Non è una buona giornata. Cammino verso il centro benessere di Clarisse, marciando come un generale pronto a sferrare l'attacco. Ho solo un problema. Non ho un vero nemico a meno di non considerare Kyle il mio obiettivo e ne avrei tutte le ragioni. Dopo una settimana dal nostro ultimo incontro e dopo essermi fatta volontaria per ben tre volte alle interrogazioni, lui continua a non farsi vedere.
Come se questo non fosse sufficiente è già la decima volta che tiro su i pantaloni. Mi devo arrendere all'evidenza: sono dimagrita. Come è successo quando e perché rimane un mistero. Certo continuo i miei allenamenti quotidiani con Daniele che sono diventati ormai una piacevole routine, ma tutta questa attività fisica mi mette un appetito mostruoso. Per dirla tutta sono una specie di fogna che divora qualsiasi cosa sia commestibile. Niente cibo spazzatura però. Negli accordi era escluso.
«Ciao Sam.» mi accoglie Clarisse con il suo consueto buonumore. Non dovrebbe essere cosi raggiante quando il resto del mondo, cioè io, vede tutto nero. È una vera ingiustizia. Il mio grugnito di risposta diventa un ghigno non appena mi accorgo chi le è vicina. La fata madrina dai capelli blu è tornata a trovarmi. Istintivamente serro le gambe.
«No. No. Non se ne parla» protesto scuotendo la testa con decisione.
Ania la fata non si lascia scoraggiare dalla mia titubanza e , sfidando le leggi della fisica, con un balzo degno di un predatore mi agguanta.
«Non sono stata brava l'ultima volta?» domanda ammiccante.
Deve aver anche subito una qualche modificazione genetica diventando super fata, perché mi trascina come fossi un fuscello.
«Questa volta faremo anche prima. » Inizia a dire. «Devo sperimentare una nuova ceretta tutta naturale, che usano in India, o forse in Africa non mi ricordo bene, ma vedrai, è una bomba e ti lascia la pelle più liscia di quella di un neonato.» E' accertato . La trasformazione non ha intaccato la sua lingua taglia e cuci. Continua a sparare informazioni come una mitragliatrice ma io non ho nessuna intenzione di lasciarmi abbattere, non voglio fare di nuovo l'agnello sacrificale, non ne capisco l'utilità. Non mi vede nessuno! Sono disposta a tenermi la foresta amazzonica. Punto i piedi a terra e cerco di evitare l'inevitabile.
Il sottofondo di una risatina sardonica mi fa scattare sull'attenti. Non è Kyle. È solo Daniele che ha casualmente deciso di farsi un giro da queste parti per godersi lo spettacolo. Traditore! Mi pugnala alle spalle.
«Dov'è finito il tuo coraggio, Samantha?» mi provoca.
Coraggio? Coraggio?! Questa non è una questione di coraggio! Non voglio soffrire inutilmente ma lui che cosa ne può sapere! E' un uomo.
«Dovresti farla tu la ceretta. Alla lingua!» La sua risata fragorosa divertita, esaurisce la mia già poca pazienza, e lui continua a infierire.
«Come? Non sei disposta a una piccola sofferenza per farti bella?»
«Bella? Bella?! Ma se per colpa tua sto diventando scheletrica!» ribatto acida.
Bene. Ha smesso di ridere il fedifrago anzi è diventato proprio serio. Potrei quasi dire che si è offeso. Togliamo anche il quasi: si è offeso.
«Che cosa vorresti insinuare ragazzina?» Ania lascia la presa e io mi rivolgo a Daniele altezzosa. «Tutti i pantaloni mi scendono.» Spiego sistemandoli per l'ennesima volta. «Anche le maglie, le camicie, e perfino le tute.» aggiungo.
Lui mi squadra da capo a piedi, poi fa un nuovo ghigno malefico. «Le tue curve sono tutte al posto giusto mi sembra. » Incrocia le braccia sul petto e inclinando la testa di lato mi squadra da tutte le angolazioni. Può guardare finché vuole. Non ho mentito. Certo, forse ho un po' esagerato. Mettere me stessa e la parola "scheletrica" nella stessa frase è un vero ossimoro ma non ho nessuna intenzione di ammetterlo davanti a lui, non finché continua con questa sua aria da divo offeso.
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Il mio nome è Samantha Rush (In revisione)
ChickLitAvevo sempre odiato i cattivi ragazzi e lui era il peggiore: spocchioso, arrogante, tenebroso, arrivato a scuola scortato dalla polizia. Avrei dovuto sotterrare il mio senso di giustizia e lasciarlo a marcire nella melma da cui era arrivato, invece...