Quando i marinai iniziarono a ritirarsi per dormire, Tom Chadwick si stiracchiò con un mugolio.
Dima lo guardò con un lieve ghigno e, una volta incastrato il pollice nella parte inferiore del pugno sinistro, lo fece slittare fuori, gesto che ripeté un altro paio di volte nel caso non fosse stato sufficientemente chiaro.
«Ho capito benissimo e no, non fa ridere affatto» sbottò risentito il carpentiere, i grandi occhi scuri accesi da un lampo seccato mentre ricambiava con una rapida serie di gesti particolarmente veementi che Ross riconobbe come una lista colorita di insulti ai quali Levin reagì scoppiando in quella sua risata soffocata e roca come il verso rantolante di un orso bruno, la testa che ciondolava appena incassata nelle larghe spalle robuste.
Chadwick si alzò e si poggiò le mani sui reni per poi allungare all'indietro la schiena e annunciare solenne: «Voi continuate pure a giocarvi le mutande di vostra madre, io per oggi ho dato.»
«Och, Tommy, non resti nemmeno per un ultimo shanty?» lo chiamò Morrison passandosi la mano sulle folte basette grigie, la massiccia mole poggiata mollemente al parapetto del veliero. «Farò io da shantyman, non lasceremo mica che l'highlander provi ad aprire di nuovo quella sua fornace e far scappare tutti i pesci.»
Ross fece scattare subito il testone riccioluto e ribatté: «Vi ho sentito, accidenti di un lowlander! Ora mi metterò a cantare fino a rimanere rauco come un gabbiano.»
«Dio ce ne scampi, Scotty, che stanotte Johnny Kate verrà a tirarti i piedi per farti tacere una volta per tutte» Paulie, un robusto marinaio dalla folta barba rossiccia, guardava con tanto d'occhi lo scozzese, facendo ridere a quell'uscita la compagnia attorno.
«Salutami il caro Johnny Kate quando lo incontri, Scotty» si congedò Tom Chadwick con un sorriso malevolo prima di voltarsi e scendere con passo ciondolante le scale del cassero diretto al ponte inferiore. L'ultimo gradino emise un cigolio sinistro e mentalmente si appuntò di controllarlo il giorno seguente per verificare che l'asse non fosse marcita o sul punto di rompersi.
Si distrasse per la voce acuta e leggermente nasale di Robert Morrison che intonava deciso Lowlands away tra le acclamazioni del suo pubblico ormai sempre più fiacco per via dell'ora tarda, ma Chadwick resistette all'impulso di fermarsi oltre: basta canti per quella sera, doveva ancora finire di intagliare il set di soldatini che si era ripromesso di ultimare entro l'arrivo in Irlanda.
Un altro scricchiolio di legno lo fece scattare a sinistra, trovando però il pontile deserto se non per i gallesi seduti a semicerchio sotto l'albero di maestra che parlavano in quella loro lingua dura e piena di suoni gutturali. Li chiamavano "gallesi", ma in realtà il Galles non l'avevano mai visto prima di imbarcarsi insieme al Capitano Lockhart dopo essere stati salvati da una nave che trafficava schiavi provenienti dalla Nigeria.
Nervoso, si passò le mani nella fitta zazzera scura e scompigliata, domandandosi con un filo d'ansia se non fosse stato troppo avventato da parte sua aver nominato tanto a cuor leggero il fantasma che infestava la nave.
«Tom... Ehi, Tommy!»
Sobbalzò trattenendo un grido di spavento, trovando in fondo alle scale di boccaporto l'imponente Deirdre Lockhart che lo guardava, lanciando furtive occhiate tutt'attorno.
«B-buonasera Mrs D... Volevate vincere altro, questa sera?» riuscì a farfugliare, racimolando addirittura un ironico sopracciglio alzato.
«Non volevo spaventarti» rispose lei invece, osservando crucciata le labbra di Tom ancora tirate, per smorzare l'atmosfera aggiunse sogghignando: «Non ti sarai aspettato di trovarti il vecchio Johnny Kate a darti la buonanotte, spero.»
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Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI
Historische Romane[COMPLETA] Terzo capitolo della serie Of Seamen and Maidens. Seguito di ACQUE SCURE E VENTI CONTRARI. Kingston, 1801. Sono passati due anni da quando la Wicked Mary, il vascello del Capitano James Lockhart, è approdato in Giamaica. James non ha mai...