cap. 50 Jhonny

2.7K 44 0
                                    

Oscar

Passammo le successive ore di quella mattinata a cercare di parlare nonostante ogni tanto anzi spesso ci perdevamo tra i baci e sguardi.
Era riuscita a dirmi che dopo nostro figlio si riprese e dette il massimo per lui riuscendo ad entrate appunto in questa compagnia farsi un nome e lavorare per persone più o meno benestanti, insomma se la cavava bene, ero fiero di lei sapevo che con o senza di me avrebbe fatto qualcosa sarebbe stata qualcuno, lei era come me, una guerriera che combatte contro la vita che non fa altro che darle schiaffi in faccia.
Mentre mi ero perso ad osservarla fiero e incantato mi sorrise dicendo
"che dici oggi lo vai a prendere tu oggi"
"chi" sorrisi spaesato e curioso, mi strinse una mano e disse gentile "nostro figlio" a sentire quella parola le sorrisi anche io a 32 denti,
nostro,
una cosa che avevamo creato noi due insieme solo noi due solo nostro frutto del nostro amore,volevo essere perfetto per lui, e volevo andare a prenderlo, ma dall'altra parte avevo paura lui era la cosa più pura che avevo fatto in vita mia
senza accorgermene mi misi a riflettere un poco; lei vedendomi come se mi stesse leggendo nel pensiero aggiunse
"ehi, sono sicura che sarai un ottimo papà okay"
"sei la mia vita e diventerai anche la sua"
"è un bambino dolce e ingenuo prendilo da scuola e portalo al bar di fronte, lui ti dirà cosa gli piace tanto d'accordo?"
"ci provo" dissi facendomi coraggio "ho già avvisato la maestra, tra poco esce, devi andare" disse sorridente ma un poco malinconica "oh, va bene" non volevo separarmi da lei, l'unica cosa che mi rincuorava era che sarei stato con mio figlio che era già diventato molto importante per me.
"Buona fortuna daddy" mi disse una volta arrivati alla porta, a quella parola un brivido mi attraversò la spina dorsale ma provai a non pensarci, non era il momento; ci demmo un timido bacio a stampo quasi come fosse stata la prima parola di una nuova storia una nuova occasione per noi due; un nuovo inizio.
Eccolo era lì, era bellissimo biondo con gli occhi azzurri eravamo identici nei lineamenti però, nessuno di noi due aveva sti tratti e colori ma mia madre, aveva i suoi stessi occhi, potevo vederlo in lei, per ora me lo sarei tenuto per me, era meglio che nessuno sapesse questo dettaglio insignificante; faceva solo male.
"Ehii", ciao mi fece col dito e io ricambiai più amichevole possibile.
Infondo ero un estraneo avevo paura che piangesse aveva solo due anni e non sapeva neanche parlare bene, ma come se mi avesse riconosciuto come se dentro il suo piccolo cuoricino se lo sentisse disse solo "finio viaggio"
"si basta papà non andrà più da nessuna parte" dissi dirigendomi insieme lui in braccio a me verso il bar.
"Pisacchio pisacchio" iniziò subito a esultare, non capii era ancora un poco difficile per me il suo linguaggio ma quando entrammo dentro e presi in mano il menù lui subito indicò la brioche al pistacchio e intuii cosa voleva.
"Ahh vuoi questa" feci per dire con voce infantile
"sai cosa devi fare per averla" continuai mentre era sopra un mio ginocchio
"devi dare un bacio grande grande a papino"
"muaa" subito dopo fece con tanto di gesto, mi tinsi un poco di rosso, non potevo crederci già gli volevo un mondo di bene, ordinai il tutto imboccandolo con piccoli pezzettini e per non rischiare gli presi dell'acqua.
Lì vicino c'era un parco così dato che non era tardi andammo a giocare un poco.
Era un bambino affascinante come la mamma e la nonna non era ingenuo come diceva Luna io lo trovavo solo sincero e molto molto giocoso e pieno di energie, i suoi capelli liscissimi e setosi a caschetto continuavano a muoversi mentre saltellava dappertutto, dato che in macchina non potevamo andare perché non era attrezzata per lui facemmo tutto il tragitto così saltellando e correndo in giro come due pazzoidi.

Luna

"Siamo arrivati" strillo un poco daddy appena suonato il campanello, aprí e mi vidi una scena che mi fece sciogliere il cuore, il mio bambino tutto sorridente in braccio al mio bellissimo uomo, mi porsi in avanti per dare un bacio a tutte e due ma il mio ometto geloso quando era il turno di daddy mi prese le guance con le sue manine indirizzando il mio viso di nuovo sul suo, ridemmo insieme tutti e tre e entrarono.
Quel giorno avevo deciso di non lavorare, sarei rimasta a casa.
Passammo tutto il rimanente di quella giornata insieme come una vera famiglia, già pensavo a come tappezzare la casa di quadri che ci raffiguravano tutti e tre sorridenti finalmente e non solo io e jhonny.
"Dai ora andiamo a letto" dissi gentile al piccolo dopo averli fatto la doccia e strapazzato di coccole "ma io volio con te" mi feci le guance rosse a pensare cosa avrei fatto nelle prossime ore e del perchè non potevamo dormire insieme, i grandi occhi color mare di mio figlio mi riportarono con i piedi per terra e risposi
"no oggi non puoi dormire con me, hai il tuo lettino devi iniziare ad usarlo".
Anche se era un pò piagniucolante riuscii a metterlo a letto infine chiusi la porta piano e andai in camera mia.
All'entrata mi bloccai estasiata da un panorama spettacolare, c'era daddy che era appena uscito dalla doccia avvolto da una nuvola di vapore i capelli bagnati che li gocciolavano sui pettorali e intorno alla vita solo un asciugamano bianco.
Rimasi ferma a quella vista, era da tanto che non lo vedevo così, il suo corpo era ancora piu bello e scolpito mi sentii un poco piccola perchè in confronto io avevo messo su qualche chiletto ma mi ricresi quando vidi come mi guardava affamato.
Neanche il tempo di arrossire che me lo ritrovai a repirarmi addosso sulla pelle del collo mentre mi stringeva delicato i fianchi ricoperti solo dalla vestaglia in seta violetto. Si attacò a me bagnandomi tutta in entrambi i sensi; mi sembrò come di scorgerlo mentre cercava di dire qualcosa di sensato, ma in quel momento non volevo parole solo gesti quindi mi misi sulle punte gli diedi un leggero bacio sulle labbra, quando cercai di tornare con i piedi saldi sul pavimento la sua mano che ora era dietro la mia schiena mi fece tornare in alto e lui approfondì il bacio facendo pressione sulla porta.
Involontariamente mi partirono i primi ansimi, daddy lo prese come un incoraggiamento e fece per sfilarmi la vestaglia io sotto le sue nodose mani era tutta un brivido, decise di non sfilarmela completamente ma di toccarmi il sedere mentre mi torurava il collo io presa dall'eccitazione cercai di attacarmi il più possibile al suo corpo muscoloso e duro come se volessi essere presa in braccio.
Mi portò nel letto sensualmente baciandomi per tutto il percorso, entrambi stavamo provando tante emozioni che ci erano mancate e sopratutto tanto piacere; quando sentimmo la porta aprirsi e un piccolo ometto spuntare da fuori piagnucolando
"mammina bene?"
mi si tinsero le guance a riconoscere il mio sbaglio, forse avevamo fatto troppo rumore, fortunatamente avevo ancora la vestaglia indosso cosi mi alzai e lo presi in braccio sorridente portandolo a letto con noi, daddy vestito ancora solo dell'aciugamano intervenne dicendo
"piccolo ti sei spaventato?"
"si" fece l'altro con la testa
"papa stava solo facendo le coccole a mamma"
"achio" fece per indicarsi nostro figlio.
Ci guardammo negli occhi complici e iniziammo a ridere baciando insieme il piccolo, infine andammo a dormire un poco eccitati ma tanto felici mettendo lui in mezzo e prendendoci per mano.

Fuck Me DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora