«Quando arriverà? A che ora?»
«Dove lo aspetto? Dove mi porterà? »Clarisse mi prende per le spalle e mi scuote con decisione. « Non lo so. Non lo so. Non. Lo. So. »
Le sue labbra si muovono, mi sta dicendo qualcosa, ma io non riesco a sentire le parole. Sono finita in una nuova dimensione, in cui tutto si muove a rallentatore, i suoni arrivano ovattati e il mio cervello fa fatica a mettere insieme le informazioni.
«Sam! Una cosa alla volta. » Guardo Clarisse. Questa volta riesco a capirla e le sue parole hanno un effetto calmante sui miei nervi. Se penso troppo arriverò esausta e non è quello che voglio.
«Prima cosa, prendere vestito e scarpe e tornare nel dormitorio. » Continua Clarisse e io la seguo come un automa: cammino, respiro e faccio poco altro.
Quando il mio cervello elabora, anche se con qualche ora di ritardo, il significato di tutto quello che è accaduto, un sorriso ebete mi si stampa sul volto. Kyle è audace, irruento, imprevedibile, impetuoso e quello che chiede è una cosa assurda. Come potrei andare in giro seminuda? E in fondo perché non farlo? Se ho lui vicino, non posso fare qualsiasi cosa?
Non so neanche come arrivo al dormitorio insieme a Clarisse. So solo che in questo momento sto facendo una doccia bollente nel tentativo di rilassare i nervi tesi. Lasciare che l'acqua calda mi scorra sul corpo, massaggiare la pelle con il sapone, lavare i capelli. Tra un po' lo vedrò, tra un po' passerò del tempo con lui. Non so cosa accadrà. So solo che qualsiasi ipotesi io riesca a fare nella mia testa, non mi avvicinerei mai alla realtà. Prepararmi è l'unica cosa che posso fare oltre non perdere la testa. Non che sia semplice per me. Nessuno mi aveva mai detto che anche prepararmi per incontrarlo sarebbe stato emozionante.
Clarisse si muove come una farfalla intorno a me, crema, trucco, capelli, non tralascia nessun dettaglio e quando sono pronta, la donna che vedo nello specchio, è una versione di me molto sofisticata. Riesco a vederla la mia bellezza, acerba, fresca, sfacciata e rimango senza fiato. È questo che Kyle ha sempre visto di me? È questo quello che lo ha sempre affascinato?
«Sì, sei bellissima. » Osserva Clarisse. « Non fare un errore importante, però. » Aggiunge. « Kyle ha avuto molte donne, tutte bellissime. Non è solo la tua bellezza esteriore che lui ama. »
« Cosa? Cos'è che gli piace di me? »
Chiedo con la stessa foga di un assetato nel deserto che cerca una goccia d'acqua. Clarisse scuote la testa.
«Questa è una domanda che non devi fare a me. »
Ha ragione. Come darle torto? Il problema è trovare il coraggio di porla questa domanda. A lui. Cosa gli dirò? Di cosa parleremo? Lo so che non dovrei preoccuparmi di questo dopo il nostro ultimo appuntamento, ciononostante il mio cervello crea sempre nuovi inciampi. È la mia paura di non essere abbastanza che si ripresenta sempre. L'ho affrontata a sconfitta tante volte, eppure lei non ne vuole sapere di scomparire. Si ripresenta affinché io la vinca anche questa volta.
« È ora. » Mi dice Clarisse e il cuore non può che mancare un battito. La osservo mentre prende una sciarpa di seta nera e me la avvicina agli occhi. « Lo ha chiesto Kyle. Sei d'accordo? »
Annuisco in silenzio, mentre lascio che lei mi bendi. Una sorpresa è una sorpresa.
Al buio è lei che mi prende per mano e mi guida non so dove.Senza la vista è tutto differente. È strano, ma invece di essere incerta, la mia normale insicurezza scompare. È come quando da piccola mettevo le mani sugli occhi e mamma e papà fingevano di non vedermi. Dal mio punto di vista loro non potevano vedermi. Ora è lo stesso. Nessuno può vedermi dato che io non posso farlo. Posso solo sentire il vento che mi accarezza la pelle, la mano di Clarisse delicata e sicura che mi fa strada. Finché lui non arriva e tutto il mio corpo si accende alla sua presenza.
Non mi ha toccata. Non è necessario che lo faccia. Sento il suo magnetismo che mi avvolge, il suo richiamo che mi attira come una calamita.
«Perché ti piaccio? » Chiedo.
Kyle si avvicina, lo sento di fronte a me. Posso immaginare l'espressione del suo volto anche senza vederlo. Sorride mentre mi sfiora con lo sguardo.
«Perché non posso farne a meno. »
La sua voce mi scivola addosso e mi fa rabbrividire di piacere, insieme al significato di quello che dice. Non sono solo parole. È qualcosa di più. C'è questo legame che ci unisce, sottile, invisibile e indistruttibile.
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Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
ChickLitAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...