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Dublino, 15 giugno 1801

Quando Ross entrò barcollante per la stanchezza nella stanza da letto, soddisfatto della missiva che aveva scritto per i suoi che sarebbe partita il giorno dopo per la Cornovaglia insieme a quella di Lockhart, si stupì di trovare Hazel ancora sveglia e vestita, con un libro tra le mani, gli occhi arrossati per la stanchezza ma concentrati sulla pagina.

«Avevate molto da parlare con il capitano, va tutto bene?» gli domandò accigliata, chiudendo il volume e posandolo sul comodino.

«Aye, niente di cui tu debba preoccuparti.» Ormai i suoi genitori e fratelli avevano un posto dove andare e lui in quel momento voleva discutere di un'altra questione che gli premeva. «Che stavi facendo quando io e Mrs D siamo rientrati, bonnie?» inquisì, sedendosi sul proprio lato del letto.

Lei esitò, evitando per un attimo gli occhi del marito. Ultimamente era stato così sfiancante anche solo parlare delle questioni più insignificanti con lui e ogni volta l'offesa subita quell'ultima sera sulla Wicked Mary rischiava di riaffiorarle alle labbra, ma tanto sapeva che sarebbe stato inutile, perché lui non avrebbe capito e non le avrebbe chiesto scusa, non quando era convinto di avere ragione.

«Mi hai vista benissimo. Ero a giocare a scacchi con il Capitano Lockhart.»

Il petto muscoloso di Ross fece su e giù quando lui espirò rumorosamente, infastidito. «Ti avevo detto di non dare più fastidio al capitano, lassie

«Non gli stavo dando noie. Vi stavamo solo aspettando, ingannando il tempo.»

Ross scosse la testa, con un sospiro pesante. «Ti ho già spiegato che il capitano è troppo educato per fare diversamente. Una volta tornati alla locanda, la sera, limitati a restare in camera. Intesi?»

«Non ti piace che io impari qualcosa, vero?»

Ross si congelò nel gesto di togliersi la camicia, a mezzo metro dal letto. «Non ho mai detto niente di tutto questo.»

«Ma sembra ti dia fastidio, non è così?»

«Nay, cosa accidenti ti salta in mente, ti ho sempre lasciata libera di fare quello che diavolo ti pare. Se vuoi restare col naso ficcato in un libro, puoi benissimo farlo. Ma ti ripeto: non dare fastidio al capitano.»

Hazel serrò le labbra, sentendo montare veloce la rabbia e si alzò dal letto, volendo mettere più distanza possibile tra loro due. Non ne poteva più di quella situazione, era stanca. Pensò a cosa avrebbe potuto dire al marito per convincerlo del suo punto di vista, ma ogni cosa le venisse in mente era offensiva e per nulla adatta al momento.

MacLeod parve tornare sui suoi passi senza che l'altra gli dicesse nulla e si alzò per andare a raggiungerla, con i piedi nudi che rimbombavano pesanti sulle assi umide del pavimento. «Och, dinna fash, bonnie, vieni a dormire.» La prese dolcemente per un braccio, con l'intenzione di trascinarla con sé sul materasso.

Quel suo atteggiamento, quel fare finta che non fosse successo niente, no, lei non l'avrebbe sopportato oltre. Hazel strattonò il polso dalla stretta di Ross e il braccialettino in argento che lui le aveva regalato si sganciò e cadde a terra, infilandosi in una fessura tra due lastre di legno.

«Non verrò a letto con te, Ross MacLeod.»

«Aye, forse hai ragione, meglio evitare di fare quello.» Le lanciò un sorriso ironico ma lei rimase a fissarlo impassibile, non ci avrebbe riso sopra questa volta. Ross emise un grugnito infastidito. «Fa' come vuoi» sbottò, poi andò a sedersi di nuovo sul materasso, tirò le gambe sul letto e si stese, dandole la schiena.

Hazel si chinò per raccogliere il braccialetto e se lo rimise al polso, sollevata che la chiusura non si fosse danneggiata, poi si spogliò e si lavò con gesti lenti con un panno inumidito dall'acqua presa nel catino a loro disposizione nella stanza.

«Ross...» chiamò il marito, che però rimase in silenzio. «Io vorrei solo che tu mi chiedessi scusa» gli disse poi, mentre si infilava la camicia da notte e andava a sedersi a sua volta sul materasso.

«Per cosa?» sbottò MacLeod rotolando su un fianco per poterla guardare negli occhi alla luce flebile della candela che gettava ombre sul volto a cuore della moglie.

A quelle parole Hazel si congelò e non riuscì a tenere ferma la voce, che le uscì più alta e squillante di quello che si sarebbe aspettata: «Per avermi insultata davanti a tutti i sottufficiali della Wicked Mary, tanto per cominciare.»

Lui emise un gemito, facendo crollare il capo riccioluto sul cuscino. «Ero ubriaco, lassie, non mi ricordo quello che ho bevuto, figurarsi quello che ho detto.»

«Questo non toglie che tu lo abbia fatto!»

In tutta risposta, lo scozzese rotolò di nuovo sul fianco per darle le spalle, al che lei furiosa provò a rigirarlo. «Sempre a fare così, eviti lo scontro! Perché non vuoi parlarne?»

Ross si tirò di scatto a sedere, le narici dilatate e frementi. «Di cosa, sentiamo?»

«Delle incazzature! Dei silenzi rancorosi!»

«Silenzi ran... Senti, Hazel, non ho idea di cosa tu mi stia dicendo, ma quella incazzata ora sei decisamente tu. Io vorrei solo andare a dormire in santa pace senza discutere.»

«Questo perché sei un senza palle!»

L'urlo della moglie cadde nel silenzio più assoluto, i due coniugi rimasero a fissarsi con occhi di brace dalle estremità del letto.

Hazel aveva il fiatone e attendeva con un brivido lungo la schiena una qualsiasi reazione dell'altro.

«Aye. Oh, aye, così sono senza palle» esordì lui sottovoce. «Ne sarei ben felice, se così fosse, almeno saresti più tranquilla sul fatto di poter rimanere incinta.» Rilasciò il fiato lentamente, senza scomporsi, per poi stendersi.

A Hazel salirono le lacrime agli occhi quando, nel giro di poco, udì il marito già russare.

«Vai all'inferno e restaci, Ross MacLeod! Ti detesto e vorrei tanto non averti mai sposato» sibilò gelida per poi uscire furiosa dalla stanza, sbattendo rumorosamente la porta.

Mentre scendeva le scale diretta al salottino col camino al piano di sotto della locanda, si ricordò a metà strada che non aveva preso con sé neppure lo scialle e, davanti al fuoco che ormai stava morendo, rabbrividì, rannicchiandosi in un angolo del divano per dormire. Afferrò un cuscino e lo usò a mo' di coperta come meglio poté.

Prese sonno solamente appena prima dell'alba ma si risvegliò poco dopo, sentendo i rumori dell'oste e di alcuni ospiti che si preparavano per la nuova giornata. Quando salì in camera non trovò Ross, al suo posto c'era solo il letto vuoto con le coperte tutte arrotolate. Sospirò pesantemente e andò a recuperare gli abiti che avrebbe indossato quel giorno per continuare le ricerche di Sammy.

*N.d.A.*

Buongiorno!

Gli scontri tra Ross e Hazel diventano sempre più aspri. Ci sarà mai una fine a queste discussioni?
Grazie a chi continua a leggere e commentare, buona lettura!

CC

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora