𝟸𝟻 - 𝙸𝚕 𝚜𝚘𝚕𝚒𝚝𝚘 𝚏𝚒𝚌𝚌𝚊𝚗𝚊𝚜𝚘

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La fotografia di Matthew e Kimberly rigirava tra le dita di Lara, immersa nei suoi pensieri sul terrazzo, con gli occhi puntati sui palazzi antichi di Roma

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La fotografia di Matthew e Kimberly rigirava tra le dita di Lara, immersa nei suoi pensieri sul terrazzo, con gli occhi puntati sui palazzi antichi di Roma. Era da tanto che non riguardava quella foto, ma in tutti quei mesi in cui aveva girato il mondo insieme ai tre supereroi, non aveva dimenticato la conversazione avuta con Ramonda in Wakanda, e i conseguenti dubbi che essa aveva scaturito. Credeva ancora che la morte dei suoi genitori non fosse stata una casualità, semplicemente non aveva avuto il tempo per indagare come avrebbe voluto, e soprattutto, non poteva più chiedere aiuto all'unica persona che avrebbe potuto darglielo, Steve.

Lui aveva contatti all'interno di quello che una volta era lo S.H.I.E.L.D., ma più di tutto, conosceva bene Nick Fury, il quale sembrava aver giocato un ruolo importante nella morte dei suoi genitori. Avrebbe voluto parlare con lui, chiedergli cosa avesse di tanto importante da fare in quel lontano 1995, da lasciare in mano ad altri la missione in cui erano morti i coniugi Hunt, ma a quanto aveva capito, anche ora l'uomo era praticamente irrintracciabile, nascosto chissà dove nel Globo. È vero, anche Natasha era in rapporti stretti con Fury, forse anche troppo stretti, e soprattutto, Lara non voleva impelagare un'altra persona in quella faccenda, si era già fidata troppo di Steve, non voleva correre lo stesso rischio anche con la donna. Quanto a Sam, era meglio non coinvolgerlo in certe questioni, e a dirla tutta, la ragazza non sapeva nemmeno quanto lui potesse essere d'aiuto.

E così era rimasta sola, abbandonando l'idea di scoprire la verità su quell'incidente, sempre che di incidente si fosse trattato.

«Stai bene?» Volse lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri di Henry che la guardavano con preoccupazione.

«Mmh?» Distrattamente, ripose la fotografia nella tasca dei pantaloni, attendendo che il ragazzo si sedesse di fianco a lei.

«Ho chiesto se stai bene»

Lei annuì, riportando gli occhi sulle strade trafficate della Città Eterna, da cui provenivano di tanto in tanto i suoni dei clacson o dei tassisti, che inveivano in italiano contro i ciclisti che gli tagliavano la strada. Roma era una città piuttosto caotica, eppure questo non toglieva assolutamente nulla alla sua bellezza, anzi, forse la rendeva ancora più bella. Ci si sentiva vivi, in una città tanto piena di romanticismo, in cui la storia trasudava da ogni angolo, e in cui i tramonti sembravano più spettacolari del solito.

Negli anni, Lara aveva vissuto un po' ovunque, a partire da Stanford, dove era nata e cresciuta, passando per l'Iraq, Washington, il Canada e il Libano, perfino il Sudafrica, la Cina e la Germania, ma Roma aveva un sapore completamente diverso, era come se chiunque la visitasse, vi trovasse rifugio.

«Sei sempre la solita, quando qualcosa non va ti tieni tutto dentro, non sei cambiata per niente in questi undici anni.»

«Posso dire lo stesso di te, sempre il solito ficcanaso.»

«Antipatica.» la schernì, ridendo con lei. «Ma sempre bellissima, anche di più se possibile...»

L'imbarazzo le tinse le guance di rosso, ma per quanto le facesse piacere udire certi complimenti, non riusciva a non pensare che fossero altre le labbra da cui avrebbe voluto sentire uscire tali parole. Cercò di scacciare il pensiero del Capitano, riprendendo a parlare con Henry, che nel frattempo si era fatto un po' più vicino. «Ficcanaso, e pure adulatore, sei davvero rimasto lo stesso di sempre.» rise, per poi cambiare discorso. «Sei qui solo per dirmi che sono bellissima, o c'è altro?»

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora