Cap. 26 Forse un futuro regalo

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Luna

Era martedì, quel giorno avevo lezione di chimica e biologia, niente male come materie solo che erano un po' noiosette, e poi avevo la mente proprio altrove mancavano solo 5 giorni al mio compleanno, 17 anni, dopo tutto ero abbastanza fiera di me stessa, con daddy stava andando bene anche se il l'insieme era leggermente strano ero molto positiva quella mattina e riuscivo a vedere un futuro niente male.
Volevo arrivare al giorno del mio compleanno felice, solo... avrei festeggiato da sola perché in effetti nessuno oltre a me e me sapeva che domenica sarebbe stato un giorno importante per me. Stavo iniziando a rattristirmi così in fretta, quando un secondo prima ero felice.
Scossi leggermente la testa come per scacciare i brutti pensieri e andai subito a prepararmi siccome in ritardo. Finite le lezioni presi a sfogliare un libretto illustrativo che faceva vedere nel dettaglio la città dove ci trovavamo c'erano molte belle scuole in particolare mi era piaciuta una scuola famosa per la cura e l'attenzione che impiegava nell'aspetto letterario c'erano 5 biblioteche molti laboratori di scrittura libera e un sacco di progetti e concorsi sempre basati sui libri. Leggendo con attenzione riga per riga mi si illuminavano gli occhi e non potevo fare a meno di immaginarmi in quella scuola e sorridere alle immagini come una scema.

Oscar

Come al solito trovai Luna addormentata sopra un libro, la guardai come sempre intenerito domandandomi ad alta voce perché quando si accorgeva che le stava venendo sonno semplicemente non si alzava e andava a dormire. Ovviamente non ricevetti risposta così la presi in braccio ma notai che teneva con la mano una pagina precisa di solito si aggrappava subito alle mie spalle ma sta volta rimase con la mano fra le 2 pagine, così incuriosito prima la presi bene in braccio poi con la mano libera aprì il libro e vidi una scuola, era anche abbastanza vicina a dove ci trovavamo noi.
Memorizzai il numero della pagina e presi il libro con me, lo avrei letto l'indomani con molta più calma volevo saperne di più.
"Pronto" dissi prendendo in mano il telefono che squillava "ciao daddy, sono io, mi chiedevo se tu potresti passare a prendermi del cinese e poi venire a mangiare con me, sai ne ho tanta voglia" disse una voce femminile che conoscevo bene "va bene piccola cosa vuoi di preciso?"...
Finii le ultime 2 cose di lavoro e mi diressi al sushi migliore nella zona, ma mentre andavo vidi la famosa scuola raffigurata nel libretto di ieri, parcheggiai e mi ricordai che alla fine quel libretto non lo lessi ne approfittai per rimediare, lo avevo tenuto nel sedile posteriore della mia macchina, era davvero una bella scuola dalla descrizione proprio il suo genere, devo dire che anche esteticamente si presentava bene.
Mi stava iniziando a frullare qualcosa in testa ma dovevo ancora elaborare bene, per non prendere decisioni sbagliate o troppo affrettate. Mi limitai a segnarmi l'indirizzo della scuola e dirigermi al ristorante.
"Eccomi" avvisai ad alta voce mentre entravo a casa, la prima a vedermi fu Brenda che mi teneva il broncio dispiaciuta, ogni volta che compravo asporto faceva sempre l'offesa "dai solo per questa volta è buono, se vuoi ti faccio assaggiare" la invitai scherzoso
"no grazie signore, se vuole però rimediare potrebbe congedarmi 3 orette prima, diciamo che mi dimenticherei di questo inconveniente"
"considerati pure congedata per oggi allora" la autorizzai sempre amichevole, ero davvero di buon umore.
"Il mio cibo" esclamò guardando le buste con la acquolina in bocca e gli occhi a cuoricino "il tuo daddy" vorrai dire risposi offeso mettendo le buste dietro le gambe come per nascondergliele.
"Si soprattutto il mio papino" disse mettendosi sulle punte e dandomi un bacio in bocca", feci scivolare le buste per terra e la presi dai fianchi approfondendo il bacio e poi sussurrandole "mi sei mancata oggi a lavoro sai" arrossì staccandosi e dandomi un colpetto e prendendo le buste da terra portandole in salotto.
La seguii più affamato di lei che del pranzo ma decisi di lasciarla mangiare. Quella notte non dormii, la verità era che volevo iscriverla a quella scuola per principale regalo di compleanno, ma ero così geloso di lei, la volevo proteggere da tutti i ragazzi, tutti quegli occhi addosso, ma ci teneva tanto volevo vederla anche felice, ero davvero combattuto.
Mancavano solo 4 giorni al suo compleanno e io avevo fatto la notte in bianco a pensare a cosa sarebbe stato giusto fare, decisi di non andare a lavoro, non ero decisamente nelle condizioni, la mia testa stava scoppiando di paranoie e sensi di colpa.
Andai nella mia palestra personale incominciando a prendere a pugni il sacco da boxe andando sempre più veloce dando colpi sempre più forti, come se lui fosse stato tutti i miei problemi una persona in carne ed ossa che in quel momento li rappresentava, persi letteralmente il controllo mi fermò solo Luna e quasi quasi le facevo male anche a lei per sbaglio
"ehi, ehi calmati"
"che succede, che hai" mi bisbiglio all'orecchio abbracciandomi e subito dopo mi tolse i guantoni da box e mi baciò le mani dato che mi ero ferito leggermente per i colpi,
"vuoi parlarne" non dissi niente così capendo mi abbracciò
"vuoi rimanere abbracciati per un altro po'?" mi chiese comprensiva, non risposi di nuovo e ricapendo mi abbraccio per altri 10 minuti accarezzandomi la schiena finché il mio respirò torno regolare.
Era il mio calmante, la mia camomilla, potevo percepire i nostri cuori che battevano all'unisono, lei calmava il mio cuore è spegneva i miei mille pensieri, era la prima volta che provavo questa sensazione. Era una bellissima sensazione.

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