𝟼𝟹 - 𝚃𝚘𝚛𝚗𝚊𝚛𝚎 𝚍𝚊 𝚕𝚎𝚒

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«Dobbiamo continuare a fare questi controlli ogni giorno?»

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«Dobbiamo continuare a fare questi controlli ogni giorno?»

«Sì, è necessario, Steve. Sei rimasto in acqua per solo Dio sa quanto, e incosciente per più di quattro mesi. Dobbiamo assicurarci che tu non abbia avuto danni.»

«Emily, sono rimasto congelato per quasi settant'anni, non saranno quattro mesi in coma ad uccidermi.» Di tutta risposta, lei gli infilò un termometro in bocca, aspettando di rilevare la sua temperatura corporea. «Sto bene.» puntualizzò Rogers, con un sorriso.

Emily lo fissò per qualche minuto, con le braccia conserte sul camice bianco spiegazzato, perdendosi ad osservare i dettagli sul viso di quell'uomo tanto affascinante. La dottoressa era ammaliata dalla bellezza di Steve, e non poteva fare a meno di domandarsi se nella sua vita ci fosse una donna, prima del coma ovviamente, e soprattutto di chiedersi come il Capitano avesse fatto a finire proprio laggiù. Non avevano ancora parlato di questo, lui si limitava a presentarsi alla clinica per i controlli di routine e ad andarsene subito dopo, per aiutare Matt e Jason alla scuola.

Si avvicinò lentamente a Steve, seduto sul lettino, afferrando il piccolo termometro trasparente e constatando che anche quel giorno la temperatura risultava nella norma. «Non hai la febbre, e questo è un bene. Ma non mi sento ancora sicura.»

«Comincio a pensare che la tua sia una scusa per vedermi, sai?» scherzò, ridacchiando, e balzando giù dal lettino.

«Sarebbe un male?» sputò lei, quasi bisbigliando, forse per paura di aver detto qualcosa di troppo. Lui non rispose, rimase per un attimo a fissarla, così sorpreso da non sapere cosa dire. Fu lei, resasi conto di aver esagerato, a far morire il discorso. «Lascia stare, sono stata una stupida.»

«Emily io-»

«Lascia stare, Steve, io non so niente della tua vita passata, se ci fosse qualcuno nella tua vita, avrei dovuto chiedertelo prima di sbilanciarmi così.»

«C'è una persona.» asserì, risedendosi e invitando la dottoressa a prendere posto accanto a lui. «Tanti anni fa pensavo di non potermi più innamorare, avevo perso il mio grande amore, credevo che nessuna potesse nemmeno avvicinarsi a lei. Si chiamava Margaret, come tua figlia tra l'altro.» le sorrise. «La chiamavano tutti Peggy. Quando ho perso Peggy, mi sono perso anche io, e per tanti anni sono rimasto ancorato a quell'amore, convinto che lei fosse la donna della mia vita e che non avrebbe avuto senso cercare anche solo di accantonare per un attimo il pensiero di noi due insieme, della vita che avremmo potuto avere se solo non fossi finito nel ghiaccio, se solo avessi preso decisioni diverse. Ma sai una cosa? Col tempo ho capito che tutto accade per un motivo, evidentemente perderla era il mio destino.»

«Non puoi rimanere ancorato a questo ricordo, però...»

«Non è lei la donna di cui parlo, non era lei il mio destino.» sorrise. «Si chiama Lara. Sono finito qui per salvarle la vita. Non ci ho pensato due volte, nel momento in cui ho dovuto scegliere tra me e lei, ho scelto lei.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 14 ⏰

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𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora