𝟷𝟸 - 𝙶𝚊𝚝𝚝𝚒

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Esistono due tipologie di persone al mondo, quelle che nei momenti di calma riescono a starsene con le mani in mano, ad attendere, e quelle che invece battono freneticamente i piedi a terra perché non riescono a stare ferme, perché devono per forz...

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Esistono due tipologie di persone al mondo, quelle che nei momenti di calma riescono a starsene con le mani in mano, ad attendere, e quelle che invece battono freneticamente i piedi a terra perché non riescono a stare ferme, perché devono per forza fare qualcosa.

Anche in questo, Steve e Lara erano incredibilmente diversi.

Lui, paziente e coscienzioso, sembrava non sentire il peso di quelle settimane, dei giorni che scorrevano senza che in Libano accadesse nulla di interessante, mentre lei, sentiva fin troppo l'angoscia di non poter agire. La verità, era che dover aspettare la rendeva nervosa, perché aumentava le probabilità che lei fosse impreparata, che si facesse cogliere di sorpresa da un attacco. Non riusciva a stare tranquilla come il Capitano, aveva questo costante bisogno di dover stare sull'attenti, perché non poteva permettere che qualcuno ci rimettesse per una sua negligenza. Cinque anni prima, in Iraq, era accaduto tutto in un batter d'occhio, non appena avevano abbassato la guardia erano stati attaccati, e il risultato era quello che vedeva lei senza una gamba e i suoi amici senza vita.

Si buttò sul divano, sbuffando e portandosi le braccia sopra il capo. «Non ti sembra strano che sia tutto così calmo?» voltò leggermente la testa, guardando Steve, che se ne stava sulla poltrona di fianco a leggere un libro. «Insomma, Natasha ci ha spediti quaggiù per controllare la situazione, ma a me sembra tutto un po' troppo... tranquillo.»

Rogers chiuse il libro, non prima di aver posizionato con cura il segnalibro tra le pagine, e si sporse leggermente, poggiando i gomiti sulle ginocchia. «Lara, è un bene che non ci sia nulla da fare. Vuol dire che Khaled non ha ancora iniziato la produzione di armi, e che l'ISIS non agirà tanto presto.»

«Ne sei sicuro?» si alzò di scatto, mettendosi seduta, con i capelli ancora un po' arruffati. «E se stesse agendo di nascosto? Se non ci fossimo accorti di qualcosa? Chi ti dice che sia davvero tranquilla la situazione?» cominciò ad agitarsi e a camminare nervosa, e il comportamento non passò inosservato a Steve.

Si domandava cosa le prendesse, ma allo stesso tempo non voleva risultare invadente, così si limitò ad alzarsi anche lui dalla poltrona e a raggiungerla con estrema calma. Le mise le mani sulle spalle, per placare quel suo camminare avanti e indietro per la stanza, e quel misero tocco sembrò tranquillizzarla. «Senti, se proprio la cosa ti agita così tanto, andremo a fare un giro di ispezione. Natasha mi ha indicato uno dei magazzini in cui potrebbero lavorare, iniziamo da lì.»

«Davvero!?» chiese, con fin troppo entusiasmo.

Steve annuì, per poi prendere la via verso camera sua. «Preparati, usciamo tra poco.»

La ragazza non si fece attendere molto, in men che non si dica era già pronta all'azione e, dopo essersi cambiata, uscì dalla camera da letto e si avvicinò alla parete delle armi, prendendo una pistola da portare con sé. Per sicurezza, infilò anche un coltello nella parte laterale dell'anfibio, ma qualcuno non sembrava d'accordo con il suo equipaggiamento. «Vuoi uscire solo con una pistola?» Steve la raggiunse, prendendo delle armi da agganciare alla divisa sporca, ormai priva dello scudo.

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora