Cap. 53 ecografia

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Oscar
"Daddy dormi se no domani non lo vedi bene avrai gli occhi talmente chiusi che"
"cosa hai detto?" chiesi malizioso, adoravo quando mi chiamava così e ogni volta che eravamo a letto mi godevo quel suono che usciva dalla sua bocca così innocente ma allo stesso tempo provocante, "che devi dorm "
"prima"
"ti ho chiamato daddy" disse facendosi tutta rossa "ridillo"
" dai dobbiamo dorm "
"è un ordine" precisai
"daddy" disse quasi in un sussurro
"brava ridillo" continuai posizionando le mie labbra vicine alle sue,
"dad" non le feci finire la parola che le catturai la bocca con la mia schiacciandola a letto.
Alla fine dopo essere rimasti entrambi senza ossigeno decise di riposarsi una volta per tutte perché il bambino voleva la mamma tutta per se dato che cominciò a causarle dolorini allo stomaco.
Io ci provai a riposare ma ero troppo felice e in ansia per l'indomani, finalmente avrei visto il mio bambino, ora la sua pancina era cresciuta un poco quindi mi limitai ad appoggiarci una mano come tutte le notti ormai, e nascondermi nel petto della mia babygirl mentre lo alzava e abbassava delicata. Rimasi a ragionare su tutto quello che la vita mi stava regalando fino al suono della sveglia, andammo insieme a portare a scuola jhonny e poi in clinica.
"Eccoci" disse emozionata
"la tua prima volta con me ad una ecografia" continuò prendendomi entrambe le mani
"sei pronta" chiesi stringendole forte
"si tu" chiese portandosi le nostre dita intrecciate sopra il ventre.
Mentre ci scambiavamo parole dolci come due fidanzatini il dottore ci chiamò "signorina Luna" "signora" mi girai correggendolo più spavaldo possibile, rimase un attimo interdetto e aggiunse
"è il vostro turno" un poco irritato
"daii, fai il buono, lui ti farà vedere il tuo bambino" mi sussurrò Luna come una madre.
"Uh è fredda" ammise la mia babygirl dopo che il dottore le spalmava la crema con l'apposito attrezzo "sa, nonostante siano solo tre mesi ieri già ho senti"
"eccolo" esclamò il dottore che era impegnato a cercare quella creaturina dentro quel piccolo schermo, i nostri occhi in contemporaneo saettarono sulla tv alla velocità della luce e vedemmo una semplice sacca dove dentro cera il bambino, con gli occhi volli bucarla e vederlo mi divertii a immaginare come era dentro anche se vedevo solo venature intorno a una piccola e sottile membrana, subito la seguii il battito veloce e deciso, come quello di un cavallo
"qui dentro ce uno stallone" commentò il dottore e io preso dalla dolcezza del momento aggiunsi
"lo può dire forte dottore" non ero neanche più arrabbiato con lui in quel momento, provavo solo infinta dolcezza e amore, mi ripresi e mi voltai verso la cosa o meglio la persona più importante in quel momento, lei, "l'hai sentito?" sussurrò
"si è forte il nostro bambino" continuai io baciandole la fronte, anche se era una semplice ecografia per me, per me che ero cresciuto a suon di botte e muri in faccia per me era il paradiso e non desideravo altro.
"Comunque per ora è tutto apposto alla prossima, signora" disse calcando sull'ultima parola
"alla prossima, dottore" gli feci il verso io aiutando la mia lady a scendere dal lettino.
Decidemmo di tornare a casa passeggiando e immaginandoci come sarebbe stato
"sarà uguale a jhonny un bel biondino"
"ma lui non so da dove abbia preso quel biondo, pensavo se ne sarebbe andato ad un anno quel colore ma ora ne ha cinque ed è ancora biondo"
"mia madre, lei si era bionda, ecco da chi ha preso" confessai guardando per terra, dire tutto questo ad alta voce mi aveva sconfortato era una sensazione nuova per me quindi non ebbi il coraggio di alzare lo sguardo ma lei che ormai mi conosceva a memoria prese i suoi palmi e me li appoggiò sulle tempie alzandomi delicata il viso e dicendo
"sono sicura che la tua mamma era bellissima, sarebbe fiera di te" volevo rispondere con un semplice grazie per poi darle un abbraccio e come facevamo sempre condividere con lei e con la sua anima tutte le emozioni che stavo provando in quel momento ma una coccinella le si appoggiò sul nasino, in fretta osò e disse
"coccinellina fai che nasca una bambina bella come la sorellina di daddy" e come per magia l'insettino volò lontano come se stesse andando ad esaudire la sua richiesta, un poco incerta ritornò con gli occhi su di me sperando di non aver detto qualcosa di troppo, ma ormai lei poteva pure accoltellarmi che l'avrei amata di più ad ogni affondo che faceva.
Ci guardammo negli occhi e non resistetti più dandole un lungo abbraccio mi persi in lei così tanto che rischiai di fare male anche al bambino infatti nonostante le sue braccia mi circondavano più bene che poteva emise un suono di dolore soffocato e mi accorsi sciogliendo il tutto.
Ormai facevamo così ogni volta davamo spettacolo nelle strade del Giappone non accorgendoci degli occhi che ci guardavano e delle bocche che sussurravano cose dolci e cattive.

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