Sono ubriaca di felicità come se avessi assorbita tutta quella che ci circonda e non fossi in grado di trattenerne altra. «Respira. » Mi dice Kyle e io lo faccio perché lui lo ha chiesto.
Il film inizia, le immagini scorrono davanti ai nostri occhi, ma io non le vedo. Sono avvolta dalla presenza di Kyle, dal suo magnetismo, dal suo corpo. Non sono una maliarda, non so neanche da che parte si inizia il gioco della seduzione, so solo quello che sento, so che lui ha passato un braccio sulle mie spalle ed è sempre lui che continua a giocare che con i miei ricci. Guardo lui, che è molto più bello del film.
Sorride, i lineamenti distesi, rilassati.
«Stai guardando nella direzione sbagliata. » Dice.
Io scuoto la testa. « No. È quella giusta. » Rispondo.
Mio nonno mi ricordava sempre una frase di Totò: La felicità è fatta di attimi di dimenticanza diceva. Io non ero mai riuscita a capirla quell'affermazione. Mi era sempre sembrato triste il fatto che non si potesse essere felici sempre. Perché esserlo solo per un attimo quando si può esserlo tutta la vita? Adesso, in questo momento, invece tutto diventa chiaro. Tutti i miei sbagli, le mie esitazioni, le cose dette e non fatte, diventano una strada obbligata per poter arrivare a questo momento di assoluta perfezione che assorbe ogni cosa brutta io abbia vissuto fino ad ora e gli dà un senso. Si può essere felici anche tutta una vita, ma solo attimi come questi che la rendono indimenticabile. Vorrei afferrarlo questo momento, restarci aggrappata. Strano. Se avessi dovuto pensare ad un momento perfetto non lo avrei immaginato così, nella più assoluta normalità. Kyle accanto a me, il suo corpo che mi cinge, le sue dita che si muovono su di me creando un contatto, una connessione, un mondo in cui non esisto più solo io o solo lui, ma siamo diventati un noi. Ed è come esserlo sempre stati. Come se non esistesse un inizio e una fine. Non come due pezzi che creano insieme l'intero, ma come due che hanno scritto nel DNA lo stesso codice.
Kyle infila una mano tra i miei capelli, appoggia la sua nuca sulla mia. « Tornerò sempre da te. Non per scelta, non per caso, ma perché è la mia natura farlo. »
Rimango senza fiato mentre capisco che lui vive le mie stesse emozioni.
Nessuno dei due parla, nessuno ha le necessità di riempire il silenzio con le parole. La comunicazione tra di noi è così profonda che sentiamo uno quello che sente l'altro.
«Non ti piacciono le fragole. » Dico. Lui annuisce. Come lo so? Non ne ho idea. Accade e sembra un miracolo. Kyle mi da un bacio sulla fronte.
«A te non piace prendere il sole.»
«Sì. » Confermo.
Capisco in questo istante cosa significhi sentirsi completi e vivere una vita piena. È possedere la chiave. La vedo, ce l'ho fra le mani, è mia. Per un istante ho paura e questo sgretola tutto fra le mie mani. Vorrei che il tempo si fermasse ora e non andasse più avanti, invece è mio nemico. Tutto si muove, il film, le immagini, Kyle, io. Non posso fare niente e il nostro momento mi è già scivolato dalle dita. La porta si chiede e io torno ad essere la Samantha si sempre.O forse non sono più la stessa. Allora capisco di aver visto l'anima di Kyle, di aver messo a nudo la mia per un attimo e ne voglio ancora e ancora e ancora.
«Perché non sono pronta per fare l'amore ?» Chiedo. Non so neanche perché, ma questa è la prima cosa che mi è passata per la testa.
Lui sposta lo sguardo verso lo schermo. Sembra pensieroso. «Perché per te è un punto d'arrivo. Una tacca da mettere tra le cose fatte. Perché vai di corsa, vuoi volare quando non sei in grado neanche di camminare. »
Le sue parole sono ferme, decise e sono come pugnali conficcati nella carne esposta. La mia prima reazione è di negazione e di rabbia. Scuoto la testa, stringo i pugni sopra le ginocchia dei jeans. Kyle mi vede, mi sente. Porta una delle sue mani sulla mia.
«La forza non serve.» Mormora, ma io sono irritata. Non ho quello che voglio.
«Lo fanno tutti perché noi no? »
«Perché non siamo tutti. Siamo io e te. »
Sospiro, poggio la testa allo schienale. Allora lui mi infila le mani sotto le ascelle e mi sposta in braccio a lui. Mi stringe, mi coccola, mi culla mormorando frasi che neanche riesco a comprendere. Sento solo il suo profumo di uomo, la morbidezza dei suoi capelli che gli si cadono sul collo. Lo abbraccio, lo stringo, mi scaldo su di lui, con lui.
Grugnisce qualcosa Kyle, una protesta o qualcosa del genere. Non ci bado. Il suo collo è a portata della mia bocca. Posso assaggiare e lo faccio prima che possa allontanarsi di nuovo. La scintilla scoppia in un attimo, incendia le viscere, le mie e le sue che infila una mano sotto la mia maglietta e afferra un seno, lo stringe, lo accarezza. Voglio essere baciata. Voglio un bacio, voglio che mi risucchi. Cerco la sua bocca, faccio per avvicinarmi, ma lui si ritrae, si scosta, ride. Vuole giocare con me? O sono io che sto giocando con lui?
Continua a tenere il mio seno in mano. In.questo momento è fermo sopra il mio reggiseno di pizzo rosa, però io so che può muoversi quando vuole, voglio che continui a farlo.
D'un tratto la sua determinazione a non voler fare l'amore con me diventa la mia forza, la mia sicurezza. Qualunque cosa accada lui manterrà la sua parola, perché è lui, perché è così, perché lo fa sempre. Allora posso spingermi oltre. Offrire quello che posso, quello che riesco.
«Piano. Con calma. »
Osserva mentre io ho la sensazione di andare a fuoco. Solo il pollice si muove sotto la maglietta. Solo un movimento lento che non arriva a sfiorare i capezzoli. È lì che vue arrivare? È lì che vuole portarmi? Ho il respiro corto. Lo guardo, mi guarda. Continua. Arriva a sfiorare la punta turgida del seno e io vengo trapassata da un piacere senza pari. Mi inarco, gli conficco le dita nelle spalle, gemo.
« Piano. » Dice strusciando ancora una, due, tre volte. « Vedi come sei sensibile? » Osserva.
Lui continua con la sua tortura. « Immagina la mia bocca qui. » Dice accarezzando ancora il capezzolo. Le parole, quell'immagine si stampa a fuoco nella mia mente. « Sì. » Lo incito. I suoi occhi sono torbidi. La sua eccitazione che va di pari passo con la mia. Adesso lo pretendo un bacio. Questa volta non gli permetto di sfuggirmi. Niente giochi, niente intrighi, trovo le sue labbra, ci poggio sopra le mie. Lui non separa le labbra. Aspetta. Mi lascia fare. Lo lecco, percorro tutto il profilo della sua bocca, lo mordo. Lui sorride ed è mio. O forse io sono sua, perché mi stringe e affonda su di me come il predatore che è. Riversa tutto in questo bacio. La sua forza, il suo desiderio, la sua smania, la sua fragilità nascosta. Pretende tutto allo stesso tempo ed io non posso far altro che concederglielo.
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Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
ChickLitAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...