Cap. 37 In vacanza

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Oscar

Dopo un lungo pomeriggio di shopping finalmente ritornammo a casa, per lo più avevamo comprato cose invernali dato il posto in cui stavamo andando.
"I miei poveri piedini" si lamentò subito la mia babygirl appena entrammo
"i miei bellissimi nuovi vestiti" disse sta volta più felice "poi sarei io il bipolare eh"
"stai zitto" ribadii con aria di superiorità
"non mi parlare cosi" la rimproverai leggermente serio stringendole un poco il collo e facendola sussultare "cos'era quello" chiesi malizioso
"non era niente, dai andiamo a cenare" finii troncando la conversazione rossa in viso.
La cena fu silenziosa data la stanchezza di entrambi, ma appena andammo a letto si scatenò, era la seconda volta che uscivamo da Milano ed era la seconda volta che diventava iperattiva.
"Daddy, non riesco a dormire, facciamo qualcosa" mi ordinò sedendosi sul mio petto; era un ordine euforico ma allo stesso tempo un po' aggressivo.
Nonostante ero divertito dalla sua eccitazione doveva riposare domani avremmo avuto molti via vai, dovevamo essere carichi "va bene faremo un gioco"
"siii"
"ma prima voglio un abbraccio" si intenerii subito e ancora sopra di me mi abbraccio nascondendosi nel mio incavo del collo "baciami il pomo"
le chiesi anche io dolce accarezzandole i capelli; dopo 2 minuti che inizio a coccolarmi piano spensi la luce del comodino e come pianificato si fece prendere dalla dolcezza del momento addormentandosi e con i suoi teneri baci fece addormentare anche a me che prima di chiudere gli occhi la abbracciai forte.
"Driiin" la sveglia scoccò puntualissima alle 4 avevamo dormito pochissimo, ecco perché era importante non stare svegli; sta volta si alzò vigile e con movimento svelto andò a lavarsi la faccia per poi tornare verso di me e guardarmi arrabbiata emanando
"tu; mi hai imbrogliata"
"ah si?" domandai superandola e andando anche io a darmi una sciacquata
"si, come hai potuto"
"non ti è piaciuto coccolare il tuo daddy?" le chiesi sorprendendola da dietro e usando il suo collo come asciugamano
"daii, che scemo che sei" mi rimproverò ridendo.
"Muoviamoci, il Belgio ci aspetta" esultai carico una volta puliti e pettinati e vestiti "andiamo" urlò infine la mia babygirl alle 4.30 di notte, prendendo la sua piccola valigetta siccome le due grandi le avevo impedito di trasportarle anche solo per le scale.
Sembravamo proprio una vera coppia eravamo persino vestiti uguale; entrambi in tuta grigia e air force con occhiali Versace neri con dettagli in argento inclusa la scritta giusto per nascondere le nostre occhiaie e stesso orologio al polso.
"Prima le signore" sottolineai davanti alla grande porte scorrevole del jet sorridendo alla mia babygirl "grazie sire" rispose lei facendo un piccolo inchino divertita.
Senza indugio si abbraccio al mio braccio crollando in un sonno profondo, io volevo seguirla a manetta ma mi persi nella sua bellezza e non sapevo più come uscirne, la continuavo a fissare sembravo ipnotizzato, la sua pelle sotto il tocco del mio pollice era così candida, molto delicatamente le diedi un bacio sulla guancia e come i bambini sorrise ingenuamente quasi come l'avesse percepito. Che cosa mi sta facendo questa ragazzina?.
"Signore mancano 10 minuti e ci siamo" istintivamente mi girai verso Luna notando che aveva una mano cadente che sporgeva dal sedile quasi come fosse stata senza vita, senza pensarci due volte la presi stringendola un poco, ma quella piccola pressione bastò per svegliarla
"che fai" chiese con un sorriso da ebete
"ti stava cadendo" dissi un filo imbarazzato grattandomi la nuca "si?"
"certo" finii sta volta più sicuro.
"Ma, il volo è già finito, voleva vedere tutte le bellissime e bianchissime nuvole; perché non mi hai svegliata prima"
"perché eri troppo bella non ce la facevo"
"cosa?" chiese rossissima in viso
"siamo atterrati signore", interrompe quel momento magico la voce del pilota dagli autoparlanti "andiamo a goderci le nostre vacanze" dissi felice slacciando le cinture e scendendo insieme mano nella mano.

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