Dublino, 17 giugno 1801
Dopo un'ora di cammino, i piedi stanchi di Hazel e James, calpestarono le pietre scure del Ringsend Bridge e scorsero le finestre illuminate del MacKenzie's oltre il ponte, come ad attenderli. Una volta dentro, gli sguardi degli avventori si posarono incuriositi su quella coppia improbabile: un uomo dall'aria arcigna con un uncino al posto di una mano e una donna minuta dall'aria sperduta e la faccia rossa e congestionata dal pianto. Chiesero di Daniel O'Neill e un uomo seduto al bancone si girò circospetto, riconoscendo il proprio nome. Era minuto e molto più emaciato del cugino, quasi somigliasse ai cadaveri di cui si occupava. Dopo che James gli ebbe offerto un giro di birra, rispose volentieri alle loro domande, anche se quello che rivelò loro fece torcere le budella a entrambi. C'era stato un cadavere che corrispondeva alla loro descrizione: un rosso dalla mole imponente che era stato una bella seccatura da caricare sul carretto.
«Portatemi alla fossa comune, ho bisogno di vedere quel corpo!» esclamò Hazel a voce alta, attirando gli sguardi sia contrariati che incuriositi di quelli che erano lì per bersi una pinta e non per assistere a una scena drammatica.
Daniel scosse il capo. «Li abbiamo dovuti bruciare tutti, perché c'è stata una brutta epidemia di vaiolo nel quartiere e non vogliamo rischiare. Però aveva un segno strano sul polso.»
A quella frase Hazel sentì il terreno mancarle sotto i piedi perché di sicuro si riferiva al tatuaggio di Ross, quello con le sue iniziali: H.P. Hazel Patience.
«Quale polso? Ditemelo!» sbottò, strattonando l'uomo per la camicia lurida.
L'altro strabuzzò gli occhi piccoli e scuri e la guardò come se fosse impazzita. «Dannazione, non me lo ricordo, in mezzo a quell'ammasso di braccia e gambe... so solo che aveva qualcosa di strano.»
«Ricordate se aveva delle cicatrici sulla schiena? Segni di una passata fustigazione?»
Ancora lui la fissò come se avesse perso il senno. «Miss, ora mi state chiedendo troppo.» Daniel ingollò l'ultimo sorso di birra scura rimasta nel boccale e li liquidò con un cenno frettoloso del capo, prima di lasciare il pub con andatura nervosa.
Di fronte all'enormità di quello che avevano appena scoperto, Hazel si sentì mancare il fiato, le parve che i mobili in legno scuro del pub e quei vetri impolverati la volessero soffocare, richiudendosi su loro stessi, così corse fuori in strada, con Lockhart che la seguì imprecando tra sé.
Hazel emise un grido lungo e sofferente che fece trasalire la gente nei dintorni, lasciandosi scivolare a terra nel fango e piangendo senza ritegno con il volto affondato nelle mani, le spalle che sussultavano per i singhiozzi che la scuotevano tutta mentre la folla la fissava costernata ma evitandola con cura, con un'espressione mista di pietà e imbarazzo, creando una piccola bolla attorno a lei. Era come se chi stesse assistendo alla scena temesse di infettarsi con la sua infelicità.
Lockhart si chinò e la tirò in piedi senza difficoltà, avrebbero potuto calpestarla e non se ne sarebbe accorta nemmeno, presa com'era dalla propria disperazione, e a passo stanco la trascinò in un angolo più riparato, per avere un minimo di intimità per quell'enorme dolore messo a nudo davanti a tutti.
«Ms Miller, forse sarebbe meglio che ci fermassimo a riposare.»
«M-mio marito non è morto» borbottò lei tra le lacrime, premendosi i palmi sul volto, i singhiozzi che non accennavano a diminuire.
«Avete sentito quello che ha detto quel becchino. Se non avete creduto alle parole di Deirdre...» James avrebbe voluto sedersi a terra sulla strada lastricata e piangere assieme alla giovane, si sentiva davvero sul punto di farlo. «Venite, coraggio» sbottò invece con voce roca, prendendola con gentilezza da un braccio e conducendola di nuovo all'interno del MacKenzie's, ignorando le occhiate della gente che li fissava ancora incuriositi per lo spettacolo gratuito offerto. Con gesti decisi ma pieni di riguardo fece sedere una recalcitrante Hazel al bancone e richiamò rapido l'attenzione dell'oste, che stava asciugando dei bicchieri con una certa flemma, e prima che questi li potesse raggiungere, James alzò brusco due dita per ordinare, per poi sedersi anche lui con aria affranta.
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Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI
Narrativa Storica[COMPLETA] Terzo capitolo della serie Of Seamen and Maidens. Seguito di ACQUE SCURE E VENTI CONTRARI. Kingston, 1801. Sono passati due anni da quando la Wicked Mary, il vascello del Capitano James Lockhart, è approdato in Giamaica. James non ha mai...