Capitolo 16

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Martedì. Secondo giorno.

Ancora una volta c'è Clarisse ad accogliermi all'ingresso, ma questa volta non è tutta sorrisi e smancerie, sembra sorpresa di vedermi. In effetti ho stupito anche me stessa. Ho rimuginato sulla questione andare-non andare per ore passeggiando su e giù per la mia camera ma quando ero arrivata alla conclusione che a casa avrei corso meno pericoli, inaspettatamente ho preso il casco, sono salita sul motorino e mi sono ritrovata davanti quella porta senza neanche sapere il perché, in perfetto orario pur essendo uscita con dieci minuti di ritardo come se anche il traffico e i semafori fossero d'accordo con la mia insana scelta.

«Bentornata, Samantha.» Clarisse è stupita ma è uno stupore felice il suo. Le ridono gli occhi mentre si fa da parte per farmi entrare. «Vieni, vorrei fare quattro chiacchiere con te.» Non mi lascia via di scampo. Invece di permettermi di andare in palestra mi spinge delicatamente ma con decisione verso il suo studio, costringendomi ad entrare.

«Vuoi sederti?» Chiede indicando la poltroncina di fronte a quella in cui si è accomodata lei ed io la assecondo rigida, un po' perché dopo l'allenamento di ieri sono tutta dolorante, ma soprattutto perché non so cosa aspettarmi e questo mi mette in ansia.

«Allora com'è andata, ieri?» Inizia lei con tranquillità come se stesse prendendo il tè con un'amica di vecchia data. Provo ad aprire bocca ma solo per rendermi conto che non so cosa rispondere. L'ora in palestra è stata faticosa fisicamente, ma sono stati i dieci minuti con Kyle a sembrarmi interminabili. Faccio un sorriso tirato e lei scoppia a ridere come se la mia espressione fosse più eloquente di mille discorsi.

«Daniele è stato troppo esigente?» Io scuoto la testa e lei annuisce pensierosa. «Allora è stato Kyle.» dice quasi a se stessa mentre so di essere diventata color porpora. «Mi aveva promesso che sarebbe stato cauto con te, ma per Kyle è difficile....» aggiunge quasi parlando a se stessa.

«Non ha ...» bisbiglio e quando non sento le parole uscirmi di bocca riprovo con un po' di energia. «Non ha fatto niente. Abbiamo solo parlato.»

Arrossisco ancora di più e mi guardo le mani posate in grembo che continuo a tormentare non sapendo più cosa farne. Clarisse si allunga verso di me e me le prende tra le sue stringendole con tenerezza. «Anche solo ... parlare con lui è difficile, non trovi?»

Alzo la testa di scatto guardandola stupefatta. Sì. Anche parlare con lui è dannatamente difficile. Possibile che lo sia anche per lei?

«Ma tu ci riesci meglio di chiunque altro io conosca.» continua Clarisse seria incatenando il mio sguardo al suo. Vorrei dirle che si sbaglia ma i suoi occhi mi impediscono di farlo. Non ne ho mai visti come i suoi. Sono bellissimi certo, ma non è il loro colore ad ammaliarmi ma la luce calda che li illumina. È sincera. Pensa davvero quello che dice. Con un sorriso mi stringe ancora una volta le mani poi torna a sprofondare nella poltrona.

«Credo che tu sia pronta per fare un passetto in avanti.» mormora quasi a se stessa.

Un'aspettativa mista a paura si impadronisce del mio stomaco stringendolo in una morsa. Un passo avanti significa qualcosa in più, e per me già affrontare la giornata di ieri è stata un'impresa epica.

«Vorrei darti qualche piccolo suggerimento.» dice lei semplicemente e io trattengo il fiato mentre aspetto che la scure si abbatta sulla mia testa.

«Niente droga.» La guardo perplessa. Sembro una drogata? «Devo mostrarti le braccia?» Ironizzo e lei scoppia a ridere scuotendo la testa. Si avvicina e bisbiglia come se mi stesse raccontando un segreto di stato. «So che non fai uso di droghe ma preferisco non dare niente per scontato.» Annuisco felice di riuscire ad accontentarla senza fare alcuno sforzo.

Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora