Le gocce di sudore scorrevano lente sulla fronte di Lara, mentre il suo corpo si contorceva nel letto e piccoli mugolii lasciavano le sue labbra screpolate. Erano due giorni che dormiva ininterrottamente, il colpo subito alla testa l'aveva intontita parecchio, e i tre Avengers avevano preferito lasciarla riposare, mentre anche loro a fatica si rimettevano in sesto.
«Come sta?» Sam sbucò sulla porta, rivolgendosi a Steve, che da ore se ne stava al capezzale di Lara.
«Si agita.» il biondo sospirò, lasciandosi andare sulla poltrona e strofinandosi gli occhi con le mani sudate.
«Cap, da quanto non dormi?» alzò un sopracciglio, non ricevendo alcuna risposta da Rogers. «Dai, vatti a riposare, ti dò il cambio.»
Steve scosse la testa, costringendo Wilson a prendere posto di fianco a lui, trascinando l'altra poltroncina presente nella stanza. «È colpa mia.» asserì il biondo, portando ancora una volta l'attenzione di Sam su di lui. «Sapevo che Khaled era il responsabile dell'attentato del 2011, ma non le ho detto nulla. Abbiamo litigato, tanto per cambiare, era lontana da noi per questo. Se fosse stata lì, avrei potuto proteggerla, invece ha sbattuto la testa e sono due giorni che non si sveglia.»
Wilson sembrò notare una lacrima sul volto del Capitano, ma fece finta di nulla, per non mettere Steve a disagio. Non era facile vederlo così fragile, non mostrava spesso i suoi sentimenti, eppure Lara aveva portato in lui uno scombussolamento tale da impedirgli quasi di controllare le sue emozioni, lo avevano notato tutti, al di fuori dei due diretti interessati. Non era colpa di Steve se Lara non si trovava lì con loro, la colpa era di entrambi, perché la ragazza non era una persona facile, ma conoscendo Cap, Sam sapeva per certo che non avrebbe sentito ragioni e che si sarebbe portato dietro il senso di colpa fin quando lei non si sarebbe svegliata.
Perché l'avrebbe fatto, si sarebbe svegliata, doveva farlo per forza.
Sam cercava di non dare a vedere quanto anche lui fosse preoccupato, ma Rogers lo capiva con un solo sguardo, anche per questo preferiva rimanere lui a vegliare su Lara, per non dare un peso troppo grande a Wilson. Era sua sorella, perderla non era un'opzione.
«Non puoi salvare tutti, Steve, parole tue.» Sam gli ricordò il discorso che aveva avuto con Wanda l'anno prima, una volta tornati da Lagos, e anche se con un enorme peso sul cuore e un grande senso di colpa, Steve si ritrovò a dover essere d'accordo con l'amico, che nel mentre gli aveva poggiato una mano sulla spalla, in segno di conforto.
Voleva dire qualcosa, ma un movimento un po' più brusco del solito da parte di Lara li distrasse da quel discorso, facendoli voltare verso la ragazza nel letto. I suoi occhi scuri erano aperti, e anche se ancora un po' sperduta, Lara guardava i due seduti di fianco a lei, con un sorriso leggero sul volto. «Sam...» pronunciò il suo nome con voce roca, cercando lentamente di afferrare la sua mano. «Sei vivo... state bene?» cominciò a piangere, al che l'amico le raccolse le lacrime dalle guance, accarezzandole con fare fraterno.
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𝙼𝚒𝚜𝚜𝚒𝚗𝚐 - 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜
Fanfiction🏹 𝚄𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚌𝚊𝚖𝚋𝚒𝚊𝚝𝚊 𝚍𝚊𝚕𝚕'𝚒𝚗𝚌𝚘𝚗𝚝𝚛𝚘 𝚌𝚘𝚗 𝚞𝚗 𝚏𝚞𝚐𝚐𝚒𝚝𝚒𝚟𝚘 𝚂𝚝𝚎𝚟𝚎 𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛𝚜 🏹 Tutti conoscono la storia di Captain America, l'eroe perfetto, il paladino, il primo vendicatore, ma quanti possono dire di conos...