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Proseguirono con canti e balli fino a notte fonda: O'Leary suonava il fiddle con mano sempre più incerta via via che l'alcol andava sparendo dalla tavola, le canzoni intonate si erano fatte più colorite e i ballerini a un certo momento si erano fermati in quanto i piedi si impigliavano l'uno con l'altro. Arrivati al punto che Dmitri Levin venne ritrovato a russare sonoramente sotto il tavolo, il festeggiato decretò che la serata poteva benissimo dichiararsi conclusa e, dopo una lunga serie di rinnovati auguri biascicati, gli invitati se ne tornarono alle proprie case barcollando per le strade buie, mentre altri più saggiamente si stesero nell'erba fresca e imitarono Levin dormendo.

«È stata una bella serata» commentò Hazel trascinando il marito verso la stanza da letto. «Sarà piaciuto il pesce preparato?»

«Da quel che ne è rimasto direi proprio di sì» borbottò Ross lasciandosi togliere la camicia prima di crollare sul grosso letto matrimoniale. Allungò poi un braccio e le pizzicò il morbido sedere tondo. «Era tutto molto buono, Nocciolina, non preoccuparti.»

Lei sorrise, le gote imporporate dal piacere. «Sono contenta quando le cose che preparo vengono mangiate con gusto, persino dal capitano.» Si fermò a riflettere, slacciandosi pensosa il corpetto. «Forse solo Dee non sembrava apprezzarlo molto. L'hai notato anche tu?»

«Nay, ero troppo impegnato a pensare al mio, di piatto.»

«Di solito lei non è mai così inappetente. Inoltre a un punto della serata si sono appartati, il capitano aveva una faccia... Che avesse ricevuto qualche notizia di suo fratello?»

«Nocciolina, pensa di meno a quest'ora della notte» sbottò Ross allungandosi per trascinarla tra le lenzuola tiepide tra i suoi versi inarticolati di sorpresa. Dopo essersela accomodata sopra il corpo muscoloso appiccicaticcio di sudore, le strinse con un sospiro soddisfatto le natiche della moglie.

Hazel gli si strusciò contro, mugolando nell'avvertire la dura virilità del marito premerle calda contro la coscia. «Vedo che l'alcol non ti impedisce di accenderti come un lumino» lo punzecchiò inarcando la schiena per far aderire le morbide curve contro il fisico scolpito dello scozzese, che emise un borbottio basso dal fondo della gola che gli fece tremare i pettorali sodi e di riflesso i generosi seni di lei schiacciati contro.

«Dopo due anni di matrimonio dovresti averlo capito, bonnie.» Si allungò per mordicchiarle un capezzolo, le fece poi scivolare la grossa mano ruvida tra le cosce e con delicata attenzione la carezzò strappandole un altro verso rumoroso.

Hazel si dimenò, fremente e languida sopra di lui. Con un gesto esperto infilò l'erezione urgente del marito dentro la propria fessura scivolosa ed emise un gemito roco. Si mordicchiò il labbro inferiore, e socchiudendo i grandi occhi dalle lunghe ciglia ricurve da cerbiatta, gli mormorò: «Dio, Ross, m-mi piace così tanto.»

Lui le afferrò i fianchi e la guidò per affondare meglio, lanciandole un sorriso sornione. «Fammi vedere quanto ti piace, mo chridhe

Al successivo affondo deciso, Hazel gettò indietro il capo, goccioline di sudore salato che le scivolavano lungo la schiena. Gemette a denti stretti: «Più forte, amore mio.»

I colpi diventarono sempre più ritmati, così come i versi di lei. Lui le diede una sculacciata ben assestata sul tornito fondoschiena che la fece gridare più voluttuosamente. «Oh Ross, è talmente intenso!» urlò nell'aria tiepida della notte, ma a un tratto in quella nebbia di piacere densa e avvolgente le arrivò un pensiero concreto che la riportò bruscamente coi piedi per terra. «R-Ross, attento, non hai usato... il goldone...» farfugliò posandogli una mano sullo sterno.

Lui alzò il viso arrossato dal momento, la vista vagamente annebbiata. «Eh?»

«Ross, f-frena un attimo non... non ti sei messo...»

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora