Che non sono mai stata particolarmente brillante nell' attività fisica è cosa nota. Anche il fatto che non mi alleno più da un po' è cosa nota. Quello nessuno sa ancora è che oggi sarò costretta a tornare a sudare.
Sì, perché caso, neanche tanto casuale, ha voluto che io abbia lezione con il mio nuovo "professore" proprio oggi. Ora.
Chiunque al mio posto avrebbe gridato la sua indignazione, chiunque avrebbe fatto fuoco e fiamme io invece cosa sono riuscita a produrre quando Kyle ci ha messe in fila tutte quante per conoscerci?
Con la schiena rigida, le spalle all'infuori, lo sguardo fisso di fronte a me pronta ad infuriarmi come uno tzunami, quando mi è passato davanti senza degnarmi di uno sguardo, sono diventata rossa come un papavero!
Eh, no! Non posso tornare alla fase dell'imbranata balbuziente! Alzo il braccio e lui gira sui tacchi per chiedere come se niente fosse: « Sì?»
Mentre le solite galline continuavano a starnazzare come delle oche, perché tra oche e galline la differenza, con buona pace degli volatili coinvolti, non è molta, chiedo:
«Avrei bisogno di andare in bagno. »
Lui alza solo un sopracciglio scettico. Non può negarmi di assolvere alle mie necessità biologiche. Non che io ne abbia in realtà, ma questo è un dettagli e lui non può sapere la verità, no? E anche se dovesse saperla la verità non può negarmi di andare al bagno di fronte a tutta la classe.
Quindi mentre lui mi squadra come se volesse passarmi a fil di ferro, io non riesco a trattenere un sorriso di vittoria. Sì mio caro. Io non ci sto ad essere ignorata senza una spiegazione plausibile, non ci sto a starmene buona in un cantuccio ad eseguire i tuoi ordini mentre tu giochi a fare il professore spocchioso, non ci sto a guardare le oche che ti sbavano dietro. Non. Ci. Sto.
Deve solo dire di sì. Non ha scelta ormai. Aspetto solo il suo cenno di assenso. Lui mi guarda, ghigna e in quel momento capisco che non mi manderà da nessuna parte.
Non mi sfuggi, sembrano urlare i suoi occhi di brace.
«No. » Dice infatti poco dopo.
«No? Dovrei farmela addosso? » Protesto.
Lui si stringe solo nelle spalle. «Lo sanno tutti che il bagno è la scusa che usano le ragazze per saltare l'ora di atletica. »
Spiega. Non a me. A me non dice niente. Mi ha già voltate le spalle un'altra volta. Parla alla classe, ridendo sotto i baffi come se avesse scoperto il mio bluff.
«Nessuna salta l'ora con me, sono stato chiaro? »Si sente solo un brusio con qualche cenno di assenso e Kyle urla ancora di più.
«Sono stato chiaro? »
A quel punto tutte le ragazze, me esclusa, gridano un forte: « Sì, signore! » ed io posso solo esprimere il mio disgusto di fronte a questa prova "da caserma" con una adeguata smorfia.«Venti giri di corsa. » Stabilisce Kyle e tra un mugugno e una protesta, io sono l'ultima ad accodarmi.
Venti giri. È matto.
Al terzo sono già sudata come se avessi fatto il giro del parse, ho il fiato corto e il cuore che mi sta per uscire dalla gabbia toracica. Non sono la sola per fortuna. Un paio di ragazze si sono già fermate a bordo campo. In effetti non sarebbe una cattiva idea riprendere fiato un attimo. Siamo arrivate solo al quinto giro e altre tre mie compagne hanno preferito il pit-stop. La panchina inizia sempre più a sembrare il paradiso sceso in terra quando il professore mi affianca e dice a voce alta. «Per chi si ferma un giro in più. »
Gli lancio un'occhiata inceneritrice che però vedo solo io, dato che lui ha già affiancato le ragazze che tengono la testa. Sbuffo, soffro, stringo i denti e, che lui sia dannato, proseguo. Non riesco però a tenere lo stesso ritmo. I passi si fanno sempre più pesanti, il fiato mi brucia i polmoni e inizio ad avere male alla milza.
STAI LEGGENDO
Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
أدب نسائيAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...