Bóthar na Trá, 16 giugno 1801
Il vento ululava forte e faceva scricchiolare le assi di legno della porta della minuscola capanna di Orla O'Kelly. Dal pannello dall'aria poco stabile passava una quantità di spifferi non indifferenti, ma per fortuna la temperatura si andava riscaldando da quando il nostromo della Wicked Mary aveva acceso un fuoco che scoppiettava allegro nel camino.
O'Leary stava infatti ravvivando le braci, mentre Lea si affaccendava avanti e indietro nello spazio angusto della capanna in pietra, incurante dei tagli che si era provocata ai piedi per cogliere le erbe, divisa tra il capezzale di nonna O'Kelly e la pentola sul fuoco, contenente dell'acqua con a mollo la radice di zenzero e i cardi. Evans le aveva già intimato un paio di volte di mettersi a sedere, che ci avrebbe pensato lui a somministrare sia a lei che alla vecchina la tisana che le avrebbe fatte stare meglio, ma l'unica figlia di Cillian O'Kelly era dieci volte più testarda del padre, che pure era famoso in tutta la zona di Galway per la sua cocciutaggine.
«Bene, il fuoco ha preso. Vado a pescare, in modo che possiamo mettere sotto i denti qualcosa al più presto» dichiarò Colin orgoglioso, lanciando uno sguardo ardente a Lea, che però quasi non lo stette ad ascoltare: Orla aveva aperto a fatica le palpebre sottili come l'ala di una libellula e aveva chiamato la giovane per la prima volta da quando erano arrivati lì.
«Maimeó, come stai?» domandò Lea con un filo di voce, inginocchiandosi accanto alla donna.
Evans si accorse dello stato pietoso in cui erano i piedi di Lea solo nel momento in cui spostò lo sguardo dalla propria valigetta da medico dove stava cercando altri possibili rimedi per lo stato di salute di Orla, attirato dalla voce gracchiante di quest'ultima che cercava di rassicurare la nipote.
La vista di quei piedi candidi e delicati in condizioni così malandate, per poco non lo fece trasalire e dovette darsi un contegno per non precipitarsi dalla ragazza brandendo dell'impacco di aloe e farle un massaggio.
«Lea, guarda i tuoi piedi, che ti sei fatta a chuisle?» O'Leary precedette qualsiasi altro commento sulla ripresa di coscienza di Orla O'Kelly.
«Sono certa che il dottore ha con sé qualcosa per farmi guarire, ma c'è tempo. Adesso per favore, Colin, va' a pescare qualche sgombro, la nonna ha bisogno di mangiare. Hai fame, Maimeó?»
L'altra annuì e ciò contribuì a convincere O'Leary a lasciare la capanna, con la promessa di tornare presto con tanto pesce fresco per la sua amata e per la nonnina, seppur riluttante.
Dopo un paio di minuti di chiacchiere stentate in cui aveva parlato perlopiù Lea, mentre Orla le rispondeva a monosillabi, l'anziana si riaddormentò, così Evans raccomandò con tono gentile alla ragazza di allontanarsi e le chiese, con un groppo in gola e un rossore che gli si allargava sul volto allungato, di farle controllare le ferite che aveva ai piedi.
Lea si sedette su una delle due sedie sgangherate che c'erano nella capanna, trascinata davanti al fuoco affinché il dottore potesse avere una migliore visuale ed Evans, inginocchiato di fronte a lei, le prese con mano leggermente tremante uno dei piedini perfetti tra le dita forti ma delicate.
Gabriel deglutì, poi scosse il capo e sentenziò: «Dovete lasciare che vi pulisca le ferite con acqua e sale, poi vi applicherò dell'estratto di aloe per alleviare il dolore e far sì che la pelle guarisca più in fretta.» Si passò la lingua sul labbro inferiore mentre con il pollice le sfiorava il dorso del piede, con le dita di lei che si arricciarono al tocco, per il lieve solletico, poi concluse, ad alta voce senza accorgersene: «Sarebbe un vero peccato se questi piedini perfetti riportassero dei segni permanenti.»
Lea aveva avuto a che fare spesso con le stranezze degli uomini da quando era diventata a tutti gli effetti una donna, ma quel dottore le pareva tanto gentile e innocuo, seppure un po' strambo. Fino a che si fosse limitato a medicarle i piedi, lei non ci avrebbe trovato proprio nulla di sbagliato in tutto ciò, volle però protestare: «Posso fare da me, dottore, non c'è bisogno che vi scomodiate.»
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Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI
Narrativa Storica[COMPLETA] Terzo capitolo della serie Of Seamen and Maidens. Seguito di ACQUE SCURE E VENTI CONTRARI. Kingston, 1801. Sono passati due anni da quando la Wicked Mary, il vascello del Capitano James Lockhart, è approdato in Giamaica. James non ha mai...