nostro clan abbandonarono la baracca dopo la morte di Edward Jones, per mano degli Hagrid. Una vendetta che si sarebbe allargata se Harry non fosse stato nominato successore di Jackson, da lui stesso, e non avesse deciso, per il bene di tutti, di prendermi in custodia. Nel mentre, io avevo messo in palio le mie due amiche con Louis e Zayn, i quali ebbero la capacità di lasciar stare tutto e godersi le ragazze senza pensare alla scommessa. Buffo, dato che iniziammo a diventare l'allegra famigliola che tutti vorrebbero avere nella propria vita, a differenza della storia dei clan assetati di sangue e vendetta, i quali volevano appropriarsi della nostra casa dato che Jack aveva messo a fuoco, per vendicarsi della morte di Ed, il capannone degli Hagrid. Ed ecco che entravo in gioco io: sempre per colpa mia, ovviamente, John Hagrid bramava dalla voglia di organizzare una gara con ragazze in palio, solo per vincere e guadagnare me come valletta. Combinai un casino con Harry, staccandomi da lui per dieci giorni e ora ad Harry toccava stare con Taylor fino alla prossima gara, in modo che lei tornasse dagli Hagrid senza troppi problemi. Questi ultimi, si stavano creando solo dai due giorni postremi quando io ed Harry facemmo pace.
Sbuffai, alzandomi dalla vasca e uscire prendendo l'accappatoio dalla sedia per metterlo dopo aver tolto il tappo dello scarico. Tutto andava sempre a puttane, ma non riuscivo a star senza di lui. Era diventato la mia dipendenza.
Uscii dal bagno, slegandomi i capelli e passando una mano tra di essi per poi buttarmi sul divano. Guardai il soffitto, ormai stanca della situazione scomoda in cui mi trovavo. Perché stare con qualcuno era sempre così difficile? Perché si doveva soffrire, stando con una persona che ti faceva solo sentire bene e accettata da lei? Era sempre così: tutto si frantumava in mille pezzi.
Bussarono alla porta, sospirai e mi sollevai dal letto per poi andare ad aprire. Alzai un sopracciglio, spostandomi dall'entrata e farlo entrare senza esitazione. Erano le dieci di sera, che cosa ci faceva qui? Soprattutto: come aveva fatto ad entrare?
<<Liam non dirà nulla a tua madre>> mormorò, rispondendo alla mia domanda non fatta. Chiusi la porta, facendo un giro di chiave e mi poggiai sul termosifone per guardarlo. Era pazzo a venire qui, a quest'ora, senza invito anche. E poi, lui, che voleva ancora?
<<Okay...ma era così urgente da venire qui a quest'ora?>> gli chiesi, mantenendo la calma e sospirando, incrociando le braccia.
<<Harry ti ha detto tutto, vero?>> mi domandò, sedendosi sul letto per guardarmi. Era di questo che voleva parlare? Serio? Lo facevo più intelligente.
<<Luke... è tardi vorr->> mi fermò, facendo un cenno con la mano e sospirò passandosi l'altra sulla gamba. Lo faceva quando era nervoso, o non sapeva come dire le cose.
<<Smettila di vederlo di nascosto, loro sanno>> rispose in un sussurro, per poi alzarsi e avvicinarsi a me guardandomi. Occhi azzurri, i quali mi persi per un secondo, non erano come quelli di Louis o di Harry. Questi erano profondi, ti perdevi dentro essi. Scossi la testa e mi strinsi nell'accappatoio sentendo improvvisamente freddo.
<<Nessuno sa che...Zayn, solo lui sapeva>> mormorai, capendo cosa avesse detto solo dopo pochi secondi. Zayn non era così, non pugnalava le persone. Fui sollevata dalla risposta successiva di Luke, facendo passare ogni singolo dubbio.
<<Non è stato lui, ma l'amica di Harry. La bionda>> strinsi le mani e annuii, premendo le labbra e cercando la forza di non uscire e andare a cercare la figlia di puttana. L'avrei mandata a calci in culo io stessa in America, morta stecchita.
<<Che cosa bisogna fare? Avete una soluzione? Non voglio ritrovarmi in situazioni scomode, Luke>> mi tolsi da lui, andando verso la cabina armadio per prendere qualcosa da mettermi addosso. Stavo congelando, e quello che mi stava raccontando Luke non era d'aiuto. Infilai una felpa e un paio di slip per poi tornare dal ragazzo mettendomi sul letto. Si mise al mio fianco, sospirando, e poggiò una mano sulla mia gamba accarezzandola. Non mi diede fastidio, lo lasciai fare.
<<Non ti ritroverai in quel periodo okay? Domani ne parliamo con gli altri, con Harry ci parlerà Louis in modo da non dare nell'occhio. Tu stai tranquilla>> mormorò, lasciandomi interdetta sull'ultima parola. Annuii solo, portando la mano sulla sua e giocando con i suoi anelli. Rimanemmo per un secondo in silenzio, poi ci demmo la buonanotte e quando andò via, mi lasciai cadere sul letto per poi fissare il soffitto fino al giorno dopo. L'ennesima notte insonne.

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