That damn night || Draco Malfoy

"La festa"

<Oh prima che me ne dimentichi..c'è qualcuno che ti aspetta fuori dalla sala comune> disse Tiger e andò via insieme al suo amico senza darmi nessun'altra spiegazione.

Non avevo idea di che fare, qualcosa mi diceva che era Draco e che non dovevo andare, ma l'altra parte di me moriva dalla curiosità di vedere se la mia ipotesi era giusta.

<T/n!> mi bloccò mio fratello

<Matt!>
<Sei stupenda sorellina!>
<Oh grazie!> lo abbracciai
<Sai stavo pensando che dovremo dire tutto ai ragazzi..>
<Si, anche io..ma prima dovresti parlarne con Harry> disse
<E Sirius> continuai
<Si anche con Sirius..> rispose quasi bisbigliando.

<Tutto bene Matt? > domandai vedendo il suo sguardo assente.
<Oh si scusami, beviamo qualcosa?>
<Arrivo subito prima devo fare una cosa.> dissi e lui annui.

Uscì dalla sala comune, mi giravo intorno ma non vedevo nessuno.
Uno stupido scherzo dei ragazzi.
Iniziai a camminare verso il giardino ma una voce maschile mi fermò.

<T/n!..> mi chiamò.

Era lui, la sua voce era inconfondibile con le altre. Mi girai velocemente e lo vidi avvicinarsi a me, più veniva nella mia direzione e più andavo indietro.

<Non avvicinarti!> esclamai e lui si fermò.

<Hai mandato tu Tiger e Goely?> domandai
<Si, avevo bisogno di parlarti>
<Non potevi entrare e farlo da solo, era troppo difficile?>
<Blaise mi ha vietato di entrare, non voleva che mi vedessi>

Ora capisco perché non c'era..

<Prima ero venuto a cercarti in stanza, mi ha aperto il tuo
amichetto..> mi informò e dal tono che aveva usato sembrava infastidito.

<State insieme?> chiese sospirando.

<Oh Draco puoi farmi tutte le domande che vuoi ma io non ti darò nessuna risposta> dissi tornando indietro.

Volevo andare via, c'era una tensione assurda tra noi, sembrava che non sapesse come comportarsi.

<Aspetta per favore> supplicò prendendomi il polso e mi tirò al suo petto.

Ora eravamo davvero vicini, il mio corpo era attaccato al suo, era una sensazione stupenda poter sentire ancora il suo respiro e il suo calore su di me.

<Sei stupenda> mi alzò il meno con due dita.

I nostri volti erano vicini e i nostri respiri in sintonia era davvero difficile resistergli, l'unica cosa che pensavo in quel momento era il mio desiderio di poter assaggiare di nuovo le sue morbide labbra.

<Te li fai tutti eh> sentimmo una voce femminile alle nostre spalle.

<Astoria che cazzo vuoi?!> urlai liberandomi bruscamente dalla presa di Draco.

<Prima il castano e poi Draco.. furba la ragazza!> disse avvicinandosi a me.

Come cazzo faceva a saperlo.

<Credevo che mio cugino puntasse più in alto e invece mi sbagliavo> continuò divertita e andò via.

La rabbia ribolliva nel mio sangue, in quel momento avrei voluto prenderla a pugni ma cercai di contenermi.

Pensai alle cose che aveva appena detto..suo cugino? Jacob era suo cugino..non mi ha mai detto nulla.
Come ha potuto raccontare una cosa così intima a quella troia di Astoria, una cosa che poi riguardava anche me non solo lui!

<Tu. Tu sei andata a letto con quel coglione!?> urlò Draco.
Vidi i suoi occhi pieni di rabbia, le vene sul collo erano sempre più evidenti e aveva le mani strette in un pugno.

<Cazzo! Non ci credo, io ti ho aspettato per tutto questo tempo e poi scopro che sei stata con lui!> gridò ancora
<Draco cosa cazzo ti aspettavi?! I-io ti ho dimenticato!>
<Ragazzi che succede?! > vedemmo arrivare in lontananza Sole con Lucy.

<Dillo più convinta>
<C-cosa? > balbettai.

<Dillo, di che mi hai davvero dimenticato, di che non mi pensi ancora, che non desideri il mio tocco o la mia presenza, di che non provi più nulla per me, di che non mi ami più e io ti lascerò stare. Dillo cazzo!> urlò avvicinando il suo volto al mio.
I suoi occhi erano spalancati, le narici dilatate e le sue mani erano sulle mie spalle che stringeva.

La sua voce era così alta e profonda, mi stava mettendo paura.

<Draco lasciala!> disse Lucy e lui lo fece.

Lo guardavo con sguardo assente, dalla mia bocca non uscì una parola.
Le mie amiche mi allontanarono da lui e mi portarono di nuovo in sala comune.

<Vuoi andare in stanza?> domandò Sole

<Voglio bere> risposi semplicemente
<Statemi lontano, non ho controllo di me stessa potrei dirvi di tutto>  continuai.

Afferrai con una mano una bottiglia di Whisky e mi sedetti sola sul divano.
Rimasi così per tutta la festa.
Vedevo le persone divertirsi al posto mio , erano tutti così felici, perché non potevo esserlo anche io? 

La sala stava cominciando a svuotarsi, e gli occhi di tutti i miei amici erano ancora puntati su di me.

Vidi Blaise avvicinarsi e con lui anche Jacob.

<T-tu sei una merda!> mormorai alzandomi puntando il dito sul  petto di Jacob.

Mi mantenevo a stento in piedi e gesticolavo con le mani.

<Cazzo ti sei bevuta mezza bottiglia!> esclamò Blaise e me la strappò di mano.

<Io ti odio> continuai a dare pugni sul petto di Jacob.

<Andiamo ti porto in camera> si avvicinò subito Matt con le altre.

<No Draco. No non voglio! > urlai

<È ubriaca fradicia> disse Jacob.

<Ha litigato con Draco vero?! > domando Blaise rivolgendosi a Lucy che annui.

<Andate via cazzo!> urlai

<Vogliamo solo aiutarti T/n, sta
calma> parlò Sole posando la mano sulla mia spalla.

<Andate.Via.> scandii bene le parole e loro lo fecero.

Sono riuscita ad allontanare di nuovo tutti, sono un cazzo di disastro.

Iniziai a piangere e piangere, non riuscivo a fermarmi.
Gli occhi mi bruciavano e il mio naso era diventato rosso.
Sentì la porta dalla sala comune aprirsi e cercai di trattenere le lacrime.

Dalla porta entrò Draco.
Aveva la camicia sbottonata, i capelli scompigliati, gli occhi stanchi e dalla sua mano scorreva del sangue.

Sembra non avermi visto.
Andò a versarsi un bicchiere di whisky e si sedette lentamente di fronte a me.

Non mi rivolse uno sguardo. Guardava fisso il pavimento mentre sorseggiava dal bicchiere di vetro.
Mi asciugai gli occhi e tirai su col naso, non potevo farmi vedere debole, non di fronte a lui.

<Non volevo urlare prima. Mi dispiace> disse sempre con la testa bassa.

<Posso venire vicino a te?> domandò.

<No> risposi fredda.

<Per favore, solo per poco, poi andrò via.> sembrava una supplica più che una richiesta, sospirai profondamente senza rispondere e lui lo prese come un invito.