61. Save your tears

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<<Kendall?>> il tono sorpreso di Niall mi fece voltare, ricevendo da me un sorriso con occhi colmi di lacrime. Se c'era una cosa in cui ero brava, era mentire al ragazzo di fronte a me il quale non esitò ad avvicinarsi e abbracciarmi così forte che mi sembrò di essere di nuovo tra le spire di Poison. Chiusi gli occhi e mi abbandonai a quel gesto, ricordando a me stessa che non dovevo avere paura di lui o avrebbe capito che c'era qualcosa sotto. Ci sedemmo al tavolo, uno affianco all'altro e Niall non esitò prendermi le guance e lasciarmi un bacio sulle labbra, inconsapevole che dietro lo specchio ci fossero James, Noha ed Harry a guardarci. Sospirai nuovamente, prendendo le sue mani e strofinando i pollici contro i suoi dorsi, sapendo quanto fosse nervoso in quel momento.
<<Sono venuta al capannone e mi hanno detto della polizia...che mi combini, darling?>> mormorai, accarezzandogli la guancia e avvicinandomi di più a lui, sfiorandogli le ginocchia con le mie. Lui esitò un attimo, perdendosi nel mio sguardo, osservandomi le spalle nude, le braccia spoglie, il vestito blu che si abbinava ai suoi occhi chiari, ai capelli ordinati e alle mie gambe prive di stoffa.
<<Sei bellissima...>> sussurrò, accarezzandomi ancora la mano e sorridendo leggermente, ma nei suoi occhi si celava una paura enorme. Sapeva che, anche se non avesse parlato, sarebbe comunque finita male per lui, Williams e il bastardo di suo zio.
<<Mi fai sempre correre...>> gli risposi, sollevandomi dal posto e prendendo un grosso respiro mentre mi poggiavo con le spalle sul vetro dello specchio. Niall mi guardò, colpevole delle sue azioni, sentivo il suo cuore spezzarsi e raggiungere il fondo. Non avevo mai visto Niall piangere per qualcosa, se non quando perse la gara con Luke lasciandomi tra le mani dei Jones. Non lo avevo mai visto così affranto, a pezzi, e i suoi occhi azzurri mi strinsero il cuore. Un essere umano non poteva essere considerato un mostro, non poteva non possedere un bagagliaio pieno di emozioni, non poteva essere incapace di amare o provare affetto per qualcuno, non si poteva vivere senza questi piccoli particolari. E, anche se si trattava di Niall, vidi in lui spegnersi la speranza di salvarsi da quella situazione. Vidi il buio calare su di lui, avvolgendolo e stringerlo tra le braccia come se fosse un serpente velenoso pronto ad attaccare.
<<Mi dispiace>> disse, dopo minuti infiniti, raggiungendomi e mettendosi di fronte a me. <<L'ho fatto per amore>> mormorò, fissandosi con gli occhi nei miei e lasciando che un senso di inadeguatezza mi appesantì il petto.
<<Che cos'hai fatto per amore? Mentirmi?>> gli domandai, prendendo la forza di cambiare umore ed essere arrabbiata con le sue scelte, con le vicende che lui stesso aveva messo in atto, che lui stesso aveva commesso. Iniziando dallo spaccio di stupefacenti al proiettile estratto dal petto di Harry. Se il suo era amore, allora la vendetta che cos'era? Che cos'era, se non quella di impazzire fino al punto di scoppiare e commettere crimini uno dopo l'altro?
<<Kendall...devi sapere>>.
<<Credo che ne abbia il diritto, Niall>> mormorai, e mi poggiai con una spalla sullo specchio mentre lui si metteva nella mia stessa posizione per guardami. Incrociai le braccia al petto e sollevai un sopracciglio, aspettando che lui mi rispondesse con un racconto che già sapevo.
<<È iniziato prima del tuo arrivo...>> sussurrò. Mi staccai dallo specchio e presi posto sul tavolo, mentre lui rimase con le spalle sullo specchio e raccontava.
Mi raccontò di come Sullivan, Williams, Jones, e Jackson fossero così tanto amici da voler unire i loro clan, chiamando il gruppo Ghost Riders, e non potei non sorridere ricordando la battuta di Harry riguardo al gruppo di anglo-irlandesi nazisti pronti ad ammazzarci e del sol pensiero di quanto sarebbe stato divertente vederlo impazzire per le avance da parte di Niall e di Luke. Ma dovetti trattenermi dall'essere divertita da quel ricordo, per concentrarmi sul racconto di Niall, sulla sua confessione.
Mi spiegò del perché suo zio non volle partecipare alla rimpatriata del gruppo, di come i suoi affari sarebbero andati a scemare se i quattro clan si fossero uniti creandone uno solo, bloccando il suo traffico illegale di cocaina e di come avesse convinto Williams ad unirsi al giro.
<<A quei tempi io e Taylor stavamo assieme>> mormorò, come se fosse una cosa di poco conto, ma sapevo che quello che provò per lei era amore. <<Mio zio e Williams non erano d'accordo con la nostra storia, perciò mandarono me da Jackson e Taylor da Jones, così che i loro affari non cessassero>>.
<<Perciò, è così che Williams prese parte al giro? Mandando sua figlia dai Jones, liberandosi di un peso?>> gli domandai, incrociando le braccia e spostando lo sguardo da lui allo specchio, poi, di nuovo su Niall. Immaginai un Harry Styles borbottare un ''grandissimo nazista di merda'' mentre il biondo raccontava la storia con fatti che noi non conoscevamo.
<<Mio zio fece vedere a John quanti soldi si potessero guadagnare con un pacco di cocaina, con una sola bustina di tre grammi. Allora si unirono, staccandosi dai Jones e dai Jackson una volta che i loro pupilli si unirono ai due clan, dando inizio alle gare clandestine>> mi spiegò, venendomi incontro e non esitai a spostarmi da lì e prendere il posto da lui occupato precedente. Niall sospirò, guardandomi con occhi pieni di scuse e labbra serrate. Mi dispiace Horan, ma stai camminando su un campo minato.
Il biondo riprese a raccontarmi di come lui e Taylor divennero i due vice degli Hagrid e dei Sullivan, iniziando così uno scambio di soldi e droga con alcuni dei componenti dei Jones e dei Jackson. Rimasi in silenzio, quando si difese con ''l'ho fatto per stare lei, perché la amavo'' e non dissi nulla quando mi confessò che lui e Taylor facevano girare pillole di Yaba al Martin, organizzavano le gare tra i due clan in modo che Hitler e Mussolini, come li chiamava Harry, potessero trafficare con tranquillità con la mafia colombiana incassando verdoni su verdoni, suddividendoli tra di loro. Ma qualcosa non andava, e Niall si affrettò a spiegarmi cosa fosse.
<<Il vecchio Carl iniziò a capire che le cose stavano prendendo una brutta piega, ecco perché spacciavamo solo al Martin. Per quanto gli affari andassero a gonfie vele, iniziammo ad organizzare le gare anche tra Jones e Jackson, così che la faida tra i quattro clan potesse celarsi dietro una montagna di cocaina illegale>> mormorò Niall, sedendosi sulla poltrona dove avevo riposato quella mattina, guardandomi con un certo scintillio nelle iridi e sospirando. Presi posto su una delle sedie sotto il tavolo e presi un grosso respiro, guardando di sfuggita lo specchio, concentrandomi subito su Niall.
<<Perché Jackson non ha indagato prima delle gare nel suo clan?>> gli chiesi, sapendo già la risposta, ma facendo credere il contrario al biondo sulla poltrona. Lui sollevò un piede e lo mise sul ginocchio poggiando le braccia sui braccioli, sospirando e sorridendo soddisfatto della mia calma. Gongola finché puoi, bastardo.
<<Perché avevamo delle talpe che riportavano a mio zio e Williams gli avvenimenti>> e, a quel punto, avrei immaginato Harry urlare ''cospirazione'' dall'altra parte della stanza.
Feci un cenno a Niall di continuare, così che arrivasse ad elencare i nomi delle talpe e di come il mio arrivo, assieme a quello dei ragazzi, al Davidson fermò le cattive abitudini di lui e di Taylor, di come Niall si tirò indietro appena incontrò i miei occhi color nocciola e le mie gambe lunghe, così da perdere la testa e lasciare Taylor per corteggiare la sottoscritta. Tirai un sorriso, incrociando le gambe in modo che il vestito si sollevasse di poco scoprendomi le cosce, e facendo ingranare la quinta a Niall e facendolo arrivare alle intenzioni di Williams e Sullivan.
Mi spiegò di come suo zio fosse contrario alla sua decisione di lasciare il giro e il suo clan, per poter star con me, ma Jackson e Jones scoprirono tutto quello che si nascondeva dietro i loro clan, dietro Niall e Taylor, scoprirono assieme all'aiuto di Luke i nomi delle talpe, citando la figlia di Williams, nonché Eleonora, la ex di Louis. Mi spiegò come si sentiva perso, quando Luke lo batté nella gara e di come il mondo gli crollò addosso una volta che Luke mi sollevò come un premio alla sua vittoria, di come si sentì una volta che il cuore gli venne strappato via con violenza e di come l'amore della sua vita gli venne negato. E io dovetti alzarmi dal posto, mettermi di fronte lo specchio e sorridere leggermente per quella grazia che il signore mi aveva dato.
<<L'ho fatto per amore...>> ripeté lui, portando le mani sui miei fianchi e baciandomi la spalla con leggerezza, lasciandomi cadere di nuovo tra le sue spire squamose e fredde come la neve di quel venerdì sera.
<<Mi hai fatto soffrire>> mormorai, poggiando le spalle sul suo petto e portando le mani sulle sue sospirando. Dovevo sia incitarlo a continuare a raccontare sia confortarlo per il dolore che aveva provato una volta che mi allontanarono da lui.
<<Sono partito per l'Irlanda perché non riuscivo a sopportare a vederti tra le braccia di un altro, non riuscivo a essere lucido vedendo le sue labbra sulle tue, e l'idea che voi due scopavate...mi mandava in bestia>> sussurrò freddo, voltandomi di scatto e spingendomi contro lo specchio, sprofondando con le dita nei miei fianchi, lasciando che dei mugolii infastiditi mi uscissero dalle labbra. Immaginai un Harry pronto a salvarmi da quella situazione imprecando in mille lingue, mentre James e Noha lo tenevano fermo per farlo calmare. Ma sapevo come affrontare Niall e la sua rabbia. Gli accarezzai la guancia e gli baciai l'angolo della bocca, sentendo i suoi muscoli rilassarsi all'istante. Niente poteva calmare il serpente, se non la sua incantatrice.
<<Cos'è successo a Jones..?>> gli chiesi, infilando le mani tra i suoi capelli mentre lui si insinuava nell'incavo del mio collo e strofinava il naso contro. Autocontrollo, Kendall.
<<L'abbiamo dovuto eliminare, sapeva troppo>> sibilò, afferrandomi dal sedere e spingendosi contro di me, continuando a strusciare la punta del suo naso sulla pelle. Presi un grosso respiro e lo graffiai sulle braccia, cercando con tutta me stessa di controllarmi e non prenderlo a schiaffi. C'eravamo quasi, Niall era sul punto di raccontare il resto dei fatti e James avrebbe archiviato il caso una volta per tutte.
<<Mio zio minacciò Jackson...e lui scappò via con la coda tra le gambe, lasciando il potere al tuo amato Harry>> continuò a parlare, mordendomi la pelle e scivolando dentro il vestito con una mano, stringendo con forza l'interno coscia creando in me una sensazione di fastidio e nervosismo. Aprii gli occhi di scatto, prendendo la mano di Niall tra le mie gambe e spingendolo via portandolo sulla poltrona. Se avesse allungato le mani un'altra volta, gli avrei dato uno schiaffo dritto in faccia.
<<Ma non vi è bastata una minaccia, dovevate ucciderlo perché->> lui mi fermò, accogliendomi sulle sue gambe e guardandomi da capo a piede mordendosi il labbro.
<<Perché il mio odio verso di lui era troppo grande, e mi occupai io stesso della faccenda>> si leccò le labbra, scivolando avidamente sulla stoffa del mio vestito per raggiungere il fondo schiena così da tirarmi a sé. Sbuffai infastidita, ma ricordai a me stessa che stavo facendo tutto quello per dar un fine alla tortura.
Infilai le gambe tra le sue e premetti il ginocchio tra di esse, lasciando che Niall sospirasse al mio gesto. I suoi occhi si chiusero, tirò la testa verso dietro e le sue mani mi strinsero le cosce così forte che mi contenni nel dargli una ginocchiata sul cazzo. Cristo, puoi parlare soltanto!?
<<Poi hai fatto seguire me e i miei amici per controllarmi>> mormorai, scivolando con le dita sulla sua maglietta e facendolo annuire mentre mugolava il mio nome, muovendosi contro il mio ginocchio e tenendomi ferma su di lui. Perdonami Harry, perché ho peccato.
<<Ho chiesto a Mayla di lavorare per me, un vero gioiellino quella ragazza...>> la psicopatica alla fine lo teneva un nome. Ma Mayla chi? Era un nome così comune a Londra. Osai con la mano e guardai Niall, mentre gli accarezzavo l'addome sotto la maglia chiedendogli di continuare, chiedendogli di più con un solo sguardo.
<<Mayla chi?>> spezzai la voce, accarezzandogli l'orecchio con il naso e graffiandogli la maglietta. Harry avrebbe ucciso prima me e poi Niall per quel che stavamo facendo. Il biondo mi avvicinò di più a lui, tenendomi ferma sul cavallo dei suoi jeans. Trattenni il fiato e guardai Niall, mordersi con insistenza il labbro e sprofondare nei miei occhi con le sue iridi azzurre, eccitate dal momento. Graffiai più volte la sua maglia, respirando con affanno per il momento, per il mio corpo costretto a fare ciò solo per far parlare Niall, solo per ricevere da lui le ultime confessioni.
<<Hemmings...ti odia così tanto>> mormorò, afferrandomi dai fianchi e spostandomi sotto di lui, prendendomi i polsi e bloccandoli tra i suoi palmi, guardandomi con freddezza e incastrandosi tra le mie gambe. Ingoiai un groppo alla gola, sentii un brivido percorrermi il corpo e il mondo cadde pezzo dopo pezzo assieme al ricordo delle giornate passate con Mayla in camera sua, a quelle stesse braccia che trovarono rifugio attorno a me ogni qual volta che suo padre le urlava addosso che era una poco di buono, a quegli occhi azzurri che cercavano solo un po' di pace, a quel sorriso che si piegava con lentezza mentre le canticchiavo sottovoce la sua canzone preferita, a tutti quei ricordi passati nel roseto di sua madre e ai pomeriggi passati a dipingere all'aria aperta mentre Luke intagliava dei pezzetti di legno con il suo amato coltellino svizzero. Solo in quel momento capii quanto le persone potessero essere false, meschine, e bugiarde.
<<Niall...fermati>> mormorai, rendendomi conto solo in quel momento che le sue mani viscide si erano infilate sotto il mio vestito. Lui scosse la testa, afferrandomi per le cosce e tirandomi a sé, bloccandomi le gambe e guardandomi con una scintilla di malizia e le labbra piegate in un sorriso maligno. Sentii la neve cadermi addosso, avvolgermi, invadermi nei posti più ignoti e intimi del mio corpo. Mi bloccai, al ricordo di quella serata gelida.
<<Non sai quanto ho sperato che Harry morisse quando il proiettile colpì il suo petto>> sussurrò, languido, sul mio petto mentre premeva le unghie sulla mia pelle, lasciandomi scappare un ansimo di dolore. Fu come essere tra le spire di Poison, fu come essere schiacciata dalle sue squame, fu come se il respiro mi mancasse ogni qual volta che il suo corpo si premeva sul mio. Mi sentii così persa, così sporca, così vulnerabile che sollevai gli occhi al cielo per il dolore. Ma, quando Niall disse quelle parole, nacque in me una rabbia incontenibile che mi fece reagire, il mio corpo tornò ad essere padrone di sé e non si fece toccare un minuto in più. Sentii una porta sbattere, affrettai i tempi.
<<E io spero che questo ti faccia così male tanto da fartelo ricordare a vita>> sussurrai, scivolando con la gamba tra le sue e scattando con velocità sul cavallo dei suoi jeans. Un grugnito di dolore uscì dalle labbra di Niall, il suo petto si staccò dal mio e la sua schiena si accasciò sul pavimento della sala, facendo 'sì che ritornassi a respirare e che le mie gambe si sollevassero per cercare conforto e una via di fuga.
<<Bastarda...>> mormorò lui, alzandosi da terra e portando una mano sul punto dolente. Mi affrettai a raggiungere la porta e uscire, correndo per il corridoio e scontrandomi contro qualcosa, e sentirmi afferrata da questo qualcosa. Stavo per urlare, e prendere a calci ciò che mi tratteneva, ma quando incontrai un paio di occhi verdi amorevoli e brillanti, il mondo attorno a noi riprese a vivere e il mio stomaco fu invaso da farfalle libere, elefanti danzanti e leoni ruggenti. Mi ritrovai nel mio posto preferito, con la mia persona preferita, e ringraziai il signore che Harry fosse lì con me, a reggermi da una presunta caduta e a proteggermi da un nazista con membro impaziente.
<<La prossima volta, metti i pantaloni>> mormorò lui, tirandomi a sé e abbracciandomi calorosamente. Mi aggrappai alle sue spalle, mi rifugiai nel suo petto e mi rimpicciolii tra le sue braccia tatuate, trovando conforto e amore in una sola persona. La mia persona. Sospirai, chiudendo gli occhi e accoccolandomi al profumo alla vaniglia di Harry, sorridendo leggermente, mentre lui scorreva con le dita sulla schiena, e mi baciava la testa diverse volte.
<<Kendall>> una voce mi richiamò, facendomi voltare tra le braccia del mio ragazzo il quale non mi lasciò per nessun motivo. Mi aggrappai con le mani ai suoi avambracci tatuati, sorridendo alla figura di fronte a noi. James teneva fermo Niall, il quale stava ammanettando in tutta tranquillità mentre gli elencava i suoi diritti. Il biondo irlandese mi guardava, tra le braccia di un altro, con occhi colmi di tristezza e rabbia, mi guardava mentre lui crollava pezzo dopo pezzo. Harry mi stringeva così forte che sorrisi, avvinghiandomi a lui, nel contempo che Niall osservava la scena, nel mentre James lo portava via con un sorriso soddisfatto. È grazie a me che lo hai arrestato, capo.
<<Mi hai usato...>> Niall si fermò, James con lui, a pochi passi da me ed Harry. Mi guardò, con una curva sulle labbra che toccava terra. Ebbi una grande soddisfazione nel vederlo così rotto, affranto, deluso. Sollevai le spalle e presi la mano ad Harry, prima di voltarmi e sparire con il ragazzo al mio fianco.
<<L'ho fatto per amore>>.

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