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A MacLeod era tornata in mente, per chissà quale bizzarra ragione, quella prima cena a bordo della Wicked Mary, mentre stava seduto allo stesso tavolo anni dopo, la sera prima di sbarcare a Dublino.

Nonostante i normali rallentamenti dovuti alle condizioni climatiche stagionali, la traversata da Kingston era andata bene, tutto sommato, con i soliti incidenti di poco conto: fabbri o carpentieri che si martellavano una mano per sbaglio, qualche episodio di febbre che Evans aveva tenuto a bada egregiamente e un paio di fasciature alla testa che Haze aveva applicato con fare ormai esperto.

Da quando Deirdre era diventata l'ombra di Tennant, i conteggi sul veliero erano ancora più meticolosi e Ross aveva sentito spesso il Capitano Lockhart elogiare la moglie mentre chiacchierava con Evans e i sottufficiali. Non era da MacLeod sperticarsi in lodi riguardo all'operato di Hazel, ma anche lui era sempre stato molto orgoglioso del ruolo che la sua bonnie lass era riuscita a ritagliarsi a bordo. Si dispiacque per non averglielo potuto dire, di recente, se lo meritava, e Ross considerava importante ripeterglielo, eppure dopo il loro ultimo battibecco in cabina era calata una cappa di tensione tra di loro, limitando le confidenze e gli amorevoli scambi d'affetto a cui lui si era ormai abituato.

Senza rendersene conto, la bocca si era atteggiata a una piega più amara, lo sguardo chiaro fisso al fondo ormai vuoto del suo ennesimo boccale di birra... o era grog? Non se lo ricordava, e forse era quasi meglio così.

Il Capitano Lockhart aveva un'espressione soddisfatta, ma le sue labbra tradivano una rigidità nervosa, perché al suo fianco la moglie mangiava ben poco, rispetto all'alcol che ingurgitava senza partecipare alla conversazione con il suo solito brio. Stava per sussurrarle un appunto a riguardo all'orecchio, ma si limitò a posare la mano su quella di Deirdre, perché, alzandosi in piedi dopo aver scolato in un sorso un generoso bicchiere di grog, O'Leary batté le mani e propose di animare la serata con un bel canto.

Mrs Lockhart parve riaversi all'improvviso e, togliendo le dita dalla presa premurosa di James, batté a sua volta i palmi uno contro l'altro. «Che bell'idea avete avuto!» convenne, le guance imporporate e lo sguardo che si posava su Hazel dall'altra parte del tavolo, anche lei piuttosto silenziosa fino a quel momento al fianco del marito, a cui aveva ceduto il suo piatto di zuppa di pesce con un gesto spontaneo, nonostante fossero ai ferri corti. Anche la più giovane delle due parve rianimarsi alla prospettiva di un diversivo canoro.

«Su, allora cosa aspettate a cominciare?» fece Duncan sollevando il calice colmo di porto in direzione di O'Leary. Avevano accompagnato del pudding alla frutta con una bottiglia di ottimo vino liquoroso arrivata dritta dalla scorta personale del capitano.

Colin inspirò a pieno polmoni e cominciò: «Ho sentito, ho sentito il vecchio saggio dire.»

«Dicci, dicci cosa hai sentito?»

«Che domani la mia bella Lea rivedrò» rispose O'Leary.

«E poi, e poi che succederà?» ripeté il coro, con Dima che batteva le mani accalorato tenendo il tempo, e il verso successivo toccò all'uomo di fianco al nostromo, Finn Duncan.

«Lui di sposarlo le chiederà»

«E lei, lei cosa dirà?»

Era il turno di Rupert Tennant, che pareva preso alla sprovvista, ma riuscì a cantare, con voce leggermente gracchiante, dopo essersi aggiustato con un gesto meccanico i piccoli occhialini sul naso. «Oh, lei, sì, lei lo sposerà

«E dopo, dopo come andrà?» riprese il coro incitando, con le voci di Deirdre e Hazel che spiccavano soavi su quelle più cavernose degli uomini. Era il turno di Evans, che Ross ascoltò cantare mentre si scolava d'un sorso il porto avanzato da Hazel, che quella sera quasi non aveva toccato alcolici, a parte la sua razione di grog, più annacquato del normale.

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora