Cap. 45 Era tutto fin troppo bello...

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Luna

Pensavo di aver raggiunto la soglia di felicità che si potesse ottenere nella vita, il bicchiere ora era tutto pieno anzi stava strabordando. Avevo completato il mio cammino verso il ritrovare me stessa, la porta della gioia mi aspettava e attendeva di essere aperta.
Non rimaneva più ne sofferenza ne inganni ne tranelli solo amore e spensieratezza tutto solo per me per godermela tutto.
"Amore stasera cenetta?" chiese daddy circondandomi i fianchi
"certo daddy dove mi porti"
"ristorante italiano che ne dici?"
"ho già la acquolina in bocca" finii io mettendo le mie mani sopra le sue che erano molto vicine al mio ventre.
Arrossii e sorrisi al nulla immaginando una me adulta e incinta del mio daddy, un bel maschietto come lui pensai.
"Era tutto buonissimo mammamia mi sono abbuffata hahah" dissi ridendo una volta in macchina "voglio una quarta mi raccomando eh"
"pensi solo a quelle" commentai capricciosa facendo il broncio seguito subito dal solletico di daddy in pancia; subito dopo, appena daddy tolse le mani mi venne un terribile mal di pancia
"ho un po' di mal di pancia" informai daddy;
"appena torniamo a casa ti do la medicina va bene piccola" mi tranquillizzò lui.
"Frena mi sta salendo tutto" ordinai più tardi in fretta mentre stava guidando; immediatamente frenò e per strada mi piegai vomitando tutta la cena
"ti porto a casa e vado a fargli il culo" disse arrabbiato daddy
"no tranquillo tu mi hai fatto il solletico pianissimo e delicato e quello che ci hanno servito era buonissimo, sarà solo il mio stomaco, a volte capita" conclusi infine accarezzandogli una mano per tranquillizzarlo.
Durante il resto del viaggio crollai dalla stanchezza infatti mi sentii sollevare e portare dentro.
Nei giorni successivi migliorai ma non del tutto a volte mi prendevano dei lievi mal di testa o cali di zucchero improvvisi e senza senso ma mi tenni tutto dentro, non volevo preoccuparlo inutilmente. "Guarda ti piace?" gli chiesi entusiasta mostrandogli il disegno che avevo fatto per lui; raffigurava me e lui il giorno del suo compleanno che ci baciavamo, "sembra solo ieri piccola" osservò malinconico "lo so ne abbiamo fatta di strada" conclusi io appoggiando la fronte sopra la sua.
"Tieni, non perderlo mi raccomandando" feci per dire dandogli il mio capolavoro
"la medicina babygirl"
"non mi piacciono quelle punture" replicai io capricciosa.
Mentre camminavamo per il corridoio facendo un breve calcolo mi accorsi che quando eravamo in vacanza non avevo fatto nessuna puntura, avevamo saltato un mese, forse era per quello che..., continuai a fare pensieri strani anche durante l'azione stessa del somministramento
"oggi ha fatto meno male del solito?" chiese daddy gentile
"che?"
"la puntura dico eri apatica non ti ha fatto male?"
"ah, no non l'ho sentita" ribadii io stordita.
Tornata in camere le tempie mi scoppiavano avevo un forte bruciore e sentivo le vene in testa pulsare tanto, sapevo già quale era la causa, ero preoccupata e anche tanto, continuavo a chiedermi se quella unica puntura che non avevo fatto in quasi due anni era la causa di tutto ciò.
L'indomani sacrificai i soldi per il pranzo falsificai la firma di daddy e uscii due ore prima andando in una farmacia.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri
"Buongiorno, scusi mi può dare... un test di gravidanza" ricordo come dissi in fretta e male quelle due parole, ricordo la sensazione che ebbi dopo aver pagato, non potevo e non volevo prenderlo dalle sue mani, sentivo che era fatto di lava non mi apparteneva non me ne sarei fatta niente a me non serve continuavo a ripetermi.
Mi feci coraggio e lo presi andando a casa lenta e tremolante arrivata ormai alla porta mi composi il più possibile e dissi a daddy di non venirmi a prendere quel giorno sarei tornata da sola, riascoltando era credibile, così procedetti a fare il test.
Ero cosi agitata che la pipi non voleva uscire, aveva paura anche lei pensai, come biasimarla commentai a bassa voce un poco sarcastica.
Alla fine ce la feci rimanevano solo quei due minuti da aspettare per la verità finalmente, rammento che mentre aspettavo volevo piangere già consapevole del peggio ma la speranza mi teneva lucida, passo un interminabile minuto e misi il test sopra il lavandino allontanandomi e iniziando a mangiarmi tutte le unghie passando alla pelle in cosi poco tempo non so neanche io come avevo fatto ma mi bruciavano tutte le estremità delle dita "tin, tin" sentii e tutta vacillante presi l'aggeggio leggendo
"incinta di due mesi"
subito partirono le lacrime pesanti di dolore a rigarmi quasi graffiarmi il volto erano bollenti quasi come stesse piangendo un vulcano, non urlavo ero silenziosa perché piangevo solo per la paura, avevo paura di avere un bambino affrontare questo percorso.
Poi mi sedetti per terra inizia a pensare sul da farsi e ragionai su tutto quello che ora avevo, dentro di me si aggiunse rabbia perché non era giusto era successo troppo improvvisamente da un giorno all'altro senza il minimo avviso, ste cose non avvisano si permettono di stravolgerti la vita e come per magia anni dopo ne sei pure grato.
Riflettei su daddy e su come avrebbe agito sicuro mi avrebbe fatto abortire, la mia scuola stavo eccellendo, stavo dando l'anima per farmi un nome anche solo nei sottotitoli, anche lei tutto rovinato figurati se con un bambino potevo studiare tutta la notte.
Mentre parlavo da sola ad alta voce piangevo, e le lacrime non si fermavano, non volevano, più pensavo a quanto amavo la mia vita a quanto amavo il uomo la mia scuola, non sapevo davvero cosa fare.
Dopo una lunghissima riflessione precisamente rimasi seduta dietro la porta di quel bagno dalle 12 di pomeriggio fino alle 20 di sera, la mia decisione finale che mi fece strappare i capelli dalla rabbia e tristezza fu che dovevo andarmene da Milano al più presto, da sola, daddy mi amava e lo vedevo e lui era diventato in così poco tempo la mia vita ma avevo un altra vita dentro di me e anche se ho pianto tanto per colpa sua sentivo che era già mio figlio non l'avrei mai abortito, ero quasi sicura che daddy mi avrebbe obbligata ad abortire su alcune cose lui non voleva sentire obbiezione neanche da me la sua ormai ragazza.
Dopo aver pianificato un piano piansi per un altra ora, immaginavo il dolore che avrei causato a daddy che sarebbe stato ferito nel profondo un altra volta, mi aveva appena confessato i suoi sentimenti e io ora scappavo da lui, ai miei amici che mi hanno accolto a braccia aperte e io ora gli abbandono penseranno ci ha solo usati se solo sapessero" sussurrai piangendo con la voce spezzata dalla troppa infelicità.
"Sono arrivato" urlo daddy felice entrando in casa e sbattendo la porta, senza indugio mi fiondai nella doccia aprendo l'acqua fredda e lavandomi il volto violentemente, sperando che lui non notasse i miei occhi rossi e gonfi quasi mi avessero presa a pugni le mie guance invecchiate di dieci anni, rigate e scavate dalle lacrime che avevano fatto proprio un solco su tutto il loro percorso.
"Babygirl sei tu" chiese aprendo la porta, mi schiarii la voce rispondendo "sii, mi sto lavando"
"vengo anche io" strizzai i miei occhi doloranti nel panico e obbiettai
"vai di sopra qui non ci stiamo in due
" "tu non ti preoccupare al massimo staremo molto vicini" finii lui malizioso.
Venne in doccia io gli diedi la schiena ma prestò mi girò per baciarmi come era diventata nostra abitudine fare, le coppie fanno anche questo, a mia sorpresa non notò niente di strano mi vedeva bella e non smetteva di ripetermelo, forse l'acqua fredda aveva funzionato.
Il bacio si estese e iniziò a toccarmi dappertutto io finsi di sussultare ansimare e godere ero troppo triste e preoccupata e soprattutto impegnata a non scoppiare a piangere ogni sua attenzione era un colpo dritto al cuore non facevo altro che pensare che andandomene avrei lasciato la mia anima lì nascosta dentro di lui;
quando mi ricordai che dalla fretta non avevo nascosto il test era ancora lì sotto il cesso, con le ultime forze che mi rimanevano per quel giorno ordinai
"daddy ora ti porto in camera da letto e continuiamo la, l'acqua non mi fa sentire bene certe cose" finii il più sexy e credibile possibile "va bene porcellina" rispose lui sculacciandomi
"ho dimenticato l'acqua accesa vado a chiudere il soffione e torno" presi il test e con rabbia lo spaccai nascondendolo nel cestino avrei buttato tutto più tardi.
Tornai e iniziammo a fare l'amore e lui godeva tanto come si gode dopo una lunga giornata di lavoro, io urlavo sempre di più, fingendo
"ma cosa ciucci" commentai io all'ennesima succhiata di tette che mi faceva era stranamente concentrato solo su di loro
"devo far uscire il latte" scherzò continuando il suo lavoretto. Il mio cuore si spezzò e gli occhi iniziarono a bagnarsi, con quella frase avevo realizzato che era l'ultima volta che facevamo l'amore forse anche l'ultima volta per sempre chi lo sapeva. Tirai su col naso e ricacciai le lacrime indietro finsi un orgasmo e lui mi seguii venendo davvero.
Quella notte ricordo non dormii, cercavo di abbracciarlo tutto lo strinsi fortissimo tutto il tempo come una madre protettiva mentre lo guardavo in penombra cercando di memorizzare ogni suo singolo dettaglio facciale ogni smorfia buffa che faceva mentre dormiva persino i respiri contai in quelle ore.

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