Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSI

58.

Dublino, 2 luglio 1801

Durante il tragitto in carrozza Hazel non era riuscita a togliersi quel velo di lacrime dagli occhi. Vedere finalmente i Lockhart riuniti le aveva provocato un'emozione grandissima ed era felice per loro, lo era sul serio, eppure quando aveva scorto il capitano, si era illusa che al suo fianco ci fosse Ross. Guardare Deirdre e James che si fissavano in silenzio, tenendosi per mano, gli sguardi incatenati, luminosi d'amore e speranza per l'arrivo di un figlio loro era stato quasi insopportabile e, quando il piccolo aveva scalciato, come se avesse riconosciuto finalmente la presenza del padre, si era morsa una nocca per darsi un contegno, con il volto verso il finestrino, per non scoppiare in singhiozzi e rovinare quel momento tanto unico quanto bello. Aveva ignorato il ricordo delle grosse mani di Ross sul suo pancione, in realtà una curva appena accennata, ai tempi in cui anche lei era stata incinta del loro fagiolino, e scacciato con forza la memoria del sorriso beato che il marito le aveva rivolto, rimpiangendo il fatto che non avevano nemmeno avuto il tempo di scherzare o pianificare sul nome da dargli. Le era venuto facile dimenticare il fatto di essere rimasta sola quando doveva prendersi cura di Dee e i momenti che avevano preceduto il salvataggio del Capitano Lockhart erano stati così carichi di tensione che raramente si era abbandonata alla disperazione per la sua condizione di vedova.

Ora, con la prospettiva di una traversata a bordo della Wicked Mary senza Ross, le sembrava tutto così insopportabile e temeva il momento in cui sarebbe crollata.

Non aveva mai viaggiato su quella nave senza suo marito al fianco e, anche durante la prima traversata, in cui non avevano potuto dichiarare fin dall'inizio che erano sposati, sapeva che, se avesse sollevato lo sguardo in un momento di sconforto, avrebbe intravisto quella zazzera rossa screziata d'oro al sole oppure si sarebbe persa in quegli occhi verdi e quel sorriso contagioso. Era dannatamente sbagliato e triste che al mondo non ci fosse più Ross MacLeod a sogghignare spavaldo e fare battutine, ma lo era ancora di più non averlo nella sua vita. Sospirò pesantemente, poi mascherò un singhiozzo con un colpetto di tosse, fingendo di non accorgersi che Deirdre aveva sollevato lo sguardo dal volto di James per scrutarla preoccupata. L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento la sua amica era una Hazel depressa e sconfortata a cui dover badare, nelle sue condizioni doveva pensare solo al bambino, a portare a termine quella gravidanza tanto desiderata quanto delicata.

Quanto aveva voluto un figlio da lei, Ross! Se solo avesse saputo come sarebbero andate le cose...

No, si sentì meschina anche solo a pensarlo. Non era corretto considerare che gli avrebbe dato un figlio se avesse saputo che sarebbe morto, non era quella la ragione giusta per farlo diventare padre. Lei avrebbe fatto un figlio con lui solo perché le era semplicemente inconcepibile immaginare di costruirsi una famiglia con un altro uomo. Eppure, non riusciva a smettere di rimuginare sul fatto che, con un bambino loro, la perdita del marito sarebbe stata meno amara da digerire, perché avrebbe avuto una parte di lui a farle compagnia per il resto dei suoi giorni.

Durante l'ultimo tratto di strada, anche se l'atmosfera che circondava i due coniugi non aveva perso quell'aurea di ritrovata felicità e serenità, Hazel ascoltò distratta il Capitano Lockhart che parlava dell'imminente partenza.

«La Wicked Mary è già pronta a salpare» stava iniziando a spiegare James, rivolto a entrambe ma senza riuscire a staccare gli occhi da quelli della moglie.

«Siete stato velocissimo a organizzare il tutto.»

«Pura fortuna» sbottò con una scrollata di spalle. «Appena ho ricevuto le vostre lettere ho iniziato a programmare la partenza...»

«Vi sono quindi arrivati i messaggi cifrati.» Hazel si riscosse dai propri malinconici pensieri.

Il Capitano Lockhart annuì distratto. «A dire la verità, Ms Miller, ho quasi rischiato di bruciare l'intera missiva...»