Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI

23.

Ross MacLeod era seduto per la prima volta al tavolo con tutti i sottufficiali della Wicked Mary, il Capitano James Lockhart, Mrs Lockhart e Hazel. Davanti a sé aveva un piatto di porcellana finemente lavorato con sistemate accanto delle posate in argento ben lucidate. Ricordava benissimo i tempi in cui, da semplice mozzo, aveva contribuito a far risplendere quelle forchette e quei coltelli.

Di fronte a ogni commensale, stava un calice con un lungo stelo, dall'aria molto più delicata rispetto ai boccali in peltro in cui bevevano i marinai. Anche i piatti usati sul ponte inferiore erano in effetti dello stesso materiale e avevano un aspetto molto più resistente. Era capitato che qualcuno facesse cadere, per la stanchezza o per il troppo grog, il proprio piatto vuoto a terra dopo averne spazzolato il cibo all'interno. In quel caso bastava alzarsi e raccogliere la stoviglia, ma con uno di quegli affarini in ceramica si sarebbe dovuti impazzire per andare alla ricerca delle miriadi di frammenti in cui si fosse infranto. MacLeod deglutì, sperando di non rompere nulla durante la cena e sentì la piccola mano di Hazel carezzargli il ginocchio sotto il tavolo, così, voltandosi verso la moglie, ricambiò il suo sorriso, le labbra tirate per la tensione.

Dalla cambusa arrivò Dembe, insieme a Morrison e a un giovane mozzo dai cortissimi capelli biondi. Robert strizzò discretamente l'occhio al proprio connazionale e il nodo allo stomaco di Ross si sciolse ancora di più, anche al pensiero della pietanza deliziosa che avrebbe assaggiato di lì a poco.

La fortuna era che, dopo il suo primo lungo viaggio sulla Wicked Mary, non aveva più sofferto di mal di mare se non proprio in situazioni sporadiche e aveva un grande appetito. Certo, tutto l'equipaggio poteva godere dei miracoli culinari di Dembe Freeman, ma farlo nella cabina grande, in compagnia dei sottufficiali, delle donne e del capitano, era un vero e proprio onore, a cui doveva ancora abituarsi.

Quando il cambusiere e i suoi assistenti ebbero servito generose cucchiaiate di zuppa di pesce a tutti, MacLeod fece per prendere il cucchiaio e immergerlo in quel brodo dall'aspetto invitante in cui galleggiavano crostacei, pezzi di pesce misto e verdure profumate di spezie, ma di fianco a lui Haze tossicchiò per attirare la sua espressione.

«Che c'è, bonnie?» le domandò a voce bassa e lei si limitò a fare un cenno in direzione di Lockhart, che si stava schiarendo la gola, alzandosi in piedi, con il calice levato. Ross si rese conto in quel momento che, troppo impegnato ad ammirare Dembe e gli altri che riempivano i piatti di zuppa, si era dimenticato di prendere del porto e il suo bicchiere era vuoto. Com'era che quello di Haze invece era pieno? Quando accidenti si era versata del vino?

Fingendo indifferenza e pensando a un modo per allungarsi nella maniera più discreta possibile per prendere la caraffa di porto ora davanti a Mrs Lockhart, quasi dall'altra parte del tavolo accanto al proprio marito, ascoltò il breve discorso di quest'ultimo. «Eccoci alla prima cena a bordo della Wicked Mary durante questa traversata che ci porterà a Cancún. Diamo il benvenuto al nostro acquisto più recente, Mr MacLeod, il nuovo vice artigliere. Propongo un brindisi a voi, congratulazioni per il vostro incarico, che proceda sempre per il meglio!»

Ross si bloccò con il braccio a mezz'aria e, vedendo tutti afferrare i propri bicchieri, andò per recuperare il suo ma lo urtò, facendolo cadere, ancora vuoto, sul tavolo con un piccolo tonfo.

L'oggetto di fine cristallo per fortuna non si ruppe e MacLeod incontrò gli occhi chiarissimi dell'imponente artigliere capo, Dmitri Levin, che gli rivolse un lieve sorriso dispiaciuto. Le guance dello scozzese s'imporporarono diventando quasi dello stesso colore dei suoi capelli, ma Colin O'Leary venne in suo aiuto, afferrando con dita agili il bicchiere, rimettendolo dritto e riempiendolo quasi fino all'orlo prima di porgerlo a Ross, che lo prese con una certa agitazione, facendo traboccare qualche goccia di liquido color rubino intenso che andò a imbrattare la tovaglia immacolata fino a quel momento.