Dopo che Charles l'aveva ripudiata, durante il loro trasferimento a Londra dovuto ad alcuni affari del marito, Deirdre aveva sperato di non ritrovarsi più in vita sua in quella casa dai soffitti alti, le ampie stanze e le numerose finestre in cui lei si era sentita tuttavia soffocare ogni giorno che vi aveva trascorso. Fissò gli occhi grigi sul tavolino basso accanto a una delle poltrone e si sorprese di come, nonostante fossero passati degli anni, nulla del mobilio o dell'arredamento fosse stato cambiato o spostato. Proprio su quell'accidenti di tavolino c'era ancora un vuoto dove una volta stava un cavallo in ceramica cinese che lei aveva fatto cadere per terra in maniera del tutto involontaria. Quando Charles l'aveva trovata con i frammenti di ceramica tra le mani piene di tagli, mentre tentava di ricomporre l'oggetto prima che lui la scoprisse, le aveva urlato contro facendola spaventare talmente tanto che, incinta di poche settimane, aveva perso il suo primo bambino.
Mentre stava sulla carrozza che sfrecciava a tutta velocità, ora lo sapeva, diretta verso la dimora di quell'omuncolo meschino che si era augurata di non incontrare mai più, si domandò se, dopo tanti anni, i fiori che aveva piantato assieme ai suoi piccolini mai nati erano ancora in quel fazzoletto di terra dove li aveva seppelliti nel giardino sul retro, di nascosto dal marito, per avere un posto dove poter andare a piangere, senza che lui fosse indispettito dal suo lutto.
Quando era stata trascinata via da quei delinquenti, non era riuscita a vedere dove fosse finito Ross. Lei aveva cercato di scalciare, agitarsi, ma era stato vano. Erano riusciti a non dare nell'occhio mentre la caricavano a forza su una carrozza dall'aria anonima, dopo averla imbavagliata perché continuava a gridare e insultare quei ceffi dall'aspetto miserevole, ordinando loro di lasciarla andare. Uno di loro le aveva quasi alzato le mani, ma era stato fermato da un altro con un mormorio sommesso che alle orecchie di Dee era suonato come: «Ha detto di non usarle violenza.»
«Avrei voluto essere incaricato di far fuori quell'altro, allora. Almeno mi sarei divertito di più.»
Tra i brividi che l'avevano scossa per il sospetto dell'atroce sorte che era toccata a MacLeod, Deirdre si era chiesta dove l'avrebbero portata e per quale accidenti di motivo l'avevano rapita. Aveva riconosciuto le strade che percorrevano al trotto, sobbalzando a ogni buca del terreno, arrivando poi alla grande casa in mattoni di Francis Street. Come se non l'avessero legata come un salame, quei due brutti ceffi che puzzavano di latrina l'avevano fatta accomodare in casa e fatta sedere su un divanetto nello studiolo accanto all'ingresso. Era rimasta sola una manciata di minuti, dopo che la porta era stata chiusa a chiave, quindi aveva avuto tempo per recuperare a poco a poco la lucidità, chiedendosi perché lo stesso marito che l'aveva cacciata anni prima, ora l'aveva rivoluta nella propria soffocante dimora.
Sentì la chiave scattare nella serratura, la maniglia d'ottone si abbassò e un istante dopo si ritrovò di fronte Charles O'Byrne. Era invecchiato e il suo fisico era appesantito dall'età, le venne in mente che ormai aveva passato i cinquant'anni. Portava i capelli grigi tirati all'indietro e gli occhi azzurri dalle palpebre cadenti la squadravano con una luce di compiacimento, mentre si sfiorava con noncuranza il mento perfettamente rasato su cui spiccava una fossetta. Era vestito di tutto punto con un abito sartoriale su misura di un color verde pallido e odorava della stessa acqua di colonia che Deirdre trovava disgustosa e che le aveva causato in più di un'occasione violenti conati di vomito. Anche in quel momento si dovette trattenere e, alzandosi in piedi per non far sì che O'Byrne la sovrastasse dal suo quasi metro e novanta, inspirò profondamente per porgli la domanda che le ronzava in testa: «Perché mi avete fatta portare qui?» Non riuscì nemmeno a chiamarlo per nome o a rivolgergli il titolo di "signore" come aveva sempre preteso, ormai non nutriva più il minimo rispetto per lui, però si sorprese sentendo il cuore che le accelerava, memore del timore che le aveva sempre suscitato.
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Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI
Ficción histórica[COMPLETA] Terzo capitolo della serie Of Seamen and Maidens. Seguito di ACQUE SCURE E VENTI CONTRARI. Kingston, 1801. Sono passati due anni da quando la Wicked Mary, il vascello del Capitano James Lockhart, è approdato in Giamaica. James non ha mai...