Cap. 38 Tra scii freddo e cioccolata anche un poco di amore

3.9K 51 0
                                    

Luna

"Ti faccio scegliere"
"Albergo o affittiamo una villa?"
"Albergo dai non voglio svuotarti le tasche" risposi premurosa
"le mie tasche sono molto profonde sai" obbiettò presuntuoso "dai è deciso prendiamo un hotel"
"va bene sceglierò quello più costoso"
"non capisco perché deve esserci così tanto sfarzo" chiesi infastidita "voglio farti divertire" finii chiudendo il discorso e trascinandomi fuori dall'aeroporto dove ovviamente trovammo una macchina con un autista che ci stava aspettando.
Anche se avevo dormito per quasi un giorno intero ero lo stesso stremata e stanca quindi per la 4 volta mi coricai sulla spalla di daddy che era insieme a me nei sedili posteri.
"Sarà l'ultimo sonnellino che farai, poi ci scateniamo, le prossime notti di questa settimana faremo tutto tranne che dormire" mi sussurrò all'orecchio per poi darmi un bacio sui capelli, facendomi cosi dormire con in volto un sorrisetto stupido.
Mi risvegliai per la frenata improvvisa
"scusate" forse aveva stoppato troppo bruscamente
"fai più attenzione la prossima volta" lo sgridò serio daddy abbracciandomi e uscendo insieme.
Io felice che sorridevo come un ebete pensando alla sua reazione verso quell'autista causata da me dato che anche lui aveva visto che mi ero svegliata di colpo.
"Tranquillo sto bene" lo tranquillizzai sogghignando
"cammina scema" rispose con una voce mista a divertimento e imbarazzato circondandomi la spalla con il suo pesante braccio.
Entrammo nella hall di questo hotel bellissimo fatto interamente di vetro e anche nei piccoli spazi dove il muro era indispensabile c'era minuscoli ricami che richiamavano i colori argento grigio e nero "chiudi la boccuccia babygirl, è solo l'entrata questa"
"persone ricche che usano lo sfarzo per riempire gli spazi vuoti" obbiettai sfidandolo
"appena entriamo in camera ti faccio vedere come riempio gli spazi vuoti".
Dopo che strisciò il pass che ci avevano dato per entrare in camera e quindi la fece aprire scivolai dentro svelta gridando "io vado in doccia"
"no aspetta; ti devo far vedere come riempio gli spazi vuoti" aggiunse subito pervertito daddy afferrandomi per la vita da dietro.
Facemmo subito quel posto nostro facendo l'amore in doccia;
"vestiti, andiamo a sciare" mi informò daddy dopo esserci scatenati e con ancora un pochino di fiatone "se magari smetti di stringermi per la vita vado" risposi dato che eravamo ancora seduti uno sopra l'altro sulla panchina di ferro che c'era nella box
"non voglio smettere" pronunciò guardandomi negli occhi
"allora dovremo restare qui per un bel po' ".
In quel momento esistevamo solo noi due il resto del mondo i suoi appuntamenti la mia scuola il lavoro gli amici i nemici nessuno c'era più divenne tutto invisibile ai nostri occhi.
Per quel giorno restammo a fissarci tutto il pomeriggio non accorgendoci neanche del tempo che stava passando per concludere dormimmo abbracciati come se non ne avessimo avuto abbastanza di stare attaccati.
"Questi pantaloni sono enormi hahah"
"mi fanno un culo orribile" affermai scherzosa
"è sempre delizioso" mi rincuorò daddy leccandosi le labbri facendomi ridere.
"Ok, sai come si scia?" mi chiese una volta sopra la collinetta
"non ne ho la minima idea tu"
"ovvio che si"
"stammi dietro così se cadi ti blocco dagli scii" mi raccomandò serio dopo avermi fatto tutto lo spiegone di come si faceva
"si dad... Oscar" mi corressi subito rossa in viso più per l'imbarazzo che per il freddo.
Sciammo per due ore e caddi molte volte deducendo alla fine che gli ordini riuscivo a seguirli bene solo a letto.
"Non mi sento più il viso" dissi togliendomi un guanto e toccando la mia guancia un poco dolorante, "cioccolata?" mi chiese daddy dopo la mia affermazione come premio per aver sopportato il freddo e come una bambina mi si illuminarono gli occhi risposi "sii" in tono allegro.
Entrammo in un bar appena sotto la montagna, era abbastanza grande e aveva un aria di casa molto accogliente e caloroso "due cioccolate grazie" chiese daddy scontroso, cercai di sfumare la sua antipatia con un sorriso sincero alla commessa che sembrava tanto gentile.
"Che scorbutico" commentai a bassa voce, mi guardò con occhi che gridavano "ti sto sfidando" interruppe il nostro fissarci la commessa con le cose che avevamo ordinato, stavo per prendere il tutto per evitare un altra figura di merda quando daddy mi precedette dicendo "grazie bellissima, l'hai preparata tu?"
"certo" rispose rossa in viso
"allora sarà buonissima" continuò lui sempre più malizioso
"mi hai servito una cioccolata fredda" sputai acida senza controllarmi e rendermi conto di cosa mi aveva fatto la gelosia; la ragazza cadde dalle nuvole scusandosi e tornando nel retro del bar
"che scorbutica potresti essere un po' più gentile"
"sei uno stronzo" gli risposi azzerando le nostre distanze
"allontanati, potrei fare una strage ora come ora"
"secondo te qui ce un bagno?" gli sussurrai provocante con la mano sopra il suo ginocchio che saliva lentissima.
Arrivarono le cioccolate e daddy diede un extra alla commessa dicendole "noi andiamo in bagno" per poi farle un occhiolino "non si può entrare in due" obbiettò infastidita
"non ho sentito" rispose daddy allungandole altri soldi
"ecco la chiave" finii lei irritata al mio contrario che ridevo sotto i baffi fiera.

Oscar

"Fai silenzio piccola"
le ordinai tra un bacio e l'altro già affannato
"fai silenzio tu"
rispose lei staccandosi dal bacio e iniziando a scendere sfiorandomi tutto il petto mentre mi slacciava la cintura e subito dopo il bottone dei pantaloni aprendo anche la zip, introdusse una mano nei miei pantaloni mentre mi dava baci umidi sui fianchi iniziando a massaggiarmelo dalle mutande
"vai giù babygirl" le comandai iniziando ad accarezzarle i capelli molto eccitato
"si daddy" rispose ubbidiente tirandolo fuori e senza indugiare troppo sta volta lo prese subito in bocca iniziando a muovere la testa prima in avanti poi indietro usando anche la lingua finché non diventò di marmo, ma dato che volevo venire dentro di lei la alzai spogliandola di fretta e penetrandola, era molto bagnata quindi venne subito seguita da me che mi svuotai dentro di lei. "Vestiti che andiamo"
"aspetta; prima..."
"cosa" le chiesi sensuale sapendo cosa stava cercando di dire
"prima deve scendere"
"cosa" ripetei
"la tua sborra" concluse un poco imbarazzata
"no.
"Voglio che ti rimanga dentro"
"andiamo" finii uscendo seguito dalla mia babygirl che faceva fatica a camminare data la sostanza calda fra le sue cosce.
"Domani che si fa" mi chiese stremata con il capo poggiato sul mio pettorale "pattiniamo"
"sai farlo questo"
"questo si" rispose convinta baciandomi il petto vicino al capezzolo
"che fai furbetta" chiesi curioso del gesto, non ricevetti una risposta ma solo un altro bacio gracile sulle labbra poi per puro caso iniziammo a guardarci negli occhi nella penombra con quella minima luce che bastava per scorgere tutti i dettagli meravigliosi dei suoi occhi da cerbiatto marroni e dei miei verdi; dopo esserci studiati alla perfezione sigillammo il tutto con un altro bacio molto più profondo e delicato del primo che nonostante era di una leggerezza unica ci fece cadere nelle braccia di morfeo all'istante.

Fuck Me DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora