Il caldo torrido tipico di fine luglio si abbatteva su Beirut, imperlando di sudore le fronti della gente per le strade, assetando i randagi e infuocando l'asfalto delle vie della città. Camminare sotto il sole cocente di quel pomeriggio doveva essere davvero difficile, ma grazie al cielo, Lara e Steve non dovevano subire tale agonia, visto che erano chiusi in casa, con l'aria condizionata al massimo, ognuno intento a farsi gli affari suoi. Ancora non parlavano l'uno con l'altra, lui perché voleva lasciarla sbollire, e lei perché si sentiva una stupida per essersi ingelosita così. Se avesse parlato con il Capitano, non solo si sarebbe resa ancora più ridicola, ma gli avrebbe anche dato la soddisfazione di avere ragione, e su questo la ragazza era categorica, non lo avrebbe mai permesso.
Fortunatamente, a farle compagnia c'era Cumino, il gatto che le si era affezionato qualche giorno prima in quel deposito. Chissà se anche lui, come lei, provava una sorta di amore e odio nei confronti di Steve, magari era per questo che lo aveva attaccato, rischiando per di più di farlo diventare il gemello biondo di Fury. Si sbattè una mano in fronte, rendendosi conto di quando fosse idiota a credere che quel micio avesse una coscienza.
Era solo un gatto.
Anche questo non lo avrebbe mai confessato a Steve, non dopo quel discorso sui gatti che percepiscono la tua aura e cavolate varie.
«Mi ha chiamato Natasha.» la voce del Capitano le arrivò alle spalle, facendola sobbalzare un poco dalla poltrona posta davanti alla finestra. Non rispose, si limitò a puntare gli occhi su di lui, attendendo che continuasse il discorso intrapreso. «Non aveva buone notizie.»
La ragazza si girò completamente, mettendosi composta. «Che succede?»
Steve sospirò. «Avevi ragione tu, era tutto fin troppo tranquillo. Siamo stati a non fare nulla, mentre Khaled portava avanti la produzione nelle piccole città qui intorno. Siamo in ritardo, non abbiamo più tempo, Lara.»
«Io te l'avevo detto!» scattò in piedi, piuttosto alterata. «Non mi ascolti mai. Pensare che tu dovresti essere l'esperto di missioni, sei Captain America, cazzo! Possibile che non ti sia venuto nemmeno un piccolo dubbio?» sbattè le braccia lungo il corpo, allontanandosi da lì per raggiungere la cucina.
Aveva ragione, ancora una volta. Era stato un imbecille a dire quella frase su Natasha, sia perché aveva finito per rovinare tutto quello che lui e Lara stavano costruendo, sia perché se c'era qualcuno distratto in quei giorni, quello era lui. Probabilmente aveva tirato fuori proprio quell'argomento in maniera inconscia, buttando fuori i dubbi sulla propria situazione e mascherandoli da preoccupazione per Nat.
«Torna qui.» la supplicò. «Lara! Dai...» con un sospiro, raggiunse la ragazza in cucina, sbarrandole il passo nel momento in cui, con un bicchiere in mano, lei cercò di andare in camera. «Si può sapere dove te ne vai?»
«In camera mia, per non vedere la tua faccia.» si allontanò, poggiando il bicchiere sull'isola della cucina.
«Capisco che tu sia arrabbiata, ma non ti sembra un po' esagerato?»
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𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜
Fanfiction🏹 𝚄𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚌𝚊𝚖𝚋𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚊𝚕𝚕'𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚏𝚞𝚐𝚐𝚒𝚝𝚒𝚟𝚘 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜 🏹 Tutti conoscono la storia di Captain America, l'eroe perfetto, il paladino, il primo vendicatore, ma quanti possono dire di conos...