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Bóthar na Trá, 18 giugno 1801

Lea O'Kelly aveva ventidue anni ed era ancora nubile: la preoccupazione costante di sua madre Saoirse. «La linea tra "nubile" e "zitella" è sempre più sottile» era solita commentare in quell'ultimo anno all'ennesima proposta di matrimonio che lei rifiutava categorica.

«Allora resterò zitella, mamma» ribatteva lei senza scomporsi, facendo sospirare Athair, che stava ben attento a mettersi in mezzo tra i loro battibecchi.

E probabilmente quello sarebbe stato davvero il suo destino: lei non aveva alcuna intenzione di cedersi al primo pretendente dallo sguardo lascivo che veniva a reclamarla con la stessa fiducia con cui si andava ad acquistare una mucca al mercato. In chiesa pregava con fervore di trovare la forza: si sentiva tanto castigata perché imprigionata in quel corpo che pareva essere nato per attirare su di sé le occhiate bramose degli uomini. Sin da piccola aveva dovuto fare i conti sul fatto che quelle sue curve generose e volgari, i lunghi capelli folti e rossi dalle tonalità autunnali e quella bocca generosa e indecente attiravano i pensieri osceni dei maschi. Era così cresciuta portandosi quel pesante fardello, sopportando i commenti sgradevoli, le mani che si allungavano su di lei come se avessero il diritto di poterlo fare. Lo sguardo degli uomini che la studiavano con brama porcina era una cosa a cui era abituata e ormai sapeva come bloccarla sul nascere: con una scintilla feroce nelle iridi chiare, i suoi occhi smeraldo saettavano come lame fredde e mettevano la parola fine a quello scempio.

Non si capacitava, dunque, di stare nella capanna di nonna a lavarsi senza che quel curioso dottore facesse i salti mortali per sbirciare verso le sue nudità con la smania indecorosa che invece aveva sempre trovato nello sguardo dell'intera popolazione maschile con cui aveva avuto a che fare fino ad allora.

«Dovete lavarvi» le aveva detto categorico il gallese mentre a sua volta puliva il corpo rugoso e appassito di Maimeó, passando un panno morbido imbevuto in acqua tiepida tra le gambe aperte della nonna.

Lea aveva assistito inorridita alla scena, le nudità dell'anziana esposte senza pudore, ma Gabriel Evans stava procedendo con l'espressione seria e distaccata come se stesse lucidando il tavolo o i piatti nel lavabo, rendendo i suoi gesti solenni e rispettosi come lei non avrebbe mai ritenuto possibile.

Scettica, aveva preso il vestito che Aignéis Donnelly, la figlia più grande dei vicini, le aveva gentilmente prestato, ed era andata a rintanarsi con la diffidenza che trapelava da tutti i pori. Aveva immerso il cencio nella bacinella ai propri piedi fasciati e con cautela se l'era passato sulla gamba, carezzandosi il ginocchio per poi salire tra le cosce, alzando appena l'orlo del vestito lercio, il tutto continuando a gettare continue occhiate nervose all'ampia schiena del dottore che però non si era mossa di mezzo centimetro, dandole le spalle.

«Non potete guardare» volle far presente in tono scontroso e si seccò della risatina che ricevette in risposta.

«Ve l'ho promesso più volte, e torno a ripetervi che sono un uomo di parola: non mi volterò per guardarvi» le disse con voce pacata.

Tra sé e sé, Gabe si chiese come gli fosse uscita così convincente la frase, sentendo invece la fronte imperlata di sudore al pensiero della morbida Lea che si lavava, la chiara pelle nivea che probabilmente riluceva come alabastro; chissà, si chiese avvertendo le gote divenirgli incandescenti, se il suo morbido cespuglio era dello stesso rosso infuocato delle volitive sopracciglia...

«Anche vostra moglie è obbligata a queste stranezze sulla pulizia?»

Quasi fece cadere il panno quando la voce bassa e vellutata come una carezza della giovane O'Kelly interruppe le sue sordide fantasie e impiegò una manciata di secondi per ricomporsi e capire per bene cosa gli avesse detto. «Domando scusa?» inquisì quanto più gentilmente possibile, rimboccandosi meglio le maniche della camicia sugli avambracci muscolosi.

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora