Capitolo 14 (4^parte)

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Raphael scattò: «Non è divertente.»
«È proprio per questo che nessuno sta ridendo.» Jace si alzò, trascinando con sé Raphael e puntandogli il coltello tra le scapole. «Ti posso bucare il cuore anche passando dalla schiena» minacciò. «Se fossi in te non mi muoverei.»
Clary si voltò e si rivolse alle figure scure che si stavano avvicinando. Sollevò una mano. «Fermatevi lì» disse «o infilerà quella lama nel cuore di Raphael.»
La folla fu percorsa da una specie di mormorio che avrebbe potuto essere sia un sussurro sia una risata. «Fermi!» ripeté Clary, e questa volta Jace fece qualcosa che lei non vide ma che fece lanciare a Raphael un urlo di dolore stupito.
Uno dei vampiri alzò una mano per fermare i propri compagni. Clary lo riconobbe come il ragazzo magro e biondo con l'orecchino che aveva visto alla festa di Magnus. «Non sta scherzando» disse. «Sono Cacciatori.»
Una vampira si fece strada attraverso la folla per piazzarglisi accanto: era una bella ragazza asiatica coi capelli blu e una gonna argentata. Clary si chiese se ci fossero vampiri brutti, o magari grassi. Forse la gente brutta non veniva vampirizzata. «Questi Shadowhunters sono entrati nel nostro territorio» disse. «Non sono più protetti dall'Alleanza. Io dico di ucciderli... loro hanno ucciso molti dei nostri.»
«Chi di voi è il Signore di questo posto?» chiese Jace con voce inespressiva. «Che si faccia avanti.»
La ragazza scoprì i denti appuntiti. «Non usare il tuo linguaggio da Conclave con noi, Cacciatore. Entrando qui hai infranto la tua preziosa Alleanza. La Legge non ti proteggerà.»
«Basta così, Lily» disse secco il ragazzo biondo. «La nostra Signora non è qui. È a Idris.»
«Qualcuno deve avere il comando al suo posto» osservò Jace.
Scese il silenzio. I vampiri sulle terrazze si sporgevano dalle balaustre per ascoltare meglio. Alla fine il vampiro biondo capitolò: «È Raphael che ha il comando.»
Lily, la ragazza coi capelli blu, emise un sibilo di disapprovazione. «Jacob...»
«Vi propongo uno scambio» disse velocemente Clary interrompendo la sfuriata di Lily e la risposta di Jacob. «Ormai avrete capito di avere portato a casa dalla festa qualcuno di troppo, ieri sera. È il mio amico Simon.»
Jacob sollevò un sopracciglio. «Sei amica di un vampiro?»
«Non è un vampiro. E nemmeno un Cacciatore» aggiunse vedendo che Lily socchiudeva gli occhi pallidi. «È solo un ragazzo qualsiasi. Un mondano.»
«Non abbiamo portato a casa nessun ragazzo umano dalla festa di Magnus. Sarebbe stata una violazione dell'Alleanza» disse Jacob.
«Era stato trasformato in un topo. Un piccolo topo grigio» spiegò Clary. «Qualcuno potrebbe avere pensato che fosse un animale domestico o...»
La sua voce si spense. La stavano guardando come se fosse pazza. Una gelida disperazione le penetrò nelle ossa.
«Fammi capire» chiese Lily. «Ci stai proponendo di scambiare la vita di Raphael con quella di un topo?»
Clary guardò Jace con un'espressione disperata. Il ragazzo le rivolse uno sguardo che voleva dire: L'idea è stata tua e adesso te la devi cavare da sola.
«Sì» disse tornando a voltarsi verso i vampiri. «È questo lo scambio che vi proponiamo.»
I vampiri la fissarono per un po', i volti bianchi quasi privi d'espressione. In un altro contesto Clary avrebbe detto che sembravano confusi.
Sentiva la presenza di Jace dietro di sé, sentiva il suo respiro teso. Le nocche di Jace erano bianche nel punto in cui stringeva la spalla di Raphael. Clary si chiese se facesse male. Si chiese se Jace si stesse scervellando nel tentativo di capire perché le avesse permesso di trascinarli in quel posto. Si chiese se non stesse iniziando a odiarla.
«È questo il topo di cui parli?»
Clary sbatté gli occhi. Un altro vampiro, un ragazzo nero e magro coi dreadlock, si era fatto strada fino alla prima fila. Teneva qualcosa tra le mani, qualcosa di grigio che squittiva piano. «Simon?» sussurrò Clary.
Il topo squittì più forte e iniziò ad agitarsi nella morsa delle mani del ragazzo. Il vampiro guardò il roditore prigioniero con un'espressione disgustata. «Accidenti, credevo fosse Zeke, anche se non capivo perché si comportasse così.» Scosse il capo e i suoi dreadlock frustarono l'aria. «Io dico che può prenderselo, amico. Mi ha già morso cinque volte.»
Clary allungò una mano per prendere Simon, ma Lily le si piazzò di fronte prima che potesse fare un altro passo verso l'amico. «Aspetta» disse la vampira. «Come facciamo a sapere che dopo aver preso il topo non ucciderete Raphael?»
«Vi diamo la nostra parola» rispose subito Clary, aspettandosi che i vampiri scoppiassero a ridere.
Non rise nessuno. Raphael imprecò qualcosa sottovoce in spagnolo. Lily guardò Jace con un'espressione incuriosita.
«Clary.» C'era una vena di esasperazione nella voce del giovane cacciatore. «È davvero un...»
«Niente giuramento, niente scambio» disse subito Lily approfittando del suo tono incerto. «Lee, non mollare il topo.»
Il ragazzo coi dreadlock strinse la presa su Simon, che gli affondò i denti nella mano. «Ahi!» esclamò Lee. «Che male!»
Clary colse l'opportunità per sussurrare a Jace. «Giura e basta! Cosa ti costa?»
«Per noi un giuramento non è come per voi mondani» sbottò lui rabbioso. «Un giuramento mi vincola per sempre.»
«Ah, sì? E cosa succederebbe se lo infrangessi?»
«Io non lo infrangerei mai, è questo il punto...»
«Lily ha ragione» disse Jacob. «Devi giurare. Giura che non farai del male a Raphael. Nemmeno dopo che vi avremo dato il topo.»
«Non farò male a Raphael» disse immediatamente Clary. «In nessun caso.»
Lily le rivolse un sorriso tollerante. «Non è di te che ci preoccupiamo.» Lanciò uno sguardo indagatore a Jace, che teneva Raphael tanto stretto da avere le nocche bianche. Una chiazza di sudore scuriva il tessuto della sua maglietta appena sotto le scapole.
«Va bene. Lo giuro» disse.
«Pronuncia il giuramento» ribatté Lily. «Giura sull'Angelo. Dillo tutto.» Jace scosse il capo. «Prima tu.»
Le sue parole caddero nel silenzio come pietre, generando un'increspatura di mormorii tra i vampiri. Jacob sembrava preoccupato, Lily furiosa. «Non ci sperare, Cacciatore.»
«Noi abbiamo il vostro capo.» La punta del pugnale di Jace affondò un poco nella gola di Raphael. «E voi cos'avete? Un topo.»
Simon, prigioniero tra le mani di Lee, squittì furiosamente. Clary avrebbe voluto cercare di prenderselo, ma si trattenne. «Jace...»
Lily guardò Raphael. «Signore?»
Raphael aveva la testa bassa e i riccioli scuri gli nascondevano il volto. Il colletto della sua camicia era macchiato di sangue, che sgocciolava lungo la pelle nuda marrone. «Un topo abbastanza importante» disse «se siete venuti fino a qui per lui. Sarai tu, Cacciatore, a giurare per primo.»
La presa di Jace si serrò su di lui. Clary vide i suoi muscoli contrarsi sotto la pelle, le dita farsi ancora più bianche, come gli angoli della sua bocca, mentre lottava contro la propria rabbia. «Il topo è un mondano» disse. «Se lo uccidete sarete soggetti alla Legge...»
«È nel nostro territorio. Gli intrusi non sono protetti dall'Alleanza, lo sai benissimo...»
«Ma lo avete portato voi qui!» intervenne Clary furente. «Non è un intruso.»
«Questi sono dettagli» disse Raphael sorridendole nonostante il pugnale puntato alla gola. «E poi credi che non sentiamo le voci che girano, le notizie che scorrono nel Mondo Invisibile come il sangue scorre nelle vene? Valentine è tornato. Presto non esisteranno più né gli Accordi né l'Alleanza.»
La testa di Jace si alzò di scatto. «Dove lo hai sentito?»
Raphael fece una smorfia sdegnosa. «Lo sa tutto il Mondo Invisibile. Una settimana fa ha pagato uno stregone per evocare un branco di Divoratori. Ha inviato i suoi Dimenticati alla ricerca della Coppa Mortale. Quando la troverà non ci sarà più falsa pace tra noi, solo guerra. Nessuna Legge mi impedirà di strapparti il cuore in mezzo alla strada, Cacciatore...»
Clary non riuscì più a resistere. Si tuffò verso Simon spostando Lily con una spallata e strappò il topo dalle mani di Lee. Simon le si arrampicò su per il braccio avvinghiandosi alla manica con dei movimenti frenetici delle zampette.
«Va tutto bene» gli sussurrò la ragazza. «Va tutto bene.» Ma sapeva che non era così. Si voltò per tornare dov'era prima e sentì delle mani che le afferravano la giacca e la trattenevano. Cercò di divincolarsi, ma i suoi sforzi per liberarsi dalle mani che la stringevano, le mani di Lily, affusolate e ossute e con le unghie nere, erano ostacolati dalla paura di far cadere Simon, appeso alla sua camicia con le unghie e con i denti. «Mollami!» urlò mentre tirava un calcio alla ragazza vampira. Il suo anfibio colpì il bersaglio con forza e Lily urlò per il dolore e la rabbia, dopodiché fece saettare una mano e colpì la guancia di Clary con tanta forza da farle scattare la testa all'indietro.
Clary barcollò e fu lì lì per cadere. Sentì Jace urlare il suo nome e quando si voltò vide che aveva lasciato andare Raphael e stava correndo da lei e si stava infilando una mano in tasca. Clary cercò di andare verso di lui, ma Jacob la afferrò per le spalle, affondandole le dita nella pelle.
Clary urlò... e il suono del suo urlo si perse in un altro, molto più forte, quando Jace tirò fuori una delle boccette di vetro dalla giacca e scagliò il contenuto verso di lei. Clary sentì qualcosa di bagnato e freddo colpirle il volto e sentì Jacob alle sue spalle urlare quando l'acqua toccò la sua pelle. Dalle sue dita si levò del fumo e lasciò andare Clary con un ululato ferino. Lily schizzò verso di lui, urlando il suo nome, e in quel pandemonio Clary sentì che qualcuno le afferrava un polso e cercò di liberarsi.
«Smettila, idiota, sono io» le ansimò Jace all'orecchio.
«Oh!» Clary si rilassò per un istante, ma tornò a irrigidirsi quando vide un profilo familiare avvicinarsi alle spalle di Jace. Lanciò un urlo e Jace si chinò e si voltò proprio mentre Raphael gli saltava addosso con i denti scoperti, veloce come un gatto. Le sue zanne presero la maglietta di Jace vicino alla spalla e strapparono il tessuto. Jace barcollò. Raphael gli restò avvinghiato come un ragno, i denti che scattavano verso la gola del Cacciatore. Le mani di Clary corsero alla cintura, alla ricerca del pugnale che le aveva dato Jace...
Una piccola figura grigia sfrecciò sul pavimento, schizzò tra i piedi di Clary e si lanciò contro Raphael.
Il vampiro urlò. Simon era appeso al suo avambraccio, i denti acuminati affondati nella carne. Raphael lasciò andare Jace e si gettò all'indietro schizzando sangue ovunque, mentre un fiume di oscenità in spagnolo si riversava dalla sua bocca.
Jace restò a guardarlo a bocca aperta. «Figlio di...»
Raphael ritrovò l'equilibrio, si strappò il topo dal braccio e lo lanciò sul pavimento di marmo. Simon lanciò uno squittio di dolore e poi schizzò verso Clary. La ragazza si chinò e lo raccolse, tenendoselo al petto il più stretto possibile senza fargli male. Sentiva il suo piccolo cuore che martellava contro le sue dita. «Simon» sussurrò. «Simon...»
«Non c'è tempo. Tienilo bene.» Jace l'aveva presa per il braccio destro e la stava stringendo tanto da farle male. Nell'altra mano impugnava una spada angelica luccicante. «Muoviti.»
Iniziò ora a trascinarla ora a spingerla verso la periferia del gruppo di vampiri, che si ritraevano dalla luce della spada angelica soffiando come gatti furiosi.
«Piantatela di starvene lì impalati, idioti!» Era Raphael, il braccio attraversato da un rivolo di sangue, le labbra ritratte sopra gli incisivi appuntiti. Guardò la massa formicolante dei vampiri che si agitava confusa. «Prendete gli intrusi» urlò. «Uccideteli tutti... compreso il topo!»
I vampiri iniziarono ad avvicinarsi a Jace e Clary, alcuni camminando, altri fluttuando, altri calando dalle terrazze come pipistrelli neri. Jace accelerò il passo: si staccarono dalla folla e arretrarono verso la parete opposta. Clary si dimenò e si voltò parzialmente a guardarlo. «Non dovremmo metterci schiena contro schiena o qualcosa del genere?»
«Cosa? Perché?»
«Non lo so. Nei film fanno così quando si trovano in questo tipo di... situazione.»
Lo sentì tremare. Era spaventato? No, stava ridendo. «Tu...» sospirò Jace. «Tu sei la più...»
«La più cosa?» chiese Clary indignata. Stavano ancora arretrando, facendo attenzione a evitare i pezzi di mobili rotti e le schegge di marmo che coprivano il pavimento. Jace teneva la spada angelica alta sopra le loro teste. Clary notò come i vampiri girassero attorno ai bordi del cerchio di luce proiettato dalla spada. Si chiese per quanto tempo li avrebbe potuti tenere a bada.
«Niente» disse Jace. «Questa non è una situazione, va bene? Quella parola teniamola per quando le cose si metteranno veramente male.»
«Veramente male? Adesso non ti sembra che vadano veramente male? Cosa vuoi, che una testata nucleare...»
Si interruppe per lanciare un urlo quando Lily sfidò la luce e si lanciò contro Jace, i denti scoperti in un ringhio rovente. Jace prese la seconda lama dalla cintura e la vibrò in aria. Lily cadde a terra strillando: un grosso taglio le sfrigolava lungo il braccio. Mentre si rimetteva in piedi barcollando, gli altri vampiri si fecero avanti per circondarla. Erano tantissimi, pensò Clary, così tanti...
Portò la mano alla cintura e le sue dita si chiusero sull'elsa del pugnale. Era freddo e alieno contro la sua pelle. Non sapeva usare un pugnale. Non aveva mai tirato un pugno a nessuno, figuriamoci una coltellata. Non era nemmeno andata a scuola il giorno in cui avevano spiegato come difendersi da rapinatori e stupratori usando oggetti quotidiani tipo le chiavi della macchina o le matite. Sguainò il pugnale e lo sollevò. Le tremava la mano.
La finestra implose in una doccia di vetri rotti. Clary si sentì urlare e vide i vampiri, a meno di un braccio di distanza da lei e Jace, voltarsi in preda allo stupore, e lo shock mescolarsi al terrore sui loro volti. Perché dalle finestre rotte stavano entrando decine di figure snelle, a quattro zampe, pancia a terra, mentre raggi di luna e frammenti di vetro si rifrangevano sulla loro pelliccia. I loro occhi erano fiamme blu e dalle loro gole usciva un ringhio basso e composito che ricordava il tramestio torbido di una cascata.
Lupi.
«Ecco» disse Jace. «Questa sì che è una situazione.»

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