𝟹𝟷 - 𝙽𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗𝚊 𝚌𝚘𝚕𝚙𝚊

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«Non vuole parlarne

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«Non vuole parlarne...» Sam si buttò sul divano con le mani al volto, lasciandosi andare ad un sonoro sbuffò che attirò l'attenzione di Natasha. «Steve cosa ti ha raccontato?»

La bionda si girò un poco, lasciando sul bancone lo straccio con cui stava asciugando i piatti, e puntò prima lo sguardo su Henry e poi su Sam, come a fargli intendere che non avrebbe dovuto tirare fuori il discorso proprio in quel momento. In realtà, a Wilson interessava ben poco che il biondo si trovasse lì, aveva sempre espresso la sua preferenza tra lui e Steve, e proprio non riusciva a vederlo accanto a Lara.

«Tranquilla, Natasha.» asserì Henry, confondendo i due supereroi, poi richiuse il giornale che stava sfogliando, e si alzò sospirando, appoggiandosi all'isola della cucina. «So cosa c'è stato tra Lara e Rogers, e so anche che nessuno dei due l'ha dimenticato, l'ho capito. Ma sapete una cosa? Va bene così, so che lei può essere felice con il Capitano, e mi sta bene, davvero.»

«Questo ti fa onore.» Sam era piacevolmente colpito, forse aveva giudicato un po' troppo in fretta quel ragazzo. Lui gli rispose con un cenno del capo, e cosi Falcon domandò ancora una volta a Natasha che cosa avesse scoperto da Steve.

«È turbato, teme che sia successo qualcosa con Felici, e onestamente Sam, lo credo anche io...»

«Qualcosa di che tipo?» i due davanti a lei parlarono all'unisono, lanciandosi poi un'occhiata.

«Noi non l'abbiamo vista, non subito almeno, ma Steve sì, è lui che l'ha trovata, praticamente inerme. Quando siamo arrivati noi, Lara si era già ripresa abbastanza, non oso immaginare come stesse quando Cap l'ha raggiunta...» sospirò, scostandosi un ciuffo biondo dal volto. «L'alcol non ti blocca le articolazioni, Sam.»

«Il GHB sì però...» il biondo guardò la vedova, ottenendo da lei un cenno affermativo del capo.

Dal canto suo, Wilson era confuso, non capiva di cosa stessero parlando i due. «Cos'è il GHB?»

«La droga dello stupro.»

I tre si voltarono verso la voce alle loro spalle, trovando il Capitano appoggiato all'uscio della porta, con le braccia conserte. Due occhiaie profonde contornavano i suoi occhi chiari, la barba lunga e i capelli spettinati lo facevano sembrare tutt'altra persona, e la tuta spiegazzata che indossava faceva pensare che non si cambiasse da parecchio. Era così, in effetti, come Lara anche lui si era chiuso in camera dal giorno prima, nel tentativo di schiarirsi le idee.

Non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che quell'uomo avesse toccato Lara, che l'avesse fatta soffrire, sperava profondamente di sbagliarsi, ma aveva intuito dallo sguardo di Natasha, che quei dubbi non attanagliavano solo la sua mente, ma anche quella della Romanoff.

Appena chiudeva gli occhi, rivedeva davanti a sé l'immagine di Lara sul tavolo, incapace di muoversi, e quella sensazione di rabbia e terrore che aveva provato riprendeva possesso di lui. In più, si chiedeva come avesse fatto a non accorgersi nei giorni precedenti di come lei stesse soffrendo, di come cercasse di nascondersi da tutti, da lui soprattutto. Lo aveva inteso come un tentativo di dimenticare quanto accaduto tra loro due, di riavvicinarsi ad Henry, invece era solo un modo per non dover parlare di cosa le avesse fatto Felici.

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora