GreenArrow 💚

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Richiesto da:  Camillathor .
Livello: verde
Trama: carta bianca

  Inserisci il codice sul tastierino numerico e la porta di pesante metallo si sblocca. Incroci le braccia al petto mentre percorri il corridoio che conduce ad un'altra porta. I muri di cemento armato sono freddi e grigi, un po' troppo tristi per i tuoi gusti.
Afferri con una mano la cavità si un lato della porta e la trascini, aprendola.
Immediatamente un'allegra risata di bambino invade il corridoio, seguita in fretta dal ritmico cigolio di metallo contro metallo.

  <<Oh ma guarda chi ha deciso di farci visita>> afferma Thea girandosi a guardarti, restando però inginocchiata a terra su un largo tappeto. <<Saluta la mamma Ethan>> continua con dolcezza, appoggiando una mano sulla spalla del piccolo indicandoti con un dito. Ethan sorride da dietro il ciuccio verde, iniziando ad agitare le gambe coperte dalla salopette di jeans.
Scendi le scale tenendo una mano ben stretta al corrimano e raggiungi tuo figlio passando davanti a Oliver che, completamente indifferente, come se non ci fosse nessuno oltre a lui, continua a fare la sua serie di trazioni alla sbarra.

Ti inginocchi sul tappeto abbracciando il piccolo, baciandogli le guance rosee. Lui ti porge una macchina rossa invitandoti a giocare. <<Ma dai, volevo io quella rossa>> afferma Thea, fingendosi offesa e facendo ridere il nipotino che, per consolarla, le indica in camioncino dei pompieri. <<Mmmh.. non c'è che dire; sei sveglio per avere solo un anno>> continua Thea sempre più sorpresa di quanto il suo nipotino sia sveglio e intelligente per essere così piccolo.

  Mentre zia e nipote giocano ti perdi ad osservare tuo marito riflesso nella parete di vetro che separa la "palestra" dalla sua base operativa.
Oliver, ignorando ancora una volta la tua presenza, si appresta ad iniziare il solito circuito di cardio. Ormai il suo torno è imperlato di sudore e i corti capelli sono leggermente appiccicati alla fronte lucida. Ha le guance leggermente arrossate e il respiro pesante per l'allenamento.

  <<Non avete ancora chiarito?>> Ti chiede Thea attirando la tua attenzione. Scuoti la testa passando le dita tra i capelli castani del bambino, cercando di sistemare quei ciuffi ribelli che tendono ad andare verso l'alto contro gravità. <<Sempre il solito?>> Continua cercando di mantenere un tono di voce basso, per evitare di farsi sentire dal fratello maggiore. Annuisci ancora aiutando Ethan a stare in piedi. Lui appoggia le manine sulle tue spalle e ti sorride mentre barcolla cercando di mantenere il suo precario equilibrio.

  Tre giorni fa tu e Oliver avete iniziato una discussione che è andata avanti per 24 ore finché, all'estremo della vostra pazienza, stanchi di litigare, nessuno dei due è più riuscito a mantenere il controllo.
Ci siete urlati addosso anche le più piccole stupidaggini, passando però in fretta a colpire i tasti dolenti l'uno dell'altra.
Quando lui ha tirato fuori il peggior discorso che potesse riportare a galla gli hai tirato un ceffone a mano aperta, lasciandogli quasi il segno delle tue dita e della fede.
Lui aveva preso la giacca, lasciato un bacio al figlioletto che dormita indisturbato nella sua cameretta, ed era uscito imprecando sotto voce.
Per due giorni Oliver non tornò a casa e quando lo fece su tutti i notiziari parlavano di lui e di una misteriosa ragazza bionda.
Da quel momento tra voi è sceso il così detto "silenzio stampa". Non vi parlate, non vi guardate; siete arrivati anche al punto di cambiare stanza ogni volta che uno dei due fa il suo ingresso dove si trova anche l'altro.

  Ethan attira la tua attenzione e sbatti le palpebre alcune volte, tornando in te. Gli sorridi togliendogli il ciuccio per farti dare un bacio. <<È grave questa volta, vero?>> Chiede Thea guardando il nipote rimettersi in bocca il ciuccio e tornando a giocare. Invidi la spensieratezza della sua età. Quando sei così piccolo l'unico grande dubbio è con quale macchinina giocare o se mangiare o meno i broccoli.
Sai che Ethan è ancora troppo piccolo per capire, ma vuoi che il mondo dei grandi stia ancora ben lontano da lui.

Sospiri semplicemente, dando così a Thea la risposta che cerca. Lei scuote la testa e si alza sistemandosi le pieghe sui jeans. <<È l'ora della merenda. Vuoi dei biscotti Eth? Si? Bene, lasciamo mamma e papà a fare i grandi>> afferma all'improvviso prendendo in braccio il piccolo che vi saluta con la manina. <<Ma come? Mi tradisci per dei biscotti?>> Gli chiedi sistemandogli una bretella della salopette, stringendo il bottone.

Saluti i due mentre escono dalla porta di metallo e quando questa si richiude un pesante silenzio cala nella stanza.
Ti guardi intorno vagando lentamente a braccia conserte. Non sei mai rimasta più di tanto ad osservare il sancta sanctorum di Arrow, tantomeno vi siete mai trovati in una situazione come questa.
Tra voi ci sono state discussioni e litigi, come in ogni coppia. Ma mai prima d'ora le cose hanno preso una così brutta piega.
Contro le pareti ci sono ripiani contenenti armi, frecce e archi. Sul pavimento attrezzi da palestra e dietro la parete di vetro la scrivania. Mentre ti avvicini ad essa lo senti; percepisci il suo sguardo su di te mentre se ne resta seduto sulla panca a bere acqua da una borraccia.

Fai passare i vari fogli sotto il tuo sguardo. Sono documenti dell'azienda di famiglia e note tratte dagli archivi della polizia, ricerche per il giustiziere munito di arco e frecce.
Poi, sotto alcuni fogli scarabocchiati a mano trovi alcune vostre foto. Ti si stringe il cuore e sorridi inevitabilmente.
Scuoti la testa prendendo tra le dita la foto del vostro matrimonio, quella che hai sempre odiato perché sorridevi troppo.
E ti ritrovi a morderti il labbro guardando Oliver ritratto nella foto, seduto su una poltrona di un ospedale, con Ethan appena nato sul petto.

  <<Non sapevo le avessi>> sussurri guardando i ricordi stampati su carta lucida. Oliver si alza e cammina nella tua direzione, restando a distanza. Appoggia la spalla alla parete e ti guarda estremamente serio.
<<Non vieni mai qui. Perché sei venuta?>> Ti chiede. Sentite la sua voce profonda dopo tre giorni ti fa tremare. Ogni parte del tuo corpo sembra rilassarsi all'istante.
<<Il confine tra senso di colpa e dolore è sottilissimo>> sussurri tenendo la testa bassa. Sai che se il tuo sguardo incontrasse il suo finiresti per piangere. È sempre così, com lui, dopo una discussione.
Dal canto suo Oliver non è in una situazione diversa. È arrabbiato e stanco; odia litigare con te. Ma odia ancora di più non fare pace con te.
Il suo lavoro è pericoloso e l'ultima cosa che vorrebbe è morire lasciando come ultime parole tra di voi cattiverie gridate.
  <<Non è successo nulla tra me e quella ragazza>> afferma mantenendo un tono distaccato. È ancora arrabbiato, lo senti dalla sua voce. <<Non avrei dovuto darti quello schiaffo>> affermi abbassando la testa volendo cancellare quel momento, renderlo solo un brutto sogno. <<E io non avrei dovuto alzare la voce e dire quelle cose>> si scusa, guardando alla sua sinistra dove fino a poco fa giocavano Ethan e sua sorella.

  <<Forse dovrei andare da Ethan ora>> dichiari dopo attimi interminabili di silenzio, in cui nessuno dei due dice più nulla, rimettendo le foto sulla scrivania e passandogli accanto.
La sua mano però ti ferma, posandosi delicata e decisa sul tuo braccio. Averlo così vicino ti fa sentire inondata dal calore che il suo corpo emana.
Ti chiede di guardarlo mentre una sua mano si posa sulla tua guancia.
E così fai.
Alzi lo sguardo sul suo e ti senti minuscola in confronto alla sua figura. È più alto di te e la sua massa muscolare certo non aiuta.

<<Per quale motivo sei così nervosa?>> Ti chiede, notando che hai iniziato a giocare con le cuticole intorno al tuo pollice sinistro. Intreccia le dita alle tue, prendendoti la mano per bloccare questa tua tortura. <<Abbiamo parlato di tutto ciò che si può discutere nei primi due anni di relazione. Abbiamo un figlio e ti ho visto a torso nudo tante, tantissime volte>> dichiari leccandoti le labbra con la punta delle dita, sentendoti come se fosse il vostro primo incontro. <<Eppure non riesco a smettere di tremare>> concludi deglutendo e abbassando lo sguardo mentre le guance ti vanno a fuoco. Oliver appoggia due dita sotto il tuo mento costringendoti ad alzare nuovamente la testa.
  <<Sei a disagio?>> Ti chiede nascondendo quel sorrisetto velato che ti manda fuori di testa. <<Sei mezzo nudo, sudato e spettinato Oliver. Direi che il disagio è l'ultima cosa che puoi avere da me in questo momento>> lo correggi passando il peso da una gamba all'altra.
  Dopo la nascita di Ethan la vostra intimità è stata un po' accantonata, sia per l'impegno di avere un neonato, sia per il suo lavoro da giustiziere.
Il solo averlo così vicino trasforma le tue ginocchia in gelatina.
  Le sue mani si posano entrambe ai lati del tuo volto e si avvicina lentamente, sfiorando le tue labbra con le sue.

Marvel & DC ( Immagina e one shot)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora