Kile pov
Sono strabiliato. Mai una volta nella mia fottutissima vita, ho avuto un colpo di fortuna e invece, quando pensavo di essere ormai spacciato, questa ragazzina ha cambiato completamente le carte in tavola. Lei ovviamente non sa contro chi si sta mettendo ed è questa sua ignoranza che le permette di tenere la schiena dritta mentre avanza verso la fossa dei leoni. Ovviamente appena si accorgerà del guaio in cui si è cacciata, farà marcia indietro. Per un secondo però ha fatto rinascere in me un sentimento che credevo di aver sotterrato per sempre: la speranza.
Mi sono abbandonato a questo schifo di sensazione poche volte nei miei venti anni di vita perché mi si è sempre ritorta contro come un boomerang. Non c'è niente di peggio che sperare e poi vedere le proprie aspettative fatte a pezzi dalla cruda realtà. Cederà. Alla prima difficoltà, inciamperà, si farà la bua e andrà a leccarsi le ferite in un angolo da brava bambina.
«Cammina, Sanders.» Le mani sudaticce dell'agente di custodia mi costringono ad avanzare di qualche passo. Questo qui non vede l'ora di incularmi e la Rusch è solo un contrattempo da liquidare alla velocità della luce. Non è interessato alla verità. Nessuno lo è.
«Non è il tuo solito tipo, vero?» Mi sussurra lui seguendo la linea del mio sguardo. «Non vedo l'ora di rimanere da solo con lei e scoprire cosa ha di così interessante da essere diventata la tua nuova puttanella.».
Porca troia. La piega che sta prendendo la situazione non mi piace neanche un po'. L'agente Nels è uno psicopatico paranoico che prova un gusto perverso nel trovare il tuo punto debole delle persone per metterle in ginocchio.
«Fai un po' quello che cazzo ti pare. Non so neanche come si chiama quella là.» Lui fa una smorfia ingrugnata ma non demorde. «Sei sicuro? Eppure ti sei messo alle sue spalle per difenderla o sbaglio?» Merda! Questo cazzone oltre ad essere un fottutissimo stronzo ha anche la capacità d'osservazione di un falco. Non so neanche perché l'ho fatto. Che cosa me ne fregava se una che non sa stare al suo posto veniva calpestata dai suoi stessi compagni? Niente. Eppure vederla lì, indifesa, a combattere contro tutti, con il mento alzato e quello sguardo ardente capace di sciogliere un iceberg, ha smosso qualcosa dentro di me.
Con i suoi occhietti furbi Nels continua a osservare ogni mia reazione. Bene, non avrà soddisfazione da parte mia.
«Se la mia presenza non è più necessaria io, andrei a casa.» dice il professore che è ancora in mezzo ai piedi. Lo incenerisco con lo sguardo e quando lo vedo indietreggiare sogghigno soddisfatto. Mi sta sulle palle per il semplice fatto che esiste.
«Aspetti un attimo, prof.» Lo blocca Nels. «Lei conosce questa signorina ...» Annaspa nel tentativo di ricordare il nome della ragazza.
«Rush.» risponde il professore.
«Sì. Rush. Lei la conosce?»
«É una mia alunna.»
Compiaciuto Nels, gli fa cenno di seguirci. «Ho bisogno di farle alcune domande su di lei.»
Una vena pulsa rapida sulla tempia dell'uomo, evidentemente non soddisfatto della piega presa dalla situazione, ma dissimula la sua incazzatura alla perfezione producendosi in un sorriso smielato. «Certo agente. Nessun problema. Sono sempre pronto a dare una mano alla giustizia.»
Entriamo in una stanza ampia, luminosa con un unico tavolino lungo circondato da sedie e Nels mi spinge verso la prima che gli capita a portata di mano.
«Siediti e non muovere neanche un muscolo se ci tieni alla pelle.» Decido di assecondarlo per il momento. Pazienza Kyle. Pazienza. Sì. Ho imparato anche a saper aspettare. Il momento propizio arriverà e allora l'agente Nels me la pagherà cara. Ma non adesso. Ora è il momento di tendere le antenne.
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Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
ChickLitAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...