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Dublino, 23 giugno 1801

«È un serpente a sonagli» sputò Hazel con rabbia.

Deirdre si lasciò scivolare piano contro la vasca fino a che l'acqua non le arrivò a coprire la bocca serrata stretta, le sopracciglia aggrottate e gli occhi che vagavano ansiosi per la stanza senza fissarli in un punto in particolare. Alzò quel tanto il capo per sussurrare incerta: «Si potrebbero mandare dei messaggi criptati.»

«Brava, Dee! Stavo pensando alla stessa cosa» soffiò Hazel illuminandosi di botto e drizzando la schiena entusiasta, protendendosi verso l'altra. Deirdre vide la fiamma della rabbia e della speranza bruciarle assieme negli occhioni ambrati, puntati decisi nei propri, ma lei si era già pentita delle parole che le erano uscite di bocca. La speranza era rischiosa e molto dolorosa, lo aveva imparato a sue spese in Francis Street.

«Hazel, detesto smorzare gli animi ma... quando vivevo qui, io mandavo continui messaggi a casa. Scrivevo delle violenze e dei maltrattamenti eppure nessuno si è mai presentato a questa porta per salvarmi» la voce le uscì gracchiante. «Ho continuato a sperarci, credevo non fosse arrivata nessuna delle mie lettere fino a quando... fino a quando Desmond, venendo qui, non mi disse che invece erano arrivate. Tutte.»

«Dee, ascolta, tuo fratello è un farabutto della stessa risma di Charles, ma ora è diverso.» Hazel le prese la mano con dolcezza cercando lo sguardo dell'amica. «Tu hai un marito che farebbe di tutto per te, se riuscissimo a fargli arrivare dei messaggi pensi davvero ti lascerebbe qui in queste condizioni?»

Lo stomaco di Dee si contrasse alle dolci lusinghe della speranza, mentre l'immagine di James le si piazzava davanti invitante. «Vorrei vederlo anche solo un'ultima volta» mormorò schiacciando una guancia sul bordo della vasca per poi emettere un sospiro tremulo.

«Noi faremo molto più di questo! Dobbiamo fargliela pagare a quel verme di Charles, deve morire come un cane maledetto» proseguì Hazel con astio, rimboccandosi le maniche del vestito turchese per non inzupparsele per la foga dei gesti con cui stava frizionando i capelli dell'amica.

«Potremmo usare il limone.»

«Nella vasca? Ha qualche proprietà – »

«No, scusa, intendevo per i messaggi.» Dee alzò il volto verso l'amica. «Possiamo usare il trucco dell'inchiostro simpatico.»

Hazel la fissò sorpresa. «Non so come funziona ma mi fido.»

«Scriviamolo ora» bofonchiò Dee alzandosi in piedi dopo aver poggiato le mani al bordo della vasca, emettendo un piccolo grugnito per lo sforzo e rovesciando acqua ovunque, compreso su buona parte del vestito di Hazel la quale era però troppo concentrata sull'altra per prestarvi caso mentre le porgeva il telo per asciugarsi.

«Vedrai, presto il Capitano Lockhart verrà a cercarci» le disse sicura asciugandola frettolosa con Dee che arrancava nuda per la stanza incurante delle pozzanghere che stava disseminando per poi piazzarsi alla piccola scrivania e tirare fuori carta e piuma.

«Prepariamo il messaggio per stasera... Limone? Oh, porta del tè in camera con le fette di limone, eviteremo così dei sospetti.»

Hazel obbedì solerte e trottò al piano inferiore, dopo un quarto d'ora tornò con quanto richiesto e trovò Deirdre rivestita alla bell'e meglio con i lunghi capelli scuri gocciolanti che le pendevano in una matassa aggrovigliata sulle spalle, i gomiti poggiati alla scrivania e lo sguardo stralunato alla piuma stretta in mano, come se neppure lei ci credesse a quello che stava per compiere.

«Aggiungeremo ai messaggi le cose che abbiamo sentito in questi giorni, e credimi se ne ho sentite di cose che potrebbero incriminarlo! Charles deve essere davvero convinto che non usciremo mai di qui, per parlare tanto a ruota libera dei suoi loschi affari sapendo che siamo nei paraggi» mormorò con tono funereo l'irlandese mentre Hazel arrivava rapida a frizionarle i capelli con un telo pulito. «Oh, grazie piccina mia.»

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora