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Per farsi passare quelle scalmane improvvise, Dee sapeva che la vicinanza con il quartiermastro era di certo la cura più immediata, così passò il resto della giornata seguendo Rupert Tennant nella noiosa ronda del veliero con il grosso libro mastro alla mano a conteggiare le scorte dopo il primo mese di navigazione, discutendo se far già macellare uno dei due vitelli che erano riusciti a scampare incolumi ai festeggiamenti della Pasqua un paio di settimane prima.

Con la prima commessa che era riuscita ad aggiudicarsi per il trasporto di due tonnellate di pellame conciato, Deirdre si era fatta confezionare una serie di pantaloni che usava per muoversi indisturbata su e giù per i ripidi gradini del veliero, percorso che faceva spesso per controllare le scorte assieme al contabile. Le prime volte si era quasi incastrata con le ingombranti sottane in alcune imboccature strette fatte di certo per persone non della sua stazza; aveva inoltre rischiato di inciampare nella gonna scendendo o salendo le scalette in un numero indefinito di occasioni. Aveva così deciso di andare dal sarto per commissionargli dei pratici pantaloni senza interpellare il marito che era stato messo al corrente solo una volta saldato il conto. Come previsto, lui si era subito acceso come un fiammifero, sbraitando a gran voce di essere assolutamente contrario a un'assurdità simile in quanto capo d'abbigliamento poco consono per una donna. Si era rimangiato in fretta le proprie parole non appena se l'era trovata davanti con gli abiti nuovi fiammanti, le grosse cosce invitanti fasciate dal tessuto scuro e leggero, poi con voce roca se l'era trascinata in camera da letto per testare se quei pantaloni fossero altrettanto comodi da togliere.

Col fiatone Deirdre si fermò a metà di una scalinata e dovette sedersi per un lieve capogiro che la colse un po' impreparata, quella sottile nausea che non la abbandonava ancora. Si fece aria con la mano e si promise che quella volta a cena non avrebbe esagerato.

«Tutto bene, Mrs D?»

Rivolse un sorriso stanco al contabile che scese in fretta i gradini porgendole una mano per alzarsi. «Tutto a posto, grazie Rupert, ogni volta credo di essermi abituata a fare su e giù per il veliero e invece rimango a metà strada senza fiato, sono senza speranza proprio come mi dite spesso voi.»

Lui si accomodò gli occhialini tondi dalla montatura in ferro battuto, sbattendo crucciato gli occhietti scuri. «Siete un po' pallida.»

«Vorrà dire che sto finalmente perdendo questa abbronzatura che tanto sdegna il capitano.»

«Possiamo finire pure domani con il deposito del velaio e tutta la zona a poppa» suggerì lui porgendole il braccio per salire gli ultimi scalini verso il ponte superiore.

Deirdre annuì, detestava ammetterlo davanti a lui ma si sentiva particolarmente spossata dopo quel giro di ricognizione e si ritrovò a desiderare un po' della frescura che sperava l'avrebbe attesa in Irlanda. «Che ore si sono fatte?»

«Le sei meno venti, Mrs D.»

«Perbacco, quasi l'ora di cena! Direi che ci siamo fermati giusto in tempo.»

Nonostante tutto, una volta fuori, rimasero poggiati al parapetto a osservare il cielo ancora piacevolmente chiaro con i marinai che cantavano Pump me boys, pump her dry, down to hell and up to the sky! mentre giravano attorno al cabestano per mettere il veliero all'ancora.

«Mi piace che l'equipaggio canti tanto» rivelò Dee, picchiettando il piede a tempo con lo shanty.

Tennant annuì con l'aria di chi la sapesse lunga. «È cosa comune, su una nave» spiegò incrociando le braccia sul petto. «Aiuta a tenere il tempo per i lavori più duri.»

«Trovo sia molto bello. Però non ricordo che qui si cantasse molto durante i primi viaggi che mi è capitato di fare.»

«Erano gli ordini del capitano. Per anni non ha voluto ci fosse alcun canto.»

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora