Cap. 43 Vacanze finite

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Oscar

Quella magica notte decidemmo di dormire lì per terra davanti al camino coperti solo da un lenzuolo leggero. Come se non volessimo abbandonare quella zona della casa come se spostandoci la magia sarebbe finita e saremmo tornati quelli di sempre.
Nel buio la vedevo che continuava a muoversi e cambiare posizione; era abbastanza buffa come se si fosse pentita e avesse paura che ora le cose e i modi di fare sarebbero cambiati.
Era bellissima sembrava una dea del fuoco mentre dormiva nella sua tana fatta di fiamme. All'ennesimo movimento brusco e fatto di colpo la abbracciai cingendola bene fra il mio petto e le mie braccia accarezzandole un poco i capelli lunghi finché si rilassò completamente addormentandosi. "Ahime è finita la nostra vacanza" commentai ancora sotto le coperte
"bhe direi che l'abbiamo conclusa abbastanza bene no" rispose lei leggermente timida e sorridente giocando con un mio ciuffetto di peli nel petto
"benissimo bimba" finii io togliendo la sua mano dal mio petto e intrecciandola subito con la mia. Appena scesi dalla macchina trovammo subito i suoi amici ad aspettarci fuori casa.
Non gli diedero neanche il tempo di mettere giù i bagagli che le saltarono addosso abbracciandola e facendola quasi cadere.
Ero felice per lei, aveva trovato delle brave persone che le volevano bene e tutto.
Ma la mia gelosia si era moltiplicata quindi dentro di me mi rodeva e non poco.
Senza salutare andai dentro prendendo le valigie e rifiutando gli aiuti dei miei uomini portai tutto dentro.
Lei era ancora fuori un poco irritato feci il finto bravo ragazzo andando in giardino e vedendola che stava ancora scherzando con i compagni ordinai gentile "Luna oggi sei stanca, vedrai i tuoi amici domani dai vieni dentro"
"va bene d...dolce autista mio" si corresse subito.
In questo lasso di tempo eravamo sempre insieme e si era abituata a chiamarmi in quel modo menomale che non ci ha fatto scoprire.
"Daddy solo a casa piccola" le precisai appena entrò e fummo soli
"si lo so mi ero confusa daddy"
"devo punirti monella"
"certo papino dimmi cosa fare"
"a 90 sul divano in fretta".
Le diedi venti sculacciate, la cosa le piaceva molto praticamente stava colando sul divano, la obbligai a leccare i suoi umori e eccitato dalla scena decisi di prenderla lì seduta stante. Non ne avevo mai abbastanza della mia babygirl.

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