𝟷𝟶 - 𝚅𝚒𝚋𝚛𝚊𝚗𝚒𝚘

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L'uscita con Steve avrebbe dovuto liberarle la mente, eppure quella mattina Lara sentiva la sua testa pulsare, sotto il peso dei suoi stessi pensieri

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L'uscita con Steve avrebbe dovuto liberarle la mente, eppure quella mattina Lara sentiva la sua testa pulsare, sotto il peso dei suoi stessi pensieri. La missione a cui stavano andando incontro aveva risvegliato in lei tutti quei fantasmi del passato, che fino ad allora l'avevano accompagnata facendo poco rumore, mentre in quel momento pareva che avessero preso a combattere tra di loro, mandandole il cervello e il cuore a fuoco.

L'ISIS le aveva portato via tutto, e quel fastidio alla gamba che aveva da giorni sembrava volerglielo ricordare a tutti i costi.

Un leggero bussare alla porta della sua camera la fece voltare verso di essa, e quando invitò chi aveva bussato ad entrare, si trovò davanti la figura alta e possente del Capitano. «Buongiorno, ti ho disturbata?»

«No, figurati.» sorrise, sedendosi poi sul letto, mentre Steve se ne stava fermo sulla porta.

«Ho una cosa per te.»

«Per me?» Rogers annuì, portando poi dentro la camera una grande scatola che dava l'aria di essere molto pesante. «Cos'è?»

La poggiò sul letto, mentre Lara lo guardava curiosa. «Aprila.» le fece un gesto con la mano, senza mai perdere il sorriso sulle labbra.

Fece come detto e si avvicinò all'enorme contenitore, scrutando dapprima i particolari intagli su di esso, per poi aprirlo. All'interno figurava una protesi nuova di zecca, in metallo scuro e con bellissime rifiniture argentate. A vederla pareva indistruttibile, e se la protesi che aveva avuto fino a quel momento le sembrava già all'avanguardia, quella nuova era di certo l'ultima frontiera della tecnologia. «Io...» rimase a guardare l'oggetto, passandovi sopra le dita, temendo quasi che fosse uno scherzo. «Steve, io non so che dire, davvero. Ma come...»

«È in vibranio, come il mio scudo, e dovrebbe aiutarti con i movimenti. Quando è successo tutto questo casino, e ti sei ritrovata a fare la fuggitiva, ho pensato ad un modo per farmi perdonare. Così quando ho visto che la tua protesi ti dava problemi ho chiamato Shuri.»

«L'hai fatta fare apposta per me?» Steve annuì, e prima che potesse parlare, Lara gli si fiondò al collo abbracciandolo. Quel gesto inaspettato, ma tutt'altro che sgradito, lo fece rimanere per un attimo attonito, ma poi anche lui si sciolse e le poggiò un braccio dietro la schiena, stringendola un po' di più a sé.

Il contatto fece venire i brividi ad entrambi, che presto si staccarono, guardandosi imbarazzati.«Beh, che aspetti?» parlò il Capitano, per spezzare l'aria di disagio. «Provala.»

«Io... beh...» non sapeva proprio come dirlo senza rendere il tutto ancora più imbarazzante, ma si vide costretta a sputare il rospo, visto che Steve sembrava non aver afferrato e non accennava ad andarsene. «Mi devo togliere i pantaloni per metterla.»

Il viso di Rogers si tinse di un acceso colore rosso, e scusandosi più e più volte, fece per lasciare la stanza di Lara, sbattendosi una mano in fronte come a darsi dello stupido. Prima che potesse uscire, però, la ragazza lo invitò a restare, intimandogli solo di girarsi per il tempo necessario. Così il Capitano si voltò, incrociando le braccia al petto e dondolandosi avanti e indietro con le gambe, per ingannare l'attesa e per non cedere all'istinto di girarsi a guardare. Si schiaffeggiò mentalmente per aver solo pensato certe cose, soprattutto in una situazione delicata come quella attuale.

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora