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Cork, primavera 1788

«Non resta che fare così, non vedo altra soluzione, lo sapete benissimo anche voi, padre.»

Deirdre incollò meglio l'orecchio alla porta, aveva sentito il proprio nome venire invocato più volte tanto da Athair quanto da suo fratello dallo studiolo e le voci si erano fatte via via più alte e concitate, così lei era sgusciata quatta quatta lasciando il suo noioso lavoro di cucito e si era piazzata a origliare con una brutta sensazione addosso.

«Per la miseria, Desmond, questo tuo amico ha quasi il doppio dell'età di Deirdre, non mi piace nemmeno un po'.»

«Ma vi fa comodo avere un prestito dalla sua banca, o sbaglio?»

Nella penombra del corridoio polveroso, Deirdre avvertì le dita divenirle di ghiaccio nell'udire la voce del padre sbottare mortificato: «L'unica che abbia acconsentito a farmene uno. È assurdo, sono sempre stato un mercante rispettabile e non vedo perché ora debba arrancare per un po' di denaro.»

La voce di Desmond rispose fredda e sarcastica. «Dovevate limitarvi a commerciare popeline invece di lanciarvi in quell'assurda impresa della seta.»

«Come potevo sapere che la nave sarebbe affondata al largo dell'Oceano Indiano?» Il tono di Eoghan Walsh aveva la stessa amarezza che lo aveva contraddistinto negli ultimi mesi. Deirdre aveva provato a suonare il fiddle e cantare per lui come faceva ogni volta per rincuorarlo, ma era riuscita solo a ottenere un debole sorriso stentato e lei di notte si ritrovava a piangere per quella mesta ombra che stava diventando suo padre.

«Ormai è tardi per i rimpianti. Charles O'Byrne è un uomo con un buon lavoro, direi persino un partito migliore di quanto mia sorella possa mai aspirare in tutta la sua vita: è una donna immatura e capricciosa, con quel suo carattere sarebbe stato ben difficile trovarle marito.»

«Non essere duro con lei» mormorò fiacco in risposta l'altro.

«Sono realista, il che è diverso» precisò Desmond con quel tono saccente che Deirdre detestava, già si immaginava il sopracciglio alzato e le labbra piegate in una smorfia insofferente. «Sta per compiere vent'anni e non ha ancora accettato alcuna proposta di matrimonio e tutto per colpa vostra che la viziate, permettendole di fare quel che accidenti le pare. Charles sarà un eccellente marito, lei si trasferirà con lui a Dublino e diventerà una donna rispettabile della buona società.»

Deirdre aveva udito abbastanza, così si raddrizzò, brusca, ed entrò decisa senza bussare nel piccolo studio in legno scuro. «Mi volete dare in sposa senza avermi nemmeno consultata?» esordì spiccia lanciando occhiate dardeggianti al padre e al fratello in piedi davanti al caminetto in pietra spento e sporco di fuliggine.

Desmond la guardò con aria di disapprovazione, ma a quello ci era abituata, il padre invece la fissava con espressione mortificata e colpevole nel grande volto dai lineamenti sempre più afflosciati, come se la vecchiaia lo avesse raggiunto in fretta tutto d'un botto. «Mo chuisle, m-mi spiace di esserci dovuti ridurre a questo» balbettò, stringendosi nella logora vestaglia che ormai gli pendeva larga dal corpo un tempo massiccio e florido.

«Questo è un esempio del comportamento irrispettoso di cui vi dicevo» soffiò Desmond stringendo i grandi occhi grigi in direzione della sorella. «Siete stato troppo morbido con lei, ve l'ho sempre detto.»

«Athair, volete davvero darmi in sposa all'amico di Des?» continuò lei, ignorandolo.

«Figlio mio, esci un attimo, vorrei parlare da solo con tua sorella.»

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora