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Bóthar na Trá, 17 giugno 1801

Gabriel Evans aprì pigramente gli occhi dopo qualche ora di sonno sdraiato sul pavimento della capanna. Si era fatta notte e, nonostante il fuocherello fosse ancora acceso, gettando lame di luce tutto attorno, la temperatura era scesa. A ripensare alla canicola di quando stava in Giamaica, gli avrebbe fatto comodo una superficie fresca come la terra intrisa di umidità della casetta di Orla O'Kelly su cui sdraiarsi a fine giornata.

Udì un fruscio di stoffa e nella penombra intravide le caviglie scoperte di Lea, quei piccoli piedini fasciati che gli facevano venire voglia di stringerli tra le mani per scaldarli, poi sollevò lentamente lo sguardo studiando come la luce del fuoco rendesse quasi trasparente l'abito chiaro e leggero della giovane, lasciando intravedere le cosce morbide e i fianchi larghi al di sotto del tessuto. Lea O'Kelly aveva una figura che prometteva abbracci caldi e soffici. Gabe si soffermò forse un po' troppo sul generoso seno della ragazza, perdendosi per un attimo a fantasticare su come sarebbe stato addormentarsi contro quel petto invece che con il capo sulla nuda terra. Quando la parola nuda affiorò alla mente di Evans, il suo corpo gli ricordò che si era appena svegliato, ma si ritrovò comunque confuso per la durezza che sentiva all'altezza dell'inguine, chiedendosi se fosse la vista del corpo generoso di Lea a provocargli quell'effetto o una reazione fisiologica del tutto normale nel fisico di un uomo in salute.

Lea si sporse per ravvivare il fuoco e l'orlo dell'abito le scivolò un po' in basso, mettendo in mostra la pelle scoperta al di sotto. A Gabe si seccò la gola quando constatò che non portava un corsetto ma semplicemente una sottoveste in lino che aveva uno scollo ancora più ampio di quello del vestito sopra. Quando la giovane O'Kelly si voltò incrociando lo sguardo del dottore, quest'ultimo rimase incantato davanti ai movimenti ondeggianti dei seni sotto gli abiti, poi si passò una mano sugli occhi per scacciare gli ultimi residui di sonno misti a una voglia del tutto inopportuna di trascinarla a terra con lui. Non era da Gabriel Evans avere certi tipi di reazioni, ma nulla da quando aveva fatto la conoscenza di Lea sembrava potersi considerare usuale per lui, tolte le cure somministrate sia a lei che alla nonna, forse l'unica cosa che lo mantenevano lucido perché erano gesti che aveva ripetuto migliaia di volte su altri pazienti.

«Siete sveglio, dottore?» gli domandò con un filo di voce, attenta a non destare anche la vecchina addormentata nel proprio giaciglio. Facendo per alzarsi, Evans si rese conto che mentre dormiva Lea doveva avergli drappeggiato addosso la giacca, che infatti gli scivolò proverbialmente, come a voler coprire il dettaglio anatomico imbarazzante su cui lui stava rimuginando poco prima. Cercò di pensare a qualcosa che potesse migliorare la situazione lì in basso, anche perché sentiva un forte stimolo di urinare, ma nel momento stesso in cui Lea gli diede le spalle per rimestare un intruglio profumato sul fuoco, il campo visivo del dottore fu di nuovo riempito da quelle forme sinuose e provocanti, così, prima che lei potesse voltarsi, borbottò qualcosa e si fiondò all'esterno della capanna per svuotare la vescica, anche se sapeva che avrebbe fatto una certa fatica.

Rabbrividendo, avvolto nell'oscurità più totale, il cielo coperto che non lasciava intravedere neanche una stella, Gabriel Evans ringraziò la frescura della notte perché sembrò restituirgli il senno che pareva aver perso alla presenza della giovane O'Kelly e, quando tornò all'interno della capanna, la trovò più illuminata perché Lea aveva acceso un paio di candele; mangiò senza protestare la zuppa di pesce, che era la stessa che aveva preparato lui quel pomeriggio, ma aveva un sapore decisamente migliore.

«Ci ho aggiunto una miscela di erbe che Maimeó conserva da quando ho memoria. Sapete, ha detto che mi avrebbe svelato i suoi ingredienti solo nel momento in cui avrei preso marito, perché lei sostiene che il segreto di un buon matrimonio, oltre alla fedeltà e alla preghiera, sia una buona cucina casalinga.»

Of Seamen and Maidens - VECCHI FANTASMI E CIELI OMBROSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora