Capitolo 36 parte II

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«Vai.» mi ordina quando ferma l'auto. Non scendo ma non riesco a guardarlo in faccia. La nostra bolla di felicità era lì, l'ho vissuta, l'ho assaporata ma è stata spazzata via troppo in fretta e quando avrò messo un piede fuori da quest'auto sarà svanita del tutto. «Scendi.» ordina lui a denti stretti. Non è giusto. Non è giusto. Non è giusto. Continuo a ripetere mentalmente. Quando apro la portiera una folata di vento gelido mi fa rabbrividire costringendomi a chiudere il giubbotto fino al collo. Barcollando, sui tacchi troppo alti raggiungo la macchina parcheggiata a qualche metro da me.

«Ehi bellezza! Sei un meccanico travestito?» Claudio. Il solito idiota. Lo incenerisco con lo sguardo mentre lo oltrepasso per raggiungere Zac che è tornato con la testa sotto il cofano. «Zac?» lo chiamo. Lui alza lo sguardo e mi vede. Mi riconosce immediatamente. «Samantha?» Rimane a bocca aperta mentre mi squadra da capo a piedi a occhi spalancati. Il viso, la giacca di pelle nera, la minigonna, i tacchi, non tralascia nessun dettaglio. Poi il suo sguardo diventa tetro. Ha visto Kyle. So che è dietro di me, non mi serve voltarmi per sentire la sua presenza alla mie spalle. Con uno sguardo furioso, Zac mi afferra per un braccio e mi trascina a qualche metro di distanza. «Che cosa ci fai qui con lui? State insieme?» Io mi divincolo dalla sua presa. «Sono appena scesa dalla sua auto come posso non stare insieme a lui!» Zac si passa una mano tra i riccioli scarmigliati.

«Hai capito benissimo cosa intendevo. Avevi detto che non ti piaceva.» mi rimprovera.

«Veramente sei stato tu a dire che non potevo essere la sua ragazza.» gli faccio notare ma lui non mi ascolta, passeggia nervosamente avanti e indietro.

«E come diavolo ti sei vestita?» Dice disgustato. Non mi piace il suo tono. Non mi devo giustificare con lui. «Perché come sono vestita?»

Lui mi lancia un'altra occhiata. «Sei... provocante. Non sei la solita Sam.» In bocca a lui la parola provocante diventa un insulto, quasi l'avesse sostituita all'ultimo secondo per non usare la vera parola che gli è salita alla bocca. «Allora sei diventata la ragazza di Kyle Sanders?» insiste.

Sbuffo. Dovrei rispondergli che non sono affari suoi, che non gliene è mai importato niente di me, che è l'ultima persona a dovermi fare la predica invece dico semplicemente la verità. «Sì.» La prima emozione con cui è costretto a fare i conti Zac è lo shock; scuote la testa risolutamente, incredulo, ma quando vede la mia espressione ferma sul suo volto si dipinge una furia a stento repressa.

Seguo il suo sguardo fisso su Kyle che, chino sul cofano dell'auto, traffica con il motore.

«Claudio che fine ha fatto?» chiedo sperando che il mio tentativo di cambiare argomento aiuti Zac a rinsavire ma sembra una possibilità alquanto remota. Mi afferra ancora una volta e, senza troppi riguardi, mi spinge in malo modo verso la macchina.

«Prova adesso.» La voce baritonale di Kyle è come un balsamo per il mio cuore ma è seguita da un orrendo rumore di qualcosa di rotto e da una serie di colorite imprecazioni.

«Credo di aver rotto qualcosa.» Con la faccia imbrattata di olio nero e un'espressione contrita Claudio sbuca da sotto l'auto.

«Hai rotto la coppa dell'olio.» ringhia Kyle pulendosi con uno straccio. «Vi diamo un passaggio noi.» Continua chiudendo il cofano con un colpo secco. « La macchina da qui non si muove più. Va trainata.» Non posso fare a meno di trattenere il respiro mentre lo osservo. Nessuna emozione trapela dal suo volto. Nessun sentimento. Forse solo una malcelata irritazione per il contrattempo. Non mi degna di uno sguardo. Zac continua a tenermi stretta per un braccio e lui non fa assolutamente niente.

Vorrei avere la sua stessa indifferenza invece lo rincorro mentre si avvia a passo spedito verso la sua auto e lo afferro per un braccio. «Kyle.» mormoro. Quando vedo il suo sguardo inferocito posarsi sulla mia mano come se non avessi il diritto di toccarlo la ritraggo di scatto. Faccio un passo indietro aspettando di essere bruscamente rimproverata invece lui mi apre la portiera, fa il giro dell'auto e scivola nell'abitacolo. Mi affretto a seguirlo mentre lancio uno sguardo verso Claudio e Zac che stanno discutendo animatamente. Forse ho ancora un po' di tempo per spiegare, per fargli capire che voglio stare con lui.

Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora