Il mio problema con Kyle è sempre lo stesso. Mi lascia senza fiato, ogni volta che lo incontro o che mi scontro con lui, anche quando sembra io abbia fatto l'abitudine alla sua soverchiante presenza, lui fa qualcosa che ribalta tutto sottosopra. E desidero vederlo e ne dipendo. Ogni istante della mia vita, anche quelli che passo lontana da lui, ruotano intorno alla sua presenza, anche quando il cervello è distratto da altri pensieri, anche quando sono impegnata in altre attività, Kyle c'è sempre, una presenza viva e vitale sotto la mia stessa pelle.
A volte non posso fare a meno di chiedermi se durerà tutto questo. Altre volte mi chiedo come sarebbe possibile dimenticare.Adesso che vado in giro senza slip per i corridoi della scuola, è come se fossi un'altra persona. I primi cinque minuti sono stati di imbarazzo, i secondi cinque di terrore che qualcuno potesse saperlo, poi ho deciso che non potevo restare chiusa in quest'aula per il resto della giornata e mi sono decisa ad uscire ed è strana la sensazione di libertà che ho provato, come chi si ritrova libero quasi fossi stata costretta in un gabbia per tutta la mia vita. Una gabbia invisibile perché c'era sempre stata, quindi impossibile da percepire finché non ne sono stata liberata.
Kyle è ancora nel corridoio e questa volta mi guarda, sorride, complice del segreto che è solo mio e suo, nostro come se potesse vedermi. Non può, è fisicamente impossibile che possa farlo eppure i suoi occhi su di me sono come carboni ardenti. Non è che un istante, niente di più, però l'emozione mi si stampa addosso e mi asfissia.
Sono costretta a procedere oltre, ad oltrepassarlo senza fermarmi, anche se la tentazione di saltargli al collo è fortissima, quasi viscerale, come una calamita.
Non so come, ma riesco a sorpassarlo, giusto in tempo perché la campanella suona l'inizio della nuova lezione.
Il professore di arte mi piace. È brillante dinamico, non bello nel senso classico del termine, ma ha un suo fascino. Il fatto che sia un esperto d'arte in ogni sua forma, lo rende ancora più stimolante. Lui mi riconosce al primo sguardo.
«Signorina Rush.» Mi saluta come ha sempre fatto ogni volta che ho attraversato la soglia di quest'aula, come se indossassi i soliti jeans, come se nulla fosse cambiato nel mio abbigliamento.«Oggi parliamo di estetica. » Esordisce. «Quanto ci condiziona nei nostri comportamenti? Signorina Rush? » Chiede. Il cuore accelera il battito. Il fatto di essere senza slip può essere attinente? Non credo e io mi sto distraendo.
«Tanto. » Rispondo schietta. Più di quanto io non sia mai stata. « Troppo. » Aggiungo. «Qualche volta però si incrocia qualcuno che riesce a non farsi condizionare ed è come scoprire un tesoro. » Affermo.Il professore annuisce e sorride. La lezione continua. Intervengono anche gli altri compagni. D'un tratto si sente la vibrazione del mio cellulare. Avrei dovuto metterlo muto, ma in genere non ricevo molti messaggi. I gruppi più fastidiosi sono silenziati, Natascia è a lezione, John è prolisso tanto quanto potrebbe esserlo un polpettone, quindi in genere è inutile.
La seconda vibrazione è inconfondibile, tanto da maritare un'occhiataccia del docente. Sono costretta a prendere il cellulare almeno per eliminare del tutto la suoneria, ma quando apro il display vedo che i messaggi sono di Kyle e non riesco a resistere alla tentazione di leggere.
Sei coraggiosa. Dice il primo.
Il coraggio va sempre premiato...
Non riesco a leggere il resto perché il cellulare mi viene sfilato di mano da un infuriato docente.«Signorina Rush! » Sentenzia con studiata calma e infilando il mio cellulare nella sua tasca posteriore. «Lo riavrà a fine lezione. » Stabilisce impietoso.
Vorrei strapparmi tutti i capelli dalla testa. Il fato ce l'ha con me? Kyle mi dice che ho diritto ad un premio ed io non so di cosa so tratta. A quel punto riesco a contate perfino i milionesimo di secondo. Potrei invecchiare prematuramente in effetti. Alla fine dell'ora ho solo una cosa in testa: riprendere il cellulare.
Non professore non la pensa come me però. Attacca una filippica sull'uso smodato del cellulare, sulla nocività dell'uso esagerato, dei danni psico fisici che comporta, per passare dalla fame nel mondo all'esistenza dei campi di sterminio quando questi aggeggi neanche esistevano.In un'altra vita avrei ascoltato in silenzio. In un'altra vita mai mi sarebbe venuto in mente di contraddire un professore. Oggi è diverso. Oggi indosso una minigonna. Oggi sono senza slip. Oggi rivoglio il mio cellulare subito.
«Professore. » Esordisco cercando di non essere troppo aggressiva. « Ha mai avuto problemi di questo genere con me? È mai capitato che usassi il cellulare durante una lezione? È mai capitato che mi distraessi durante una lezione a causa del mio cellulare? »
«No. » Risponde lui.
«Non è capitato perché l'uso che ne faccio è così sporadico che a volte devo togliere le ragnatele.» Sto urlando? Sono un po' aggressiva? Forse sì. Non importa.
Il professore, che dovrebbe quanto meno essere un po' risentito invece se la ride, sembra quasi soddisfatto, come se aspettasse questa reazione da tanto tempo.
«Chi è? » Chiede.
Credo che la mia faccia non possa essere più stralunata di così.
«Chi? » Domando.
«Il ragazzo per cui si è messa in ghingheri. Quello per cui ha finalmente tirato fuori le unghie. »
Per un secondo penso mi piacerebbe dichiarare ad alta voce di essere la ragazza di Kyle. È un vero peccato non poterlo fare.
«Uno per il quale vale la pena.» Rispondo criptica sperando che il professore non insista per sapere. Lui non lo fa. Infila la mano nella tasca, tira fuori il cellulare e me lo allunga.Per un secondo mi sembra di essere Smeagol del Signore degli Anelli: il mio tesssoro. È mio. Non me lo può portare via nessuno. Non il cellulare, di quello potrei fare a meno con semplicità. È di Kyle che non posso fare a meno e voglio che anche per lui sia la stessa cosa, ad ogni costo.
Il professore mi soppesa ancora qualche istante con lo sguardo, poi si decide a lasciarmi andare.
«Faccia attenzione a non bruciarsi. » Mi ammonisce non sapendo che ormai è troppo tardi. Io sto sono già carbonizzata ormai.Esco in un attimo dall'aula e mi precipito a finire di leggere il messaggio di Kyle.
Il coraggio va sempre premiato. Questa sera riceverai un regalo. Una sorpresa.
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Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
Literatura FemininaAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...