𝟻𝟸 - 𝙽𝚘𝚗 𝚑𝚊 𝚖𝚊𝚒 𝚌𝚘𝚛𝚛𝚘𝚝𝚝𝚘 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎

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«Tutto okay?» Sam era steso sul sedile dell'aereo privato di Zemo, a guardare il soffitto sopra la sua testa, quando la voce calma di Lara giunse alle sue orecchie

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«Tutto okay?» Sam era steso sul sedile dell'aereo privato di Zemo, a guardare il soffitto sopra la sua testa, quando la voce calma di Lara giunse alle sue orecchie. Girò il capo verso di lei, trovandola seduta sul sedile di fianco, con un sorriso rassicurante.

«Sì... pensavo a tutti i casini che ha dovuto passare Sharon.» la ragazza roteò gli occhi, perché proprio non le andava giù la bionda, ma decise di stare zitta e far parlare Wilson. «E a Nagel, che si riferiva alla cavia americana dei test, come... come se Isaiah non fosse un essere umano. Quindi continuo a chiedermi, quante persone vanno torturate, solo per quel pezzo di metallo?»

«Punti di vista.» si intromise Bucky. «Quel pezzo di metallo ha salvato molte vite.»

«Sì, questo è vero, certo. Forse ho fatto uno sbaglio.»

«Sicuro?» chiese Lara, sorpresa da quella affermazione.

«Sì. Forse non dovevo metterlo in un museo, dovevo distruggerlo.»

La bruna sbatté le braccia lungo il corpo, agitandosi. «Lo scudo rappresenta molte cose per molta gente, per Bucky, per me. Il mondo è sottosopra Sam, mesi fa ti avevo detto che al mondo serviva Captain America, e indovina un po'? Ora ci serve un nuovo Cap e non sarà certo Walker. Quindi prima che tu distrugga lo scudo, glielo strapperò io di mano.» si allontanò, infastidita, andandosi a sedere all'altro capo dell'aereo.

Quella distanza che lei stessa aveva scelto di mantenere, non le impedì certo di sentire la conversazione tra gli altri tre passeggeri, e origliandola, comprese che Madani era stata trovata morta, a Riga. A causa della recente notizia, il piano di volo venne ridisegnato, e il velivolo cambiò quindi rotta, in direzione Europa. A quanto pare, Zemo aveva una casa lì, una delle tante di sua proprietà sparse per il mondo, il che permise al gruppo di stabilirsi lì per il tempo necessario, senza nemmeno doversi preoccupare di trovare un posto per dormire. 

Dormire, a dire il vero, era un parolone. Erano mesi che Lara non riusciva più a farlo senza svegliarsi nel cuore della notte, madida di sudore, urlando o piangendo. Ogni volta che chiudeva gli occhi, il volto di Steve le si ripresentava davanti, e allora con il tempo aveva smesso di chiuderli, di tentare di prendere sonno, fino a sfinire il suo stesso corpo, che ormai saturo della stanchezza, crollava autonomamente. Erano quelle le uniche volte in cui riusciva a dormire normalmente, quando era talmente stanca e a pezzi, da non avere le forze nemmeno di reagire agli incubi, e allora continuava a dormire, fino al mattino seguente, o per ore e ore.

Si ricaricava, e poi riprendeva da capo, non dormendo per giorni, rientrando in quel circolo vizioso.

Non dormì nemmeno su quell'aereo, per quanto le poltrone fossero comode, ma rimase con lo sguardo rivolto verso il finestrino, ad osservare i colori del cielo che cambiavano continuamente, scandendo lo scorrere del tempo. E tra le luci dell'alba e quelle del tramonto, con gli sprazzi di stelle durante la notte e le nuvole a coprire il sole di giorno, arrivarono a destinazione. Riga, affacciata sul Mar Baltico, era una città ricca di cultura, di musei e di sale per concerti, ma i tre non si trovavano certo lì per una gita turistica, erano partiti per la Lettonia per cercare Karli, nel tentativo di fermarla. Le sue idee erano diventate fin troppo estreme, ma nonostante questo, Sam non perdeva la speranza, era ancora convinto che ci fosse un modo per riportarla sulla strada giusta.

𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora