Cap. 59 Lettera e richieste

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Oscar

Dopo aver salvato la bambina mi fecero uscire per ricucirla e vedere se non era a rischio di emorragia e cose varie.
Prima tentennai un poco non capivo che bisogno c'era di sbarazzarsi di me, ma poi uscii pensando al suo bene e mettendola per prima; ne approfittai per andare a chiamare i miei uomini, mi informarono che quel pazzo mi aveva rintracciato grazie a dei documenti rubati;
A quanto pare quella volta dell'allarme antifurto era stato quel pezzo di merda aveva fatto le copie e se ne era andato indisturbato mi salii il nervosismo al cervello, ero stato così stupido a pensare che non si era trattato di niente, appena conclusi la chiamata giurai a me stesso di non abbassare mai più la guardia.
Dopo andai a prendere una cosa che volevo farle da tempo e che ora finalmente potevo darle.
"Guarda sta aprendo gli occhietti" disse emozionata Luna sotto di me in sedia a rotelle mentre con una mano accarezzava l'incubatrice delicatamente quasi fosse stata la pelle di Annabel,
"è uguale a te" sussurrai al suo orecchio abbassandomi e dandole un bacio caldo sulla guancia ancora arrossata per lo sforzo di prima mentre ammiravamo quella dea greca, aveva capelli neri e lisci e i suoi occhi erano di un nero ammagliante sembrava che fossero stati rubati al buio in persona e appena gli guardavi eri in trappola e ormai eri suo, se quegli occhi te lo avessero chiesto tu avresti fatto qualunque cose pur di soddisfargli.
"La mia piccola Annabel" disse lieve e una lacrima solitaria le rigò il viso
"ehi presto la potrai riabbracciare" la rincuorai baciandole il palmo della mano finalmente libero da tutti quegli aghi.
"Andiamo in camera, devo darti una cosa" le proposi e lei annui quindi la portai.

Luna

Era dietro di me che mi trasportava nella stanza come un marito amorevole.
Ancora mi faceva un po' male la testa e sotto il ventre ma ero felice perché più tardi avremmo finalmente rivisto il nostro bambino e gli avremmo potuto far conoscere la sorellina.
"Tranquillo ce la faccio" dissi gentile a daddy che voleva sollevarmi dalla sedia per mettermi nel letto come un anziana nonnina.
Appena mi misi comoda mi guardò con occhi strani che non riuscii a interpretare e mi diede un lungo bacio che ricambiai mettendogli una delle mie mani con ancora le unghie rotte sul petto la poggiai delicatamente e premetti un pochino.
Dopò il bacio tiro fuori dalla sua tasca dei jeans una busta , me la diede e mi disse leggila.
Io aprii, era un testo medio lungo scritto a mano, mi persi a vedere i dettagli e la cura con cui aveva fatto il tutto, di fianco c'era il disegno che gli avevo fatto anni fa di noi, il suo primo compleanno insieme "l'hai conservato" esclamai a bassa voce accarezzando la carta un poco ripiegata
"si era l'ultima cosa che mi avevi lasciato e l'ho sempre tenuto con me ,ci sono finite tante lacrime lì sopra ora leggi ad alta voce" e così feci.

Inizio col dirti scusa

Scusami di averti trattata male

Scusami di averti privata di una vita sociale come quella di tutte le altre ragazze

Scusami di averti fatta soffrire da sola e di non averti preso la mano abbastanza volte

Scusami di averti separata dai tuoi genitori troppo in fretta

Scusami se sono stato egoista e ti volevo tutta per me e ho punito te per questo

Scusami se non ti ho protetta abbastanza e ho lasciato che altri ti prendessero e facessero del male

Scusami se non ho capito quando stavi soffrendo e non ho rimediato

Scusami se non ho saputo trasferire il tuo dolore da te a me

Scusami se non riesco ad esprimere a parole d'amore che provo per te

Scusami se a volte sono un totale disastro

Fuck Me DaddyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora