Cap. 14 Scuse

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Luna

Mi svegliai circondata dalle braccia di daddy ormai a me famigliari e la cosa che mi sorprese era che anche io avevo le mani sopra le sue che circondavano appunto i miei fianchi era come se per quanto lo odiassi e per quanto ieri alla fine eravamo entrambi incazzati la notte ci aveva avvicinati perché dopo tutto credo che di notte i cervelli si spengano e si segue solo quello che dice il cuore è tutto d'istinto.
Feci un sorriso a pensare quelle cose ma poi le scaccia subito dalla testa lui era cattivo un mostro e i mostri non hanno un cuore si è proprio così, devo smetterla di pensare che possa nascere qualcosa se alla base è tutto cenere come fa a sbocciare un fiore come minimo ci dovrebbe essere terreno fertile il seme poi lo metto io ma qui era tutto bruciato la vita non poteva nascere dal bruciato.
Lui stava ancora dormendo così decisi di andare in camera mia a farmi una doccia perché sapevo che se la avessi fatta da lui sicuramente saremmo finiti a letto perché era dura da ammettere ma quando si trattava di attrazione fisica per quanto mi sforzassi mi era impossibile resistergli.
Arrivando davanti alla stanza e vedendo la porta sfondata mi ricordai di quello che era successo la notte precedente e che ci sarebbe stata anche una punizione e la rabbia che avevo verso di lui si tramutò subito in paura. Temevo una nuova punizione, escogitata in modo da farmi soffrire tanto. Fortunatamente sotto il getto della doccia riuscì a rilassarmi un attimo e a non pensare alla mia futura castigazione, immaginando che l'acqua che ricadeva sul mio corpo potesse portare con sé anche i miei problemi e quindi allontanarli da me per sempre.
Quando finì misi dei pantaloni della tuta grigi e una canottiera con il pizzo nella parte superiore, asciugai i capelli col phon legandoli in una coda alta. Scesi di sotto e trovai Brenda intenta a cucinare i pancake, mi avvicinai a lei per darle il buongiorno e per assaggiare quelle prelibatezze quando senti quella voce fastidiosa del mio padrone dire
"buongiorno belle donzelle" Brenda si affrettò a ricambiare il saluto mentre io lo ignorai completamente rigirandomi verso la domestica.
Improvvisamente mi sentii cingere con una mano i fianchi mentre l'altra scendeva verso una mia chiappa quando mi disse
"ho detto buongiorno" diventai più rossa di un peperone per la presenza di Brenda lei capì e si girò dall'altra parte facendo finta di pulire il bancone.
Ricambia subito il suo buongiorno temendo che sarebbe sceso ancora più in basso, mentre mi chiedevo se aveva un minimo di pudore e vergogna, probabilmente no.
Ci sedemmo a mangiare e non scambiammo parola nel mentre, quando finimmo si alzò dicendomi solo vieni in camera mia per poi andarsene.
Ero nel panico, inizia a piangere ero stanca delle punizioni erano davvero perfide, cosi Brenda si girò verso di me e venne ad abbracciarmi dicendomi di non opporre più resistenza perché non potevo batterlo e di andare da lui e chiedergli scusa.
Lei supponeva che così si sarebbe calmato, provai a spiegarle che era un abominio e che non sarebbe servito a niente far finta di essere pentita, ma lei mi pregò di provarci lo stesso.

Oscar

Aprì la porta di camera mia e la trovai già seduta sul letto. Mi avvicinai e prima che potessi proferire parola mi precedette dicendo "scusa daddy" poi fece una pausa e continuò "ieri non avrei dovuto fare quella scenata lo so, solo che ci tenevo tanto e sono un po' andata oltre i limiti" ero abbastanza sorpreso delle sue scuse, ovviamente sapevo che non erano sincere, ma il punto era che non pensavo che una persona orgogliosa come lei potesse chiedere scusa, soprattutto perché aveva anche un po' ragione.
Era lì a gambe incrociate e con le mani intrecciate rivolte verso il basso. Seppure io volevo perdonarla non potevo, ero il suo daddy e come tale mi doveva rispettare doveva avere timore di me almeno in parte o non mi avrebbe più preso sul serio, quindi doveva subire le conseguenze del suo gesto perciò presi fiato e le dissi "babygirl apprezzo molto le tue scuse ma ormai è tardi non dovevi farlo fin dal principio" dopo questa mia affermazione vidi la sua espressione trasformarsi in arrabbiata, ma non manifestava la sua disapprovazione per paura di aggravare la situazione.
Mi sedetti sul letto e detti dei colpetti sulle mie ginocchia e le dissi
"dai su piccolina vieni qui a pancia in giù cercherò di essere veloce". Con un po' di preoccupazione venne verso di me sdraiandosi a pancia in giù sulle mie ginocchia regalandomi la vista migliore di sempre.
"Ti darò 20 sculacciate e ad ogni sculacciata dovrai dirmi scusa papino va bene?" le domandai con tono autoritario "come vuoi daddy" rispose lei intimorita.
Scoprì il suo morbido culo e iniziai a passarci la mano per riscaldarlo poi partì con la prima sculacciata sentì un flebile
"scusa papino"
continuai così fino alla 20esima sculacciata, quando avevo finito il suo culetto era rosso fuoco e pulsante, ci stampai sopra un bacio come segno di scuse infondo lui non aveva fatto niente era la sua padrona che era davvero una ragazza impertinente a cui piace infrangere le regole.
Le rimisi le mutandine e i pantaloni della tuta dicendole "ora alzati".
Lei si alzò e io ripresi il discorso con "cosa vuoi fare oggi".
Dato che era domenica avevo pensato di portarla fuori giusto per conoscerla un po' meglio e per farmi perdonare, lei rimase abbastanza stupita dalla mia domanda si vedeva che non se lo aspettava affatto.

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