Cap. 44 Ti amo anche io

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Oscar

Passò un mese e non ci furono più parole d'amore tra di noi ma comunque tante dimostrazioni da entrambe le parti.
Rammento ancora quella sera come se fosse ieri come se fosse passata un ora o addirittura un secondo "daddy io ti amo" quella frase per tutto questo tempo non aveva mai smesso di girarmi per la testa aveva un posto fisso dentro i miei pensieri ormai.
Anche io provavo qualcosa ma avevo paura, paura che dopo quelle parole sarebbe finita la magia, che codardo pensai tra me e me.
Ero sul divano a rispondere a delle email quando la vidi raggiante e bellissima come sempre, anche con una semplice divisa scolastica, venne verso da me abbracciandomi e entusiasta mi comunicò "daddy oggi mi ha convocato la prof di lettere comunicandomi che data la mia bravura superiore a tutti i miei compagni mi avrebbero fatto passare alla classe successiva" urlo quasi stringendomi ancora più forte
"brava amore mio sono fiero di te" risposi ricambiando l'abbraccio con altrettanto entusiasmo
"ma così non starai più insieme ai tuoi compagni" ribadii premuroso e un poco preoccupato
"si lo so, però ci sarà Jeremy, almeno lui lo conosco dai",
"quello che non ti toglie gli occhi di dosso"
"si è lui ma non mi guarda mai dai haha".
Feci uno scatto portandola sotto di me nel divano e bloccandola minaccioso sotto il mio corpo, lei spaventata precisò
"se vuoi non ci parlo proprio, te lo prometto daddy, ti prego liberami mi stai spaventando" le afferrai forte i fianchi ringhiandole contro
"tu non salirai di livello starai lì con i tuoi compagni"
"non puoi privarmi di questa opportunità solo per la tua gelosia Oscar".
Dopo che disse il mio nome allentai di poco la presa come risvegliato dal trans in qui ero prima, era la prima litigata dopo tanto, ovviamente, causata da me.
"Se vuoi che ti lasci dovrai dire a tutti la verità"
"manca poco e avrai 18 anni"
"e potrai stare con me liberamente"
"lui deve sapere che sei mia".
Non le diedi neanche il tempo di rispondere che incominciai a marchiarle tutto il collo, lo resi pieno di lividi rossi poi la spogliai e marchiai il seno tondo e prosperoso passando al ventre.
Lei faceva piccoli sospiri, cercava di ribattere e rispondere al mio ordine iniziale ma la zittivo con un dito nelle labbra che poi le ficcavo in bocca con dolcezza e subito lo gustava.
Finii un altra settimana e alla fine pagai un paio di persone per spostare quel Jeremy dalla classe della mia piccola; non ce l'avevo fatta la gelosia aveva avuto la meglio.
Ricordo ancora quel giorno contrariata venne verso di me sbattendo i piedi per terra e chiedendomi "perchè"
"perchè si" mi limitai a dire io
"non ti fidi di me"
"non mi fido di lui" riformulai io.
Dopo la breve discussione però si arrese accettando il tutto.
Stavo camminando per il corridoio volevo consegnare alcune lettere a Luna mandate dai suoi genitori ogni tanto volevano sapere come le andavano le cose qui.
Quando la sentii ridere rumorosamente con la sua amica Andrea; decisi di origliare sapendo che era una cosa sbagliata
"si l'ho fatto però non sono bravissima" rispose la mia babygirl timidamente
"dimmi la tua posizione preferita" chiese curiosa Andrea
"missionario, vado sul classico mi piace la sua possente figura schiacciata su di me che mi prende" comunicò un poco timida Luna
"no io preferisco dominare mi piace cavalcare" ribadii fiera l'altra
"sei una sporcacciona Andrea hahah" e finirono per scoppiare a ridere entrambe.
Bussai, entrando trovai la mia bella sdraiata sul letto con la testa appoggiata al cuscino che giocava con una sua ciocca di capelli arricciandola con le dita "queste sono per te" le diedi le lettere svelto e mi dileguai "grazie" ebbi il tempo di sentire.
Più tardi salii di nuovo di sopra, volevo sapere come stava dopo le lettere e confortarla un po' se ce ne era bisogno
"ehi" salutai una volta entrato
"mio padre sta meglio" disse con gli occhi un poco lucidi alzando lo sguardo verso di me, come per chiedere una spalla su cui piangere
"piccola che bella notizia" ribadii affrettandomi a raggiungerla nel letto prima dell'uragano.
Come pensavo appena la abbracciai scoppiò a piangere farfugliando
"avevo tanta paura per lui"
"è andato tutto bene tranquilla bimba" continuavo a ripeterle baciandole tra una pausa e l'altra la nuca.
Si sfogò e finì tutte le lacrime e la mia maglietta zuppa ne era la prova, quindi inizio a guardarmi con il viso arrosato che la rendeva ancora più bella e i capelli scompigliati.
Tirò su col naso e pronunciò "grazie papino"
"tranquilla sarò sempre qui a coccolarti e consolarti, ogni volta che ne avrai bisogno"
"ora riposa dai" comandai gentile facendo per girarle il viso sul mio petto con una carezza
"non voglio dormire" rispose sorprendendomi e facendosi coraggio iniziò a baciarmi le guance e la bocca, diciamo pure tutto il viso.
"E cosa vuoi fare" chiesi malizioso
"vuoi fare il missionario" continuai rispondendomi e provocandola
"come hai osato" obbiettò scherzosa e offesa
"ops" feci per dire cominciando a baciarla con foga e mettendomi subito sopra di lei premendo il mio petto e ventre contro i suoi morbidi fianchi fatti di panna.
Con dolcezza le circondai il viso con le mie mani nodose riprendendo a baciarla con vigore, le su dita desiderose di spogliarmi tutto giocavano sulla mia schiena disegnando cuori immaginari.
Ci spogliammo e facemmo l'amore in un modo romantico e lento.
Durante tutto l'atto ci guardammo negli occhi gli chiudevamo solo quando i gemiti ci sovrastavano e dovevamo concentrarci sul piacere, poi appena passava il momento gli riaprivamo insieme sorridendoci complici.
Ora eravamo entrambi sdraiati, lei sul letto e io con la testa sopra il suo petto dalla parte del cuore. Sembrava volere uscirle dal petto, sogghignai pensando che era a causa mia tutto quel battere freneticamente e guardandola negli occhi affermai
"il tuo cuore batte fortissimo per me, si vede che mi ami piccola" in men che non si dica le si illuminarono gli occhi e inizio ad avvampare
"ora mi credi" chiese tra i bisbigli, e dentro il mio piccolo cervello ci fu una rivelazione una risposta per essere precisi perché il suo cuore batteva cosi, perché mi regalava baci improvvisi anche quando meritavo solo schiaffi perché mi parlava gentilmente nonostante le dedicavo solo insulti. Finalmente guardai questi gesti con l'occhio dell'amore dato che anche io in primis la amavo ma non ricambiavo perché in qualche subdolo e nascosto modo il mio cervello aveva fatto sii che io pensassi che le sue parole erano solo menzogne e per questo mi ostinavo a convincermi di non ricambiare nulla di tutto ciò e me ne resi conto purtroppo solo in quel momento troppo tardi, avrei potuto vivermela molto di più, non che ora non potessi ma quando ti accorgi di essere innamorato non ti vuoi più perdere niente e... devo smetterla pensai stavo facendo un discorso lunghissimo solo dentro la mia testa dovevo dirglielo.
Mi feci coraggio mi schiarì la voce e dissi "certo piccola e anche io penso di amarti" anzi, ne sono convinto "io ti amo" "credo di averti sempre amata babygirl".
Il suo viso iniziò a bruciare ed io a sudare freddo, lo avevo fatto, mi ero confessato, ancora non ci credevo era impossibile che quelle parole furono uscite proprio dalla mia bocca.
Anche Luna era incredula dato che stava in silenzio a fissarmi e diventare sempre più rossa.
"Mi ami?" domandò tremante con voce flebile
"si" risposi convinto anche se ero molto agitato
"tu mi ami?" ridomandai io timoroso della risposta
"certo con tutto il mio cuore e tutta me stessa"
"anche io ti amo" ripetei sta volta più felice e consapevole
"voglio sentirti dirlo mentre ti tengo tutto dentro di me"
"non sai da quanto tempo sogno sto giorno e sta precisa scena" aggiunse mettendosi sopra di me e iniziando a strusciarsi sul mio pacco appena ritornato rilassato con ancora i capelli un poco sudati per il primo round e il viso rossissimo.
Era mozzafiato "sei bellissima" pensai ad alta voce "grazie" rispose timida fermandosi "prego babygirl" "non ti fermare bimba" la spronai prendendole i fianchi e aiutandola a fare avanti e indietro.
Oramai eravamo sfrenati il nostro miglior modo per dimostrarci amore era quello ansimavamo senza pudore o vergogna.
Saltava sopra di me come impazzita, voleva raggiungere l'orgasmo più in fretta possibile, voleva sentirsi dire le due paroline magiche.
"piccola sto venendo" mi sforzai di dire in preda degli spasmi "ti amo papino" rispose lei venendo
"ti amo tanto anche io piccola" conclusi io svuotando il mio seme dentro di lei.
Restammo in quella posizione io dentro di lei ancora per mezz'ora, petto contro petto e tante carezze e parole dolci mischiate a baci delicati sulle spalle collo bocca viso.

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