𝟸𝟸 - 𝙻𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊 𝚟𝚘𝚕𝚝𝚊

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Erano passati sette mesi dalla missione in Libano, da quanto successo tra Lara e Steve, sette mesi in cui i due non si erano praticamente rivolti parola

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Erano passati sette mesi dalla missione in Libano, da quanto successo tra Lara e Steve, sette mesi in cui i due non si erano praticamente rivolti parola. Quando uscita dal bagno non lo aveva trovato in camera, Lara aveva subito compreso come per lui quanto successo fosse stato un errore, e si era maledetta per essere caduta come una stupida tra le grinfie del Capitano, perché poi ne era uscita estremamente ferita.

In quel periodo, avevano per fortuna avuto solo qualche piccola missione, così da non dover interagire chissà quanto tra loro, ma il fatto che Steve non volesse nemmeno rivolgerle la parola, la trafiggeva come una lama affilata conficcata nel petto. Del resto era stato lui ad andare nella sua camera, a volerla, che senso aveva non parlarle?

Con il suo atteggiamento, il Capitano aveva perfino rovinato uno dei pochi periodi dell'anno che a Lara piaceva davvero, quello natalizio, perché le ricordava nonna Mary e i biscotti che cucinavano insieme. Come spesso accadeva, anche a Natale erano solo loro due, Matthew e Kimberly si trovavano sempre da qualche parte in giro per il mondo, e si limitavano a mandarle un regalo particolare del paese in cui conducevano gli scavi. Che fosse una statuetta o un portagioie poco importava, fingevano che Babbo Natale fosse passato lì, da loro, prima di raggiungere Casa Hunt e consegnare il regalo alla piccola Lara.

Nessuno dei due archeologi, però, sapeva che la figlia aveva smesso di credere a Babbo Natale già da qualche anno, quando aveva chiesto in regalo che loro tornassero a casa, per stare con lei. E quando non li aveva visti tornare, aveva capito che l'esistenza dell'uomo barbuto, non era altro che un'invenzione di chissà chi, per far credere ai bambini come lei che essere buoni portasse regali. Non esaudiva davvero i desideri, forse per quello avrebbe avuto bisogno del genio della lampada, magari lui sarebbe stato in grado di portare i suoi genitori a casa.

Ma nonostante l'assenza dei due, non aveva intenzione di rovinare quella festa che a lei e alla nonna piaceva tanto, e così si dilettava nell'addobbare l'enorme albero, con palline rosse e dorate, circondate da festoni sempre più spelacchiati con il passare degli anni. Adorava cucinare biscotti a forma di omino, a cui mangiava sempre prima la testa, inondati di cannella e di zucchero, e le piaceva quando Mary le sporcava il nasino di farina, dando il via ad una battaglia a colpi di polvere bianca, quasi come fossero due bambine che giocavano insieme, e non nonna e nipote.

Non aveva smesso di adorare il Natale nemmeno in Istituto, forse perché fu proprio in quel periodo che conobbe Henry, dopo tre mesi dal suo arrivo. Si era presentato con una camicia abbottonata male, i capelli biondi scompigliati e un bastoncino di zucchero rosso e bianco tra i denti, rischiando perfino di perdere gli incisivi, quando era andato a sbattere contro Lara. Per sua fortuna, la caramella gli era caduta dalla bocca, risparmiando i suoi poveri denti, ma non i capelli di Lara, su cui si era appiccicata.

Lei gli aveva tirato un calcio, e il ragazzino si era beccato anche uno scappellotto sul collo dalla madre, infastidita dal dover scollare l'appiccicoso dolciume dai lunghi capelli castani della bambina; alla fine, spazientita, la donna aveva direttamente tagliato la ciocca, lasciando Lara con un ciuffo orribile che le ricadeva davanti agli occhi. Henry si era sentito fin troppo in colpa, vedendo le altre bambine prenderla in giro, e il giorno dopo era arrivato al Collegio con un fermaglio, rigorosamente rubato dagli accessori di sua madre, e lo aveva dato a Lara; quello, fu il primo di una lunga serie di regali di Natale e compleanno che il ragazzo le fece, e il preludio di un'amicizia che, con il tempo, di amicizia cominciò ad avere ben poco.

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora