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«Aye, farà proprio un bel freschetto a Dublino, ve lo dico io!»

Morrison lanciò a Hazel uno dei suoi larghi sorrisi contagiosi alzando appena gli occhi dal tagliere su cui stava sbucciando le patate per la cena.

La giovane rimase incantata a osservare l'unica mano del pingue cambusiere muoversi agile con il coltellino, destreggiandosi con una naturalezza tale che, se ai tempi non lo avesse visto coi propri occhi con entrambe le braccia, avrebbe detto che ci era nato così.

Alle sue spalle un omone imponente dalla pelle scura come la notte ribatté: «Non capisco tutta questa venerazione per il freddo, voi inglesi siete ben strani.»

«Bada a come parli, accidenti di un caraibico, non sono certo uno sporco sassenach! Con tutto il rispetto, Mrs H» aggiunse con un cenno a Hazel che si trattenne dal ridacchiare.

Dembe Freeman dedicò una veloce occhiata da sopra la spalla allo scozzese senza smettere di rimestare il pentolone sopra il fornello a spirito in cui sobbolliva una zuppa profumata e densa, poi commentò: «Salaud! Non si parla così a Madame H, fai andare quella tua mano lenta che qui si sta facendo mattina.»

«Dùin do ghob! Perdonatelo, Mrs H, è solo un selvaggio che non ha imparato le buone maniere.»

«Giuro che ti faccio uscire dalla mia cucina con un calcio in culo e pregherò monsieur le capitain di gettarti in pasto agli squali... ma dite, Madame H, vi serviva qualcosa?» la interrogò finalmente Dembe, lasciando da parte i loro interminabili battibecchi.

«Ero passata per chiedere un po' d'acqua calda con dello zenzero» spiegò Hazel, cercando di non apparire divertita dai due, e di immediato entrambi con uno slancio si misero a recuperare quanto richiesto.

«Chi è che ha la nausea?» domandò Dembe tagliuzzando la radice in un pentolino.

«Deirdre.»

Morrison la fissò corrucciato. «Ha di nuovo esagerato con il pudding con l'uva passa?»

«T'est impoli! Non si chiedono queste cose, brutto maleducato.»

«Chiedevo e basta, per la miseria!»

Una volta ottenuto il rimedio, Hazel se la filò via lasciandoli bisticciare tra i vapori profumati della cambbubsa e tornò nella propria cabina dove la attendeva Deirdre seduta davanti all'elegante scrittoio su cui stava poggiato un grosso tomo aperto.

Allo scorgerla, l'espressione dell'irlandese si distese e le rivolse un sincero sorriso di gratitudine. «Sei sempre troppo gentile» le disse afferrando la tazza che l'altra le porgeva, ma Hazel scrollò le spalle con noncuranza.

«Sciocchezze, Dee, spero tu possa sentirti meglio con questo infuso.»

«Credo di aver esagerato con il pudding ieri sera» sbottò corrucciata e l'altra dovette fare uno sforzo per non sorridere al rievocare la spiccia quanto esatta diagnosi del cambusiere. «Ogni volta me lo ripeto ma quando c'è il dessert perdo davvero ogni traccia di dignità.»

«In effetti quel dolce era davvero delizioso» convenne Hazel con un sospiro prendendo posto sulla seggiola accanto all'altra. «Adoro quando Dembe gli dà fuoco e poi si forma quella crosticina croccante di zucchero sopra. Peccato che poi mi finisca tutto qui.»

Deirdre lanciò un'occhiata al tornito fondoschiena della più giovane che nel mentre si massaggiava con evidente insofferenza, così commentò pratica: «Be' credo che tuo marito non potrà che gioirne. Siete più riusciti a farlo, sai, da dietro?»

Il sorriso di Hazel ebbe un lieve tremito.

Aprì la bocca ma poi parve cambiare idea e la serrò con forza.

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora